Riforma pensioni – Ultimissime sulle pensioni 2022

Riforma pensioni 2022. Fra proroghe e ipotesi ecco a che punto siamo. Ultime notizie su pensioni donne e uscita anticipata dal lavoro.

Riforma pensioni. Il tavolo di confronto fra sindacati e governo dovrebbe ripartire a settembre, ma l’esecutivo oltre a ragionare su nuove proposte, sembra orientato principalmente a prorogare e rafforzare due misure già esistenti.

Riforma pensioni 2022 ultimissime

Stiamo parlando di Ape Sociale e di Opzione donna, che potrebbero diventare strutturali. Per questo sulla pensioni anticipate 2022, da riformare entro fine 2021, ci sono diverse ultime news.

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Pensioni 2022, come potrebbe cambiare l’Ape sociale

Secondo il Sole 24 ore la discussione sulle pensioni, partirà dall’Ape Sociale, con la possibile proroga e l’ampliamento della platea dei beneficiari. Attualmente, infatti, riguarda i lavoratori con almeno 63 anni in situazione di difficoltà (ad esempio i disoccupati di lungo periodo) che hanno svolto determinate attività usuranti.

Tuttavia il ministro del Lavoro Orlando, già da alcuni mesi, ha istituito una commissione al lavoro sul perfezionamento dell’ape social. In sintesi il suo scopo è quello di stilare una lista di lavori gravosi da agganciare alla misura. A settembre questo lavoro dovrebbe concludersi, ma si conosco già i parametri sui dati Inail, per stabilire nuove mansioni gravosi da inserire, ovvero:

  • frequenza e gravosità degli infortuni
  • gravosità delle malattie professionali.

E’ probabile quindi che la platea dei destinatari verrà estesa, per rendere questa misura un canale di uscita anticipata dal lavoro a tutti gli effetti. Tuttavia per riuscirci bisognerà fare i conti sui costi, che secondo le prime stime variano da 400 a 700 milioni l’anno.

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Ultime notizie sulle pensioni donne

Anche opzione donna, che attualmente consente l’uscita anticipata dal lavoro alle dipendenti con 35 anni di contributi e 58 d’età (59 se autonome) dovrebbe essere prorogata, con modifiche. In particolare si punta a rendere più vantaggioso l’accesso alla misura, che comporta una decurtazione sull’assegno pensionistico.

A riprova di questo negli ultimi anni, stando ai dati Inps il ricorso a questo scivolo è diminuito e ha riguardato principalmente lavoratrici con età compresa fra 63 e 66 anni. Insomma, un’età ben diversa rispetto a quella per cui la misura era stata concepita. Di qui la necessità di consentirne ancora l’uso, ma in modo più vantaggioso per le lavoratrici.

Riforma pensione governo Draghi, altre ipotesi

Oltre a quelle citate, l’esecutivo potrebbe puntare su altri strumenti, come l’uso dei contratti di espansione nelle piccole imprese. Questa misura, già prevista nel decreto sostegni bis, può essere usata per le aziende con almeno 100 dipendenti.

In sostanza consente di accedere al prepensionamento ai dipendenti a cui restano non più di 60 mesi per la pensione di vecchiaia. Una delle opzioni allo studio potrebbe essere quella di estendere ulteriormente questo strumento.

Come per l’Ape sociale anche in questo caso le scelte dovranno essere sostenibili per le casse dello Stato. Ricordiamo che il governo mira a contenere la spesa per il sistema pensionistico, come indicato nel recovery plan. Di conseguenza l’applicazione di ipotesi come quota 41 per tutti, appare sempre più improbabile. Queste le ultimissime news sulle pensioni, in attesa che la discussione sulla riforma produca finalmente le prime certezze per i lavoratori.

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