Juve, l’atteggiamento del nuovo allenatore è molto chiaro: non è malato di protagonismo è uomo da spogliatoio. Ecco perché Pirlo sarà l’allenatore che fa la differenza.
Andrea Pirlo è già sotto esame. Il tecnico della Juventus è alla sua prima vera panchina, ed è una panchina pesante come quella di una squadra che ai vertici delle classifiche europee, in corsa per un ruolo di leadership in Champions League. Pirlo è chiamato alla gestione di fuoriclasse di enorme personalità , non Cristiano Ronaldo. Un esame che potrebbe spaventare molti tecnici, ma non lui, un carattere freddo, controllato fino a quando da ragazzino giocava nelle giovanili del Brescia.
L’esordio della Juventus di Pirlo in serie A
C’è molta curiosità su come il tecnico affronterà la stagione che vedrà la Juventus esordire nel campionato di serie A contro la Sampdoria e soprattutto su quale sarà il suo atteggiamento tattico. Andando a studiare quella che è stata la storia di Pirlo, tutti i moduli ai quali l’allenatore potrebbe ispirarsi. sono emerse almeno quattro variabili quasi tuttei ruotano intorno a quello che era stato il suo ruolo, quello del play. A volte dietro le punte, a volte davanti alla difesa, altre mascherato in un centrocampo a quattro. Si può giocare con i numeri: 3-4-3, 4-3-3, 4-3-1-2… Ma alla fine la squadra la fanno i giocatori.
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I segnali del campo
Le prime indicazioni dalle amichevoli hanno visto alcune idee piuttosto interessanti. Per esempio il ruolo del cosiddetto falso nueve con cui il tecnico si è misurato, in particolare, a New York quando giocava al fianco di David Silva. Il falso nueve Juventus potrebbe essere Marko Pjaca (al momento al Genoa), giocatore in grado di essere schierato al centro dell’attacco ma anche di cambiare continuamente ruolo con i compagni togliendo qualsiasi punto di riferimento alla difesa avversaria. Dybala, Ramsey e i nuovi arrivati Kulusevski e McKennie garantiscono altrettanta imprevedibilità . E poi c’è Cristiano Ronaldo cui Pirlo può tranquillamente affidare le chiavi di una squadra che dipenderà molto dalla sua motivazione e dalla sua condizione fisica.
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Difesa quattro, come giusto che sia, nella quale c’è davvero poco da inventare: soprattutto quando hai giocatori come Chiellini, Bonucci, Alex Sandro oltre a tutta una serie di giocatori estremamente versatili come Rugani, che a quanto pare verrà trattenuto, Danilo e Cuadrado.
Niente pedine
Ma siccome il calcio non è il Subbuteo, e nemmeno una partita manageriale al computer, Pirlo probabilmente adotterà un atteggiamento di buon senso, teso a imporre poco e ad ascoltare molto. É  un allenatore giovane, ma la sua memoria di campo e freschissima. Il suo primo atteggiamento, in allenamento, è stato molto chiaro.
Ascoltare più che parlare, mettersi a disposizione piuttosto che imporsi. Ha giocato sempre, tutti i giorni, mescolandosi con titolari o riserve nelle partitelle. Un segnale che molti allenatori all’esordio si rifiutano di concedere e che invece dimostra quanto Pirlo sia ancora coinvolto nello spogliatoio e quanto voglia starlo ad ascoltare. In una squadra di grande classe, personalità e qualità come la Juventus è sicuramente un atteggiamento di buon senso.
É  come se si calciatori Pirlo dicesse ‘fatemi capire, e decidiamo insieme’. E, se non ci saranno emergenze che obbligheranno l’allenatore a correggere in corsa quelle che sono le sue idee, magari spostando fuori ruolo alcuni dei suoi titolari, il modulo della Juventus sarà deciso proprio dai calciatori, dalle loro caratteristiche, e da come Pirlo le individuerà nel corso delle amichevoli e delle partitelle di allenamento.
Pirlo un vincente, fin da subito?
Sicuramente Andrea Pirlo è un vincente. Capire se lo sarà anche in panchina e fin da subito è la grande discriminante di questa stagione 2020/21. La Juventus è al centro dell’attenzione di tifosi che non sanno bene che cosa attendersi ma sono estremamente curiosi del risultato.
In fondo sono tanti i grandi allenatori che si sono affacciati al campo in ottime squadre vincendo e senza molta gavetta: Guardiola, Zidane, Frank Rijkaard, Luis Enrique. Non tutti hanno dimostrato continuità e nessuno fino a oggi c’è riuscito in Italia arrivando a quella Champions League che è sempre il primo obiettivo della Juventus. Pirlo, voce bassa, risposte a monosillabe e nessuna voglia di giocare il ruolo di allenatore malato di protagonismo, mette davanti a tutto calciatori e squadra. Sarà interessante capire se il suo approccio pagherà fin da subito.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.