Terra di confine e di contaminazioni tra la cultura italiana e mediterranea e quella austriaca e mittel-europea ha costruito la sua tradizione a cavallo di questi due universi a volte ingombranti. Il rischio di rimanere “schiacciato” in effetti c’era e il Trentino si è “difeso” soprattutto con l’autenticità dei suoi prodotti, pochi ma buoni, decisamente. Pensando di proporre una pasta che sapesse di Trentino abbiamo dunque fatto riferimento più ai prodotti in sé che ai ricettari, cercando di mescolarli armonicamente tra loro.
Per 4 persone:
400 g di penne rigate
1 cipolla
80 g di speck
40 g di funghi secchi (porcini, ma anche finferli)
1 bicchiere di nosiola
1 cucchiaino di bacche di ginepro
4 cucchiai di grana trentino
4 cucchiaio di olio extravergine del Garda
sale
Preparazione:
Mettete a bagno i funghi secchi per almeno 1 ora. Tagliate a dadini regolari lo speck e affettate finemente la cipolla. In una padella larga e ampia fate rosolare a fuoco dolce lo speck con la cipolla e l’olio extravergine di oliva, bagnate con mezzo bicchiere di acqua e unite i funghi scolati e sciacquati con cura per eliminare eventuali residui, mescolate bene e fate cuocere per qualche minuto, quindi versate il vino, alzate la fiamma per far evaporare. Verificate la cottura dei funghi e il sale (se fosse necessario cuocerli ancora aggiungete qualche mestolo di acqua calda), nel frattempo cuocete la pasta, scolatela al dente e spadellatela velocemente con i funghi. Spegnete e unite il ginepro pestato nel mortaio
e servite nei piatti con il grana grattugiato.
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La cucina di calycanthus
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