La decima giornata del campionato di Serie A vede vincere tutte le favorite: Inter, Juventus e Milan, che mantiene cinque punti di vantaggio
Serie A, decima giornata – Il Milan prosegue il suo cammino al vertice del campionato senza difficoltà sbarazzandosi anche della Sampdoria, battuta in casa per 1-2 grazie a un rigore di Kessie e al raddoppio di Castillejo. Una vittoria che consente ai rossoneri di mantenere cinque punti di vantaggio sull’Inter e sei sulla coppia Juventus-Napoli in un vertice della classifica che vede tutte le squadre di cartello portare a casa la posta piena.
Quello che impressiona del Milan è la sua continuità , nonostante due assenze importanti come quelle di Ibrahimovic e di Kjaer.
Il Milan e i suoi record
Il Milan è l’unica squadra di Serie A ad avere sempre segnato almeno due gol a partita: solo l’Atalanta lo scorso anno era riuscita a fare altrettanto nelle prime undici giornate. La squadra di Pioli potrebbe eguagliare il record domenica prossima quando affronterà il Parma. Non solo: il Milan va a segno ininterrottamente da trenta partite. Mai nella storia della società rossonera, nemmeno all’epoca degli olandesi, un allenatore era riuscito a fare tanto. ( Nel video le dichiarazioni di Pioli)
Per trovare un Milan che conquista otto vittorie nelle prime dieci partite bisogna risalire al campionato 1954/55: nove vittorie e un pareggio in una stagione poi consacrata dallo scudetto.
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La Juventus sa soffrire
La vittoria della Juventus nel derby contro il Torino (2-1), in rimonta e solo alle battute conclusive di una partita molto sofferta, rivela che la Juve non è solo dipendente da Cristiano Ronaldo ma anche da Alvaro Morata. A salvare la squadra di Andrea Pirlo in modo quasi provvidenziale sono stati due colpi di testa di McKennie e Bonucci in una squadra dove a oggi ben 19 dei 31 gol messi a segno portano la firma di CR7 e di Morata.
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Dybala, ma questa non è più una novità , sta portando troppo poco a una squadra che guarda al mercato di gennaio come a una necessità inderogabile. O l’argentino si sveglia sul serio e si fa passare una volta per tutte nausea e mal di pancia, e la Juve scommette seriamente con un investimento che forse la società non è così sicura di voler effettuare sul suo talento, o arriva qualcuno in grado di sostituire definitivamente nel boxscore Gonzalo Higuain.
Una curiosità e una nota di merito anche per Weston McKennie, uno dei pallini che Andrea Pirlo ha fortissimamente voluto dopo averlo conosciuto da vicino nel corso della sua esperienza a New York: McKennie è il terzo statunitense a firmare un gol in Serie A. Prima di lui ci erano riusciti Alexi Lalas, bandiera del Padova che si guadagnò una certa fama tra il 1994 e il 1996 con una clamorosa sofferta ai calci di rigore contro il Genoa, e Michael Bradley (Chievo e Roma) giocatore storico degli USA.
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Inter senza pace
Se per una volta l’Inter vince e convince con una prestazione davvero a tutto tondo contro il Bologna (3-1) le tensioni sembrano essere il primo carburante della squadra di Antonio Conte, stavolta messo in discussione per avere messo in campo Eriksen al 91’, a risultato acquisito e partita finita. Qualcuno sui social si è preoccupato di contare gli ingressi inutili del talento che l’Inter ha pagato 27 milioni di euro (ingaggio da quasi 8 milioni netti a stagione): il danese non ha mai giocato una partita intera. Tre presenze in Champions League, le ultime due da 7’ e da 4’ minuti, altre sette in campionato. Cinque minuti a Sassuolo, uno solo con il Bologna i suoi ultimi gettoni di presenza.
Tre partite partendo tra i titolari: sempre sostituito. Eriksen per la verità non fa polemica, entra quando gli viene chiesto e incide pochissimo. La sensazione è che accanendosi con Eriksen Conte continui a mandare messaggi alla società che probabilmente non lo ha accontentato in tutto quello che aveva chiesto imponendogli il danese che non sembra essere la prima scelta del tecnico salentino.
É evidente che Eriksen partirà : non è sfuggito un chiaro segnale di stizza da parte del giocatore che a fine partita, per altro pochi secondi dopo essere entrato in campo, è tornato da solo negli spogliatoi senza trattenersi con i compagni per festeggiare la vittoria.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.