Quando si dice dare un senso alle cover. I dodici brani che l’ex Genesis ha preso in prestito dai suoi colleghi (Radiohead, Neil Young, Arcade Fire, Regina Spektor, Bon Iver …) rinascono a nuova vita tra le sue mani, tanto da risultare in alcuni casi irriconoscibili, come The Boy In The Bubble di Paul Simon o The Power Of The Heart di Lou Reed.
Un album di cover, sì, ma anche il primo esperimento di song swapping (baratto musicale), lanciato da Gabriel stesso, che, in cambio, presterà agli artisti da lui chiamati in causa alcune delle sue creazioni. Scordatevi chitarre e batteria: Scratch my back è un disco romantico, suonato solo con strumenti orchestrali e voce. Un piccolo gioiello acustico.
di Valentina Giampieri