Governo, cosa ha fatto nella legge di bilancio 2023 e cosa aveva promesso. Dalle pensioni ai bonus, ecco domande e risposte sul programma elettorale.
Il Governo Meloni non si può giudicare in modo definitivo dopo poco tempo, ma il testo finale della manovra 2023 parla chiaro. Le misure approvate nel provvedimento da 35 miliardi di euro sono pochissime rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Il motivo? Le poche risorse a disposizione.
Nello specifico, oltre ai doverosi provvedimenti di contrasto al caro energia, ci sono piccoli interventi sulle pensioni, la proroga di molti bonus già esistenti o la modifica di sussidi per famiglie bisognose. Su fisco e tasse invece spicca la retromarcia rispetto a quanto previsto inizialmente per l’uso del POS, scelta dovuta per non perdere i soldi del PNRR. Ma andiamo con ordine e analizziamole caso per caso.
Pensioni col governo Meloni, cosa cambia nel 2023?
Per quanto riguarda le pensioni, la coalizione di centrodestra nel suo programma elettorale aveva previsto il superamento definitivo della Legge Fornero e l’incremento delle pensioni minime fino a 1.000 euro. Ma entrambe le cose non sono presenti nella nuova manovra finanziaria. Secondo i partiti che sostengono l’esecutivo si tratta di obbiettivi da raggiungere entro 5 anni, ovvero prima della fine di questa legislatura.
Ma intanto finora il governo Meloni si è limitato ad introdurre quota 103 (nel 2022 c’era quota 102) e a rinnovare opzione donna, ma con requisiti molto più stringenti per la pensione anticipata. Mentre le pensioni minime sono aumentate a 600 euro e solo per gli over 75, quindi siamo ancora lontani da quanto promesso. Aumentate anche le pensioni fino a 5 volte il minimo (fino a 2.500 euro al mese) per effetto dell’adeguamento automatico all’inflazione.
Cosa ha fatto il governo Meloni sui bonus?
Per quanto riguarda gli incentivi a famiglie e lavoratori, la premier aveva annunciato che sarebbero diminuiti drasticamente. In realtà dopo l’approvazione della manovra si può notare che i bonus 2023 sono ancora molti, in virtù dei rinnovi, ma ci sono state alcune modifiche.
Ad esempio il superbonus è passato dal 110 al 90%, con requisiti più stringenti per i richiedenti. In questo caso l’esecutivo voleva diminuire l’impatto della misura sulle casse dello stato ed effettivamente così è stato. Restano anche il bonus mobili ed elettrodomestici e quelli per le ristrutturazioni edilizie, seppur con qualche modifiche. Ampliati inoltre sia il bonus luce e gas che il voucher per andare dallo psicologo.
Cambia ma resta pure il bonus cultura 2023 che ora spetta solo con Isee medio-basso e/o agli studenti meritevoli. Insomma, gli incentivi dello stato restano ancora tantissimi.
Vedi anche: Che bonus ci sono per le donne in gravidanza nel 2023
Come sarà il reddito di cittadinanza 2023?
Su Rdc invece il governo Meloni ha in parte mantenuto la sua promessa: ovvero toglierlo a chi è in grado di lavorare. Non da subito però, infatti nel 2023 durerà 7 mesi, ma lo perderà chi rifiuta la prima offerta di lavoro, qualsiasi essa sia. Quindi in realtà il sussidio nazionale per disoccupati ci sarà ancora nel 2023, con regole molto più severe. Mentre è dal 2024 che verrà abolito.
Di contro per sostenere le famiglie più bisognose arrivano due sussidi:
- carta risparmio spesa, ovvero i buoni spesa per l’acquisto di beni alimentari per famiglie con Isee fino a 15.000 euro.
- Reddito alimentare, che consiste in pacchi contenenti generi alimentari destinate ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico.
Pagamenti POS e tetto al contante, quali novità ?
Un altro punto del programma della coalizione di centrodestra è quello di diminuire gli obblighi per i commercianti sui pagamenti tramite mezzi tracciabili. Se da un lato il limite per l’uso del contante è stato aumentato a 5.000 euro (ben 5 volte di più rispetto a 1.000 euro previsti nel 2022) dall’altro sull’uso del POS le cose sono andate diversamente.
Inizialmente infatti il governo Meloni aveva previsto la possibilità per gli esercenti di rifiutare i pagamenti con carta se inferiori a 60 euro. Tuttavia dopo che l’UE ha mosso dei rilievi al riguardo, questa misura è sparita dalla manovra (per non perdere i soldi del PNRR). Quindi nel 2023 resta l’obbligo di accettare i pagamenti con mezzi tracciabili, di qualsiasi importo, pena multe.
Flat tax, come doveva essere e com’è
Altro cavallo di battaglia soprattutto della Lega, prima delle elezioni, è l’introduzione della Flat Tax per tutti i lavoratori. Per autonomi e partite iva in regime forfettario il limite di reddito per usufruirne sale da 65.000 a 85.000 euro. Mentre per i dipendenti non c’è nessuna tassa piatta: resta la stessa tassazione dello scorso anno sulle buste paga.
Quindi per ora è stato fatto solo un piccolo intervento, che consentirebbe a molti lavoratori di pagare meno tasse. Tuttavia costerebbe moltissimo alle casse dello stato, motivo per cui è stata concessa solo a pochi.
Governo Meloni e legge di bilancio 2023
Riassumendo, abbiamo visto in sintesi cosa ha fatto l’esecutivo finora, dopo il varo della manovra finanziaria 2023. Poco rispetto a quanto previsto dal programma elettorale, che ora si è scontrato con la realtà : non ci sono risorse per aumentare le pensioni a tutti oppure per il prepensionamento. Discorso simile per i bonus.
Per questo è fondamentale continuare a riceve i fondi europei del PNRR evitando misure in contrasto con le richieste UE. Di conseguenza sarà difficile per il governo mantenere le promesse fatte, anche se la legislatura è ancora lunga. Quindi il tempo c’è, anche se nei prossimi anni gli italiani si aspettano molto di più, per non restare delusi.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web