Riforma pensioni news. Dal bonus contributivo per i giovani a quello per maternità e figli. Ecco quali sono le 3 ipotesi sulla pensione di garanzia.
Riforma pensioni 2023. Gli incontri fra governo e sindacati hanno portato a tre nuove ipotesi per rafforzare la pensione futura, in particolare di giovani e lavoratrici madri con carriere lavorative discontinue e con pochi contributi versati. Si tratta di bonus contributivi virtuali, per irrobustire le pensioni e coprire eventuali periodi scoperti.
Entriamo quindi nel dettaglio di queste ipotesi sulla pensione di garanzia: in cosa consistono e quali sarebbero i vantaggi, secondo le ultime news.
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Pensione garanzia giovani cos’è
La prima ipotesi è la cosiddetta pensione di garanzia per i giovani, già allo studio da anni, che mira a garantire una pensione dignitosa per chi ha contributi discontinui. Ciò a causa di periodi di disoccupazione, precarietà o altre ragioni.
In altre parole, tramite una serie di agevolazioni, mira ad aumentare i contributi per i giovani, oltre quelli effettivamente versati. Così facendo l’assegno percepito quando si andrà in pensione, non sarà troppo basso. Ma praticamente, tramite quali strumenti si potrebbe garantire questa ipotesi? Vediamole brevemente qui di seguito.
Riforma pensioni 2023: bonus contributivi virtuali e figurativi
Per i lavoratori nel sistema contributivo, cioè in attività dal 1° gennaio 1996, governo e sindacati valutano l’introduzione di un bonus contributivo virtuale. Non si tratta quindi di soldi, ma di contributi aggiunti rispetto a quelli effettivamente versati, aumentando così il totale dei versamenti per i giovani.
In che modo? Le ipotesi sono due:
- garantendo per ogni anno di lavoro 1,5-1,6 anni di versamenti. In pratica lo Stato coprirebbe i periodi di disoccupazione o formazione, facilitando il raggiungimento dei contributi necessari alla pensione.
- Assicurando una contribuzione figurativa tramite un bonus una tantum, sempre allo scopo di riempire eventuali buchi contributivi.
Su entrambe le proposte, che piacciano ai sindacati, bisognerà valutare l’impatto per le casse dello Stato, visto che potrebbero costare diversi miliardi.
Pensione donne con figli, ultime notizie
L’ultima opzione riguarda le lavoratrici madri. In particolare, per le donne che si assentano forzatamente dal lavoro nei periodi di maternità , si valuta la possibilità di introdurre uno “sconto” sui contributi. Al momento l’idea è quella di garantire 12 mesi di versamenti per ogni figlio.
In questo modo si garantirebbe 1 anno di lavoro in meno, rispetto ai requisiti previsti dalla pensione di vecchiaia, per ogni figlio alle lavoratrici madri.
Queste, in sintesi le ipotesi di riforma pensioni 2023. Non solo giovani e donne però: Cgil, Cisl, Uil e governo lavorano anche sulla flessibilità in uscita dal lavoro. In questo caso però le posizioni sono ancora lontane. Da un lato i rappresentanti sindacali vorrebbero l’introduzione della pensione anticipata per tutti a 62 o 63 anni, con penalizzazioni. Dall’altra l’esecutivo preferirebbe una riforma improntata alla pensione contributiva, di sicuro meno costosa per il bilancio pubblico.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web