Pensioni 2025: 5 anni in più per la pensione di vecchiaia? Ultime news

Riforma pensioni: aumento dei contributi per andare in pensione, ma non subito. Nel 2025 restano le quote, ma cambia l’uscita a 64 anni.

Le pensioni 2025 cambiano poco in Italia con la manovra finanziaria del governo Meloni, ma c’è una proposta del CNEL che può aumentare di 5 anni i contributi necessari per andare in pensione.

Pensioni 2025 riforma
Pensioni 2025 proposta CNEL aumento contributi da versare – Credits: Ipa

Ne parliamo qui di seguito, in base alle news sulla riforma pensioni 2025 ultima ora e alle novità sulle pensioni anticipate.

CNEL: in pensione con più contributi

Nel 2025 per accedere alla pensione di vecchiaia servono 20 anni contributivi e 67 di età anagrafica. Ma l’ipotesi avanzata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, prevede l’aumento dei contributi da versare a 25 anni (quindi cinque in più rispetto a quelli previsti attualmente).

Attenzione l’incremento non riguarda l’età pensionabile che per ora resta di 67 anni, ma i contributi da versare all’INPS. Questo significa che non bisogna avere 70 o 72 anni per lasciare il lavoro. Tuttavia chi ha iniziato tardi a lavorare, oppure ha avuto dei buchi contributivi, dovrà continuare anche oltre i 67 anni se non raggiunge i 25 anni di versamenti. Con tale meccanismo lo Stato risparmia soldi, ma per molti lavoratori (con carriere discontinue) è più difficile raggiungere i nuovi requisiti.

Pensione con 25 anni di contributi, da quando?

Non solo il CNEL ma anche l’Inps nel suo rapporto annuale ha sottolineato che l’età media d’uscita dal lavoro in Italia è 64,2 anni. Troppo bassa secondo l’istituto di previdenza, visto l’aumento dell’aspettativa di vita e il numero crescente di pensionati, rispetto alla popolazione lavorativa. Con questo andamento la spesa previdenziale rischia di non essere più sostenibile.

Per questo il governo potrebbe votare le proposte CNEL durante il 2025. Quindi al momento non è ancora certo che serviranno 5 anni contributivi in più per la pensione di vecchiaia. Tuttavia si tratta di una possibilità concreta dal 1° gennaio 2026, visto che lo Stato italiano deve diminuire la spesa pensionistica.

Pensioni 2025 anticipate: quote confermate

Buone notizie invece per le pensioni anticipate e la flessibilità in uscita dal lavoro. La legge di bilancio 2025 conferma:

1) quota 103, per la pensione con 62 anni e 41 contributivi, ma con una finestra mobile (ossia il tempo di attesa da quando si maturano i requisiti) di 7 mesi

2) opzione donna, con requisiti di 61 anni di età e 35 di contributi maturati già al 31 dicembre 2024

3) ape sociale, a 63 anni e 5 mesi di età e 30/36 anni di contributi.

Vedi anche: Quante settimane servono per andare in pensione

Pensione anticipata a 64 anni nel 2025

La finanziaria ha anche introdotto una nuova forma di flessibilità in uscita dal lavoro. Dal 2025 chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 può accedere alla pensione anticipata a 64 anni di età se ha:

– aderito a forme di previdenza complementare

– versato almeno 25 anni di contributi (5 in più rispetto ai 20 previsti in passato)

– maturato un assegno pensionistico pari almeno a 3 volte rispetto a quello sociale, vale a dire oltre i 1.600 euro.

In pratica il nuovo scivolo pensionistico non riguarda tutti, ma solo chi raggiunge questi requisiti. La legge inoltre prevede un aumento a 30 anni dei versamenti previdenziali necessari a partire dal 2030.

Le proposte CNEL sulle pensioni anticipate

Per il futuro il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro propone anche l’abolizione del meccanismo delle quote, a favore di una griglia di uscite anticipate. Con questo nuovo meccanismo si potrebbe lasciare il lavoro in un’età compresa fra 64 e 72 anni. Quindi più alta rispetto agli scivoli pensionistici attualmente in vigore. L’idea è quella di aumentare il requisito minimo di accesso, evitando prepensionamenti prima dei 64 anni, ad eccezione di chi ha una pensione complementare.

Queste le ultime novità. In sintesi le regole per andare in pensione non cambiano, ma c’è uno scivolo in più previsto dalla riforma pensioni 2025 nella manovra. Ma dal 2026 molte cose potrebbero variare per i lavoratori, se il governo seguirà le indicazioni del CNEL.

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