“Il Mare d’Inverno”, scritta da Enrico Ruggeri e pubblicata per la prima volta da Loredana Bertè è una canzone che vanta numerose versioni. Testo significato e video delle due versioni
Era il 1983 quando Loredana Bertè all’apice del suo successo ha cantato il Mare d’inverno. Allora era popolarissima dopo lo straordinario successo di “Non sono una signora”. Bellissima, dirompente, al centro delle cronache rosa per la sua storia d’amore con Adriano Panatta.
Costantemente al centro della scena anche per i suoi atteggiamenti sempre controversi e provocatori. Ma più di ogni altra cosa Loredana Bertè è una grande artista che ha idee estremamente chiare su quello che vuole proporre al suo pubblico. Ecco intanto il Video di YouTube e a seguire testo significato di una delle più belle canzoni italiane degli anni 80 di Enrico Ruggeri.
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Il Mare d’Inverno – cantata da Loredana Berté
Una recente versione di “Il Mare d’Inverno” che Loredana Bertè interpreta nel suo Special della RAI “Non Sono una Signora”
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La versione Ruggeri
Una versione acustica de “Il Mare d’Inverno” che Ruggeri ha proposto al Festival Musicultura nel 2011. Da rilevare la presenza alla chitarra acustica del co-autore, Luigi Schiavone
Il Mare d’Inverno – Il significato della canzone
La canzone di Enrico Ruggeri racconta quella sensazione che spesso coglie chi torna al mare nella brutta stagione dopo una spensierata vacanza estiva. Riaffiorano tutte le malinconie tipiche di chi si è lasciato alle spalle divertimento e disimpegno ed è di fronte alle incombenze e alla noia della quotidianità.
Il tema dominante è la solitudine. Forse anche l’incapacità di gestire un rapporto che non sia quello, controverso, con se stessi. Tra rimpianti, malinconie, retropensieri e l’incapacità di ripartire, il protagonista della canzone fa i conti con se stesso. E con le occasioni perdute, ormai alle spalle.
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Un testo lucidamente spietato nel quale le due atmosfere rappresentate dal mare, quella estiva e quella invernale, contrastano in modo nettissimo. L’estate porta sole, amore, svago: ma anche musica banale e manifesti colmi di pubblicità… e bugie. L’inverno lascia il turista, alla disperata ricerca di quello che ha perso, malinconicamente solo davanti a un caffè, incapace persino di parlare con se stesso.
Una canzone che Ruggeri racconterà essere stata ispirata da un sentimento giovanile, risalente a quando andava in vacanza insieme a mamma e zie a Marotta, sulle spiagge dell’Adriatico. Un’emozione rivissuta con struggente malinconia rivedendo quelle stesse spiagge con la brutta stagione.
Una canzone straordinaria. Il mare offre sempre spunti musicali di valore assoluto. E qualche anno dopo, un altro autore ispirato come Luca Carboni, in “Mare, mare”, rileggerà questa stessa malinconia di Ruggeri raccontando di un malinconico viaggio verso la riviera romagnola alla ricerca di un amore ormai partito. Tra “…ragazze che sghignazzano, e mi fan sentire solo”
Il Mare d’Inverno – Il testo
Il mare d’inverno è solo un film in bianco e nero visto alla TV
E verso l’interno qualche nuvola dal cielo che si butta giù
Sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via
Punti invisibili, rincorsi dai canis tanche parabole di vecchi gabbiani
E io che rimango qui sola a cercare un caffè
Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera
È poco moderno è qualcosa che nessuno mai desidera
Alberghi chiusi manifesti già sbiaditi di pubblicità
Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d’estate non cade
E io che non riesco nemmeno a parlare con me
Mare, mare… qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
Mare, mare… qui non viene mai nessuno a farci compagnia
Mare, mare… non ti posso guardare così perché
Questo vento agita anche me
Passerà il freddo e la spiaggia lentamente si colorerà
La radio e i giornali e una musica banale si diffonderà
Nuove avventure discoteche illuminate piene di bugie
Ma verso sera uno strano concerto e un ombrellone che rimane aperto
Mi tuffo perplessa ai momenti vissuti di già
Mare, mare… qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
Mare, mare… qui non viene mai nessuno a farci compagnia
Mare, mare… non ti posso guardare così perché
Questo vento agita anche me
Una delle canzoni migliori mai scritte da Enrico Ruggeri che, proprio come Loredana Bertè, non manca mai di riproporla con arrangiamenti spesso anche molto diversi in ogni live. Lo stesso brano, con due anime incredibilmente diverse, che rispecchiano il carattere di interpreti agli antipodi. E che – curiosamente – non si sono mai incrociati sul palco per cantarla insieme almeno una volta. Sarebbe bello…
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.