Pensione donne 2023. Il governo cambia i requisiti

Pensione anticipata donne 2023, retromarcia del governo Meloni sui requisiti per lavoratrici con o senza figli. Ultime news sulle pensioni.

La pensione donne potrebbe cambiare già nel 2023, è questa l’ultima novità che arriva dal ministro del lavoro Calderone. In particolare, per raggiungere i requisiti per l’età pensionabile donna non ci sarà più una disparità di trattamento fra lavoratrici madri e quelle senza figli. Almeno queste sono le richieste dei sindacati, che il governo sembra intenzionato ad assecondare con un nuovo decreto legge. Ma non si escludono ulteriori novità sulle pensioni.

Pensione donne 2023 il governo cambia i requisitiFacciamo allora il punto della situazione: come cambiano i requisiti per andare in pensione con opzione donna e quando, secondo le ultimissime.

Vedi anche: Quante settimane servono per andare in pensione

Pensioni donne 2023 stop al criterio dei figli

Come previsto dalla legge di bilancio 2023 attualmente per il prepensionamento con opzione donna, alle lavoratrici servono 60 anni di età e 35 di contributi versati. L’eccezione riguarda le lavoratrici madri, che hanno diritto a uno sconto di 1 anno con un figlio e di 2 con più figli.

Proprio questa differenza fra mamme lavoratrici e non potrebbe essere eliminata. In altre parole il requisito per lasciare anticipatamente il lavoro diventerebbe lo stesso per tutte, senza distinzioni. E’ l’ipotesi più probabile su cui sta lavorando il ministro Marina Calderone, che aveva promesso correttivi alla misura approvata in manovra alle parti sociali. Se questa novità venisse approvata le potenziali nuove beneficiarie potrebbero essere comprese fra 7.000 e 10.000 unità, secondo le stime dei sindacati.

Pensioni news riforma 2023: altre ipotesi

Un’altra proposta prevede la proroga secca dei requisiti previsti nel 2022 per opzione donna, magari per un periodo limitato di tempo, dai 6 ai 9 mesi. In questo caso il governo Meloni tornerebbe decisamente indietro rispetto a quanto deciso con la manovra finanziaria.

Se così fosse le dipendenti potrebbero andare in pensione a 58 anni di età e 35 contributivi, mentre per le autonome il requisito d’accesso sarebbe di 59 anni e 35 di versamenti. Non si esclude però la possibilità di prevedere una stessa soglia di età per entrambe le categorie. Infine, l’ultima ipotesi del sottosegretario Durigon, prevede un’uscita a 58 anni solo per specifiche categorie (caragiver, lavoratrici con invalidità e licenziate) e 59 per le altre.

In ogni caso si tratterebbe di un ritorno al passato, seppur temporaneo e in attesa della riforma pensioni 2024. Di certo tutte queste opzioni allo studio del governo fanno pensare che sia in corso una retromarcia rispetto a quanto deciso solo qualche mese fa. Questo dopo le pressioni per intervenire fatte dal comitato opzione donna e dei sindacati.

Vedi anche: Pensioni di vecchiaia donne con e senza contributi

Opzione donna 2023 quando cambiano i requisiti

Secondo le ultime news il decreto potrebbe arrivare già nel mese di aprile 2023, quindi in tempi molto stretti. Resta da capire quale delle ipotesi di cui abbiamo parlato fin qui diventerà legge. Come al solito però la decisione sarà condizionata dalle risorse disponibili nelle casse dello stato. Tali interventi potrebbero infatti costare fino a 300 milioni di euro.

In questo senso il problema potrebbe essere in parte risolto dai risparmi sul reddito di cittadinanza sostituito da Mia 2023, sussidio con una platea di beneficiari più ristretta e quindi meno costoso del precedente. Tuttavia il ministero del lavoro non ha confermato questa eventualità. Quindi per avere informazioni più precise al riguardo bisognerà attendere le prossime settimane.

Queste intanto le ultime news sulla pensione donne 2023. In breve, il governo vuole cambiare i requisiti per renderla accessibile a più lavoratrici, con o senza figli. Ma ci sono anche altre ipotesi che potrebbero diventare legge già a partire dal prossimo aprile.

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