Meloni pensioni, che novità ci sono sul prepensionamento donne nel 2023? Riforma e legge di bilancio, ecco cosa farà il nuovo governo.
Pensioni donne, durante la campagna elettorale i partiti di centrodestra hanno promesso una riforma pensionistica per il superamento della Legge Fornero. Dopo il successo al voto, ottenuto in particolare da Giorgia Meloni che dovrebbe guidare il nuovo esecutivo, è arrivato il momento di mettere in pratica queste proposte.
Tuttavia bisogna fare i conti con le risorse limitatissime a disposizione. Di conseguenza le scelte del nuovo esecutivo sulle pensioni anticipate potrebbero essere diverse da quelle annunciate. Vediamo allora le ultimissime sulla previdenza sociale in Italia.
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Riforma pensioni 2023, quota 41 ultimissime
In attesa dell’insediamento del governo Meloni, la leader di Fratelli d’Italia sta valutando quali misure attuare nella legge finanziaria. In tema di pensioni anche negli ultimi giorni il segretario della Lega Salvini, uno dei suoi alleati, è tornato a promettere la cancellazione della legge Fornero per la pensione di vecchiaia. Questo tramite l’introduzione della cosiddetta quota 41, che consentirebbe a tutti i lavoratori uomini e donne di andare in pensione versando 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.
Tuttavia il presidente di Confindustria Bonomi ha dichiarato che l’Italia al momento non può permettersi ulteriore spesa per prepensionamenti o misure come la flat tax. La realtà è che non ci sono i soldi a sufficienza per realizzare subito quanto promesso. In effetti molte delle risorse disponibili dovranno essere destinate all’aumento delle pensioni da attuare a gennaio 2023 (da 8 a 10 miliardi secondo le stime degli esperti).
Senza dimenticare le ingenti somme di denaro necessarie per diminuire l’impatto delle bollette sulle tasche degli italiani.
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Opzione donna 2023 sarà prorogata?
In virtù di questo la cosa più probabile è che nella Legge di bilancio 2023 il nuovo governo non riesca ad attuare la riforma pensioni. Difficile con le poche risorse e i tempi stretti (ricordiamo che la manovra deve essere approvata entro il 31 dicembre 2022) introdurre misure complesse e costose come quota 41 per tutti.
Più probabile invece la conferma degli scivoli già esistenti. In particolare Opzione donna, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2022, ma che potrebbe essere prorogata per un altro anno.
L’eventuale rinnovo di questo scivolo consentirebbe alle lavoratrici dipendenti di andare in pensione con 35 anni di contributi versati e 58 di età . Mentre le autonome potrebbero lasciare il lavoro anticipatamente a 59 anni e 35 contributivi.
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Pensioni news donne e uomini
Insomma, al momento le priorità del prossimo governo sembrano essere trovare le risorse necessarie per la rivalutazione delle pensioni e gli aiuti per le bollette. Una volta trovate difficilmente resterà molto spazio di manovra per la riforma pensioni o per incrementare le pensioni minime.
Non è ancora certo, ma possibile che la riforma venga rinviata all’anno prossimo. Nella legge di stabilità 2023 potrebbe invece trovare spazio il rinnovo di opzione donna, misura comunque importante specie per la lavoratrici nate nel 1964.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web