Thelma & Louise di Ridley Scott, è uno dei più importanti film sul tema della violenza di genere e della condizione femminile moderna. E compie 30 anni.
Quando arrivò al Festival di Cannes del 1991, Thelma & Louise fu accolto in modo assolutamente trionfale dalla critica, che sottolineò la potenza del messaggio femminista contenuto nel film diretto da Ridley Scott, che fino a quel momento si era distinto per opere che (apparentemente) avevano poco a che vedere con il dramma dell’essere donne nella società moderna.
Non era vero. Già in capolavori della fantascienza Alien (con una memorabile Sigourney Weaver)e Blade Runner tale tematica era presente, ma in modo molto più sotterraneo e metaforico rispetto a questo road movie al femminile, capace di omaggiare i grandi spazi dell’America di John Ford, il western crepuscolare di Peckinpah, mentre metteva in scena il dramma di due donne comuni, prigioniere come milioni di altre in un mondo dominato dal sesso maschile.
Ma certo, nessuno poteva prevedere che quel film, per quanto candidato a ben sei Premi Oscar e premiato per la straordinaria sceneggiatura di Callie Khouri, sarebbe diventato così iconico.
Chi sono Thelma e Louise e la trama di un film iconico
Il titolo è rimasto nella storia, ma a volte ci si confonde tra chi era Thelma e chi Louise. E’ presto detto, basta ripassare la trama: Thelma (Geena Davis) e Louise (Susan Sarandon), coppia di amiche oppresse da relazioni sbagliate, vite mai vissute, colpirono il pubblico per la loro tragica epopea in un’America descritta come tempio della violenza e prevaricazione maschile.
Partendo da un’innocente scampagnata nel weekend a bordo di una bellissima Ford Thundebird, il film mise in scena quella che era la metafora della condizione femminile nell’Occidente, che in quell’inizio di anni 90 era ancora pesantemente connesso all’appena conclusosi decennio forse meno femminista di sempre: gli anni 80.
In Thelma & Louise si avvertiva l’influenza dell’onda lunga dell’era yuppie, consumista e disimpegnata, in cui si era verificata una crisi profonda del movimento femminista, che tanto era stato importante dall’era della Contestazione in poi.
Nei 129 minuti di quest’Odissea circolare su ruote, Scott fu capace di creare una perfetta metafora di quella crisi, della necessità di ripartire da un’identità collettiva di genere, mostrandoci due donne prigioniere di una società, dove l’unica loro funzione era quello di oggetto sessuale, succubi del sesso maschile.
Un film radicale contro l’immaginario etero e testosteronico maschilista
Un sesso maschile che Ridley Scott descrisse in modo terrificante, attirandosi anche le critiche del Time, che lo accusò di retorica spicciola. Ma la realtà è che l’America aveva imposto una femminilità dove l’individualismo spinto, andava a braccetto con la necessità di essere oggetto del desiderio, corpo forgiato dalla palestra, stretto da abiti succinti, ad uso e consumo dell’immaginario etero e testosteronico.
Che sia con l’inganno o con la forza, gli uomini presenti in Thelma & Louise sono descritti come predatori di un regno animale in cui nessuno, ma davvero nessuno, si cura di ciò che pensa, sente o vuole una donna, soprattutto se essa differisce dalla norma.
Unica eccezione fu paradossalmente il personaggio del detective Hal Slocumb, interpretato da un grande Harvey Keitel. Voce isolata della ragione e dell’empatia, egli era l’unico tra tutti a voler capire cosa aveva spinto quelle due donne verso quel precipizio da cui si sarebbero lanciate più che verso la morte, verso il mito cinematografico, inscenando una sorta di liberazione metaforica dalla realtà di un mondo senza speranza.
Il film colpisce ancora oggi per la straordinaria metamorfosi della due protagoniste, che da vittime diventano un mix fatto di rabbia, disperazione, voglia di libertà e conflittualità, in un buddy movie al femminile in cui più che eroine, Thelma & Louise furono il simbolo di una feroce contraddizione.
Una casalinga schiacciata da un marito oppressivo e una cameriera intrappolata in una relazione tossica, convertono i luoghi della narrazione maschile del western e del road-movie, nel loro percorso, il loro racconto, la loro storia. Ma nel farlo, si dimostrano anche vittime di loro stesse, della loro scarsa educazione e formazione a cosa sia la libertà, che nelle loro mani alla fine diventa anarchia, diventa sopraffazione
Sono passati trent’anni: l’attualità di Thelma e Louise
Sono passati trent’anni da quel film, dalla disperata fuga di quelle due donne verso “il Messico”, che altro non era che la metafora di un mondo ideale, libero dal rischio di essere non solo violentate ma anche non credute, accusate di “essersela cercata”.
A modo loro, quelle due donne lottavano contro lo stesso sistema patriarcale che ancora oggi, fa sì che determinati comportamenti o azioni di una donna, siano considerati inaccettabili o anormali perché sconnessi dall’essere utilitaristici al predominio maschile.
Dal catcalling all’abbigliamento, dalla libertà sessuale all’indipendenza economica, Thelma & Louise pur se in modo volontariamente caotico e profano, ci mostrò tutti gli ostacoli quotidiani e storici, con cui una donna aveva e ha a che fare.
E a tre decenni di distanza, la tragica realtà è che quegli ostacoli sono ancora lì, tremendamente reali e ben presenti, tesi ad azzerare la realizzazione dell’io femminile in una società solo apparentemente civile, dove non si riesce a trovare ancora una strada che permetta a tutte le donne di essere ciò che loro vogliono essere, di andare al di là di canoni e ruoli imposti dalla controparte maschile.
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Padovano, classe ’85, per dodici anni ho allenato in ambito pallavolistico prima di scrivere di sport e settima arte. Datemi un film di Clint Eastwood o un match di boxe e farete di me un uomo felice. @zoppello_giulio