Chi controlla oggi la Ferrari? Proprietà, azioni, utili, dividendi e prospettive di un’azienda che non è più solo italiana.
Di chi è la Ferrari? A chi appartiene? A prima impatto rispondereste probabilmente della Fiat, ma in realtà non è esattamente così.
Ferrari: un mito del Made in Italy
Creata nel 1929 come scuderia corse è oggi il produttore di auto di lusso più famoso al mondo e tra i più titolati al mondo in Formula Uno (15 titoli piloti e 16 titoli costruttori in F1) ma anche in altre competizioni (12 campionati del mondo Sport Prototipi, 9 vittorie alla 24 ore di Le Mans, 7 Milla miglia e molto altro). Un mito assoluto simboleggiato dal “Cavallino rampante” e dal colore rosso che la rendono riconoscibile universalmente. Le auto, prodotte a Maranello (in provincia di Modena), sono commercializzate in oltre 60 Paesi in tutto il mondo.
A chi appartiene oggi però la rossa fondata da Enzo Ferrari?
Chi detiene le azioni Ferrari
Dal 2016 la società è quotata in borsa: è una società di diritto olandese, la Ferrari N.V.. La proprietà è in mano a Piero Ferrari, unico figlio ancora in vita del fondatore Enzo Ferrari, che ne detiene il 10,3%. Poi c’è un 24,2% di proprietà di Exor, la finanziaria “cassaforte” della famiglia Agnelli. Il restante flottante ammonta al 64,5% è in altre mani, ma Exor e Piero Ferrari, grazie ad un patto parasociale, possono comunque controllare la maggioranza relativa dei voti in assemblea.
Gli altri azionisti sono fondi istituzionali come Baille Gifford & C. (5,42%), Price Associates (4,04%), Vanguard Group (1,65%) e molti altri comprese banche d’affari (Morgan Stanley 0,87%, Bank of Italy 1,11%). Si aggiungono i fondi comuni di investimento come Vanguard Fund (2,45%), Price (1,22%) ecc. Insomma una compagine variegata che ha un nucleo forte in Italia con Exor e Piero Ferrari e una costellazione di investitori globali. Quindi, semplificando, potremmo dire che si tratta di una società per metà italiana e per metà straniera.
Dati aggiornati al 31 marzo 2022
I numeri impressionanti di Ferrari
Pur producendo un numero molto limitato di macchine, per mantenere l’esclusività del marchio (le consegne totali nel 2021 sono state pari a 11.155 vetture, in aumento di poco più di duemila unità sull’anno precedente) Ferrari ha ricavi netti molto elevati (oltre 4,2 miliardi di Euro) con una crescita sostanziale rispetto all’anno precedente (che pur deve tener conto della pandemia, con 3,4 miliardi di Euro).
Anche l’indebitamento industriale netto è in calo. Sebbene nel 2020 il valore si sia attestato a 543 milioni di Euro, con un balzo rispetto ai 337 del 2019, nel 2021 l’ammontare è tornato a scendere con 297 milioni.
Da cosa arrivano gli utili Ferrari?
Naturalmente la fetta maggioritaria è rappresentata dalle automobili e dal ricco ricarico su tutte le parti di ricambio originali: 3,5 miliardi di Euro con una crescita consistente rispetto al 2020 quando il valore si era attestato a 2,8 miliardi. Ma Ferrari fa introiti anche in altre maniere: producendo e vendendo motori di grande perfezione tecnica e con tutte le sponsorizzazioni e la cessione di utilizzo del marchio e del nome (oltre mezzo miliardo di Euro).
Le maggiori vendite avvenute nel 2021 (in termini di miliardi di euro) sono avvenute nell’area EMEA (1,4 miliardi), seguite dagli Stati Uniti (0,9 miliardi), l’area APAC (mezzo miliardo), appena sopra a Regno Unito e Italia con 400 milioni di euro ciascuna. In tutte queste aree Ferrari ha registrato un incremento che si è attestato dal 9,6% in su.
Vedi anche: La fantastica Ferrari Fxx K ibrida
Ferrari è scalabile in borsa?
Le regole della quotazione olandese, cui Ferrari sottostà essendo appunto una società olandese, la rendono in sostanza non scalabile in modo ostile dato che Exor e Piero Ferrari, legati da un patto parasociale, possono opporre un sostanziale veto.
Questo significa che a meno di offerte veramente, veramente corpose o di crisi pesantissima della capogruppo, Ferrari sarà difficilmente in vendita.
Scuderia Ferrari in Formula 1
La storia della “rossa” è legata a doppia mandata al suo creatore Enzo Ferrari, che impiegò il suo genio in Formula 1, ma anche in Sport Prototipi e Gran Turismo. Non tutti sanno che però la passione per i motori la portò a concorrere anche nel motociclismo (dal 1932 al 1934). Capace di inanellare oltre mille Gran premi di Formula 1 con oltre duecento vittorie, dal 2019 è gestita da Mattia Binotto. Il team principal è subentrato a Maurizio Arrivabene dopo esser entrato a far parte della famiglia del “Cavallino rampante” nel 1995.
Dopo anni di sacrifici e di turbolenza soprattutto per i tifosi di F1 – l’ultimo successo iridato è datato 2008 – nel 2022 la coppia di piloti formata da Charles Leclerc e Carlos Sainz, sta portando nuovamente la rossa di Maranello ai vertici del mondiale, regalando gioie ed emozioni che da troppo tempo mancavano in tutto il Belpaese. Anche grazie alla nuova monoposto Ferrari F1-75 decisamente più veloce rispetto al recente passato.
Abbiamo visto di chi è la Ferrari oggi, i numeri del bilancio e quali sono le prospettive economiche e nel mondiale di Formula 1, di un marchio leader nel settore delle auto di lusso a livello mondiale.
© copyright (01/04/2022)
Tomaso Borzomì è nato a Venezia, dopo la laurea vince una borsa di studio per il PhD in management, ma lo lascia per intraprendere la carriera da giornalista. Iscritto all’ordine dal 2010 collabora con testate nazionali occupandosi di sport.