Il regista spagnolo porta al cinema il suo ultimo lavoro: il film drammatico Julieta, uno spaccato dell’universo femminile tratteggiato con delicatezza e sensibilità, ma anche un’opera originale e sorprendente.
Al suo ventiduesimo lungometraggio, il regista spagnolo più celebre al mondo colleziona un altro successo. L’ultimo film di Pedro Almodòvar, Julieta, ora nelle sale al cinema, è un’indagine condotta sapientemente sul mondo femminile, sui rapporti famigliari, sulla vita in generale nelle sue pieghe più tragiche.
La protagonista è la brava Emma Suarez, nei panni di Julieta, che è costretta ad affrontare due perdite importanti nella sua vita, il marito, annegato in mare, e la figlia, che a diciott’anni scompare senza dare traccia di sé.
Almòdovar sceglie ancora una volta una protagonista femminile, e con grande delicatezza è in grado di raccontare un dramma senza però il sentimentalismo e la faciloneria. Rimandando continuamente alla sua estetica onirica e barocca, il regista spagnolo crea un mondo di sogno, prima nell’incontro di Julieta con il suo futuro marito e padre di sua figlia, fino a raccontare, con profondità e maestria, il duro cammino e le ferite che la vita porta con sé.
Vedi anche: Cinema, le 10 attrici più famose di sempre
Almodòvar dirige magistralmente gli attori, da una giovane e procace Julieta interpretata da Adriana Ugarte, alla Julieta di mezza età una donna spezzata che tenta di ricostruire i pezzi della sua vita, affidata all’attrice Emma Suarez.
Un film che vale la pena vedere, e che segna un nuovo capitolo della filmografia del regista spagnolo, che, pur fedele al suo stile inconfondibile e ai temi che gli sono cari – il rapporto figli-genitori, i lutti, le malattie e la morte -, accantona provvisoriamente i toni da commedia per addentrarsi in un racconto a tratti più cupo, ma altrettanto intenso di alcuni suoi film precedenti.
Le donne, sempre protagoniste, sono ritratte nella loro complessità e con sguardo attento alle sfaccettature di animi tormentati ma allo stesso tempo pieni di vita. Ed è proprio alle parole di una donna che è affidato il finale: la grandissima cantante messicana Chavela Vargas intona quella che è, secondo lo stesso regista, la sintesi del film: “Se te ne vai, il mio mondo finisce, quel mondo dove esisti solo tu, non te ne andare, non voglio che tu te ne vada, perché se te ne vai, in questo stesso istante, sono io a morire.”.