Inter: calciomercato tra liti e sogni proibiti. Ultime news su Messi e tutti gli allenatori bruciati da Internazionale Milano.
È un’Inter sull’orlo di una crisi di nervi quella che lascia il campionato con un secondo posto che sembra non soddisfare nessuno. Certamente non Antonio Conte, che immediatamente dopo la vittoria sull’Atalanta per 0-2, uno dei successi più significativi dell’anno considerando che vale la seconda posizione in classifica alle spalle della Juventus, si è lasciato andare a dichiarazioni molto pesanti anche nei confronti della società.
Conte si è lamentato con i giornalisti per gli attacchi ricevuti da lui, personalmente, ma anche dalla squadra e dai giocatori. Ma le sue frasi più pesanti sono state rivolte al club, reo di non averlo difeso in alcune circostanze e di non essere stato in grado di fare gli interessi della squadra quando erano in atto discussioni che riguardavano il calendario che, secondo il tecnico, avrebbe pesantemente danneggiato i nerazzurri.
Non è certo la prima volta che l’Inter registra un malumore evidente da parte del proprio allenatore.
Quanti sono gli allenatori bruciati all’Inter
La storia, non solo recente, è ricchissima di episodi di questo tipo. Basti pensare a Roberto Mancini che, nel pieno di una stagione trionfale, ma dopo una partita sfortunata che significò l’eliminazione dalla Champions League per mano del Liverpool, ebbe un violentissimo sfogo con la stampa che finì per portare al suo esonero da parte di Massimo Moratti. E dire che dieci giorni prima i due andavano d’amore e d’accordo e stavano parlando di rinnovo triennale. Ma di fronte a un allenatore che aveva detto “basta, colpa mia, mi faccio da parte”, Moratti non fece altro che prendere atto della dichiarazione e accontentarlo. In realtà si è visto anche di peggio.
Più recentemente Luciano Spalletti aveva chiaramente fatto capire alla stampa di essere mal sopportato da alcuni giocatori e anche della società. Marcello Lippi, quando la stagione 1999/00 era appena cominciata, uscì inviperito in conferenza stampa dopo una brutta sconfitta contro la Reggina e disse “i giocatori non credono in me, vadano dal presidente. Per quanto mi riguarda andrebbero presi a calci nel culo ma se Moratti lo ritiene può anche cacciarci tutti”. Moratti, che fino a quel momento aveva concesso a Lippi praticamente qualsiasi cosa, persino la costruzione di un muretto nei pressi di Appiano Gentile per impedire ai giornalisti di seguire gli allenamenti della squadra, lo allontanò rimettendoci un sacco di soldi.
Tutte le colpe dei tecnici
Gli episodi si sprecano più o meno clamorosamente: si può tornare al grande Osvaldo Bagnoli, forse uno degli allenatori più grandi e sottovalutati della storia del calcio italiano che all’Inter non ebbe fortuna. Troppa umiltà in un ambiente tronfio che lo sgretolò. Bagnoli non allenò mai più… Così come Orrico, il mago della zona totale, che oggi viene considerato uno degli esperimenti più fallimentari del club. O Gigi Simoni, che arrivò vicino come nessun altro a togliere lo scudetto alla Juventus. Famoso l’episodio del rigore non dato su Ronaldo nello scontro diretto che poi portò all’espulsione di un tecnico solitamente molto pacato. Per non parlare più recentemente di Gasperini o Benitez anche loro alienati dal club come una sorta di corpo estraneo.
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Lo sfogo intempestivo di Conte
Si pensava che con Antonio Conte le cose potessero andare diversamente perché si tratta di un allenatore e di esperienza e di enorme personalità. Ma la gestione di un club del genere, soprattutto negli ultimi anni con una proprietà non italiana non è cosa facile neppure per un domatore di giocatori come l’ex tecnico della Juve. Che cosa succederà adesso non è dato sapere.
Nella realtà dei fatti lo sfogo di Conte arriva nel momento meno opportuno perché la squadra è ancora in corsa per l’Europa League e ripartirà dagli ottavi di finale in programma con gli spagnoli del Getafe un appuntamento tutt’altro che irresistibile per la squadra nerazzurra che ha la concreta possibilità di salvare la stagione diventando la prima squadra italiana a vincere una coppa internazionale che fino a oggi le nostre squadre hanno sempre snobbato e comunque fallito. La concorrenza, soprattutto in un momento storico così particolare con molte squadre che hanno cominciato ad allenarsi da pochissimo e si trovano incomplete o nel bel mezzo di un mercato molto incerto, non è poi così impossibile. Ma si riparte da qui, da questi malumori e da un sentimento di irrequietezza che a quanto pare all’Inter è una costante.
Messi all’Inter, sogno non più proibito
Tuttavia, si parte anche dal mercato e da voci che si stanno facendo sempre più insistenti e che riguardano uno dei vecchi pallini dell’Inter, Lionel Messi. Che l’argentino voglia andare via da Barcellona, ma soprattutto dalla Spagna, è risaputo. Le ultime vicende fiscali che hanno coinvolto Messi, suo padre e il suo agente, hanno destato profondo scontento nel giocatore che è in perfetta salute e vorrebbe poter vivere almeno altre tre stagioni ad alto livello. Messi poi è legatissimo a Javier Zanetti.
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Il suo cartellino non è più così inattaccabile: l’anno prossimo il suo contratto è in scadenza e il giocatore potrebbe venire via a costo zero. Quest’anno, anche per questo motivo, la trattativa con il Barcellona sarebbe ben al di sotto della clausola rescissoria. Senza contare che ai blaugrana interessa moltissimo quel Lautaro Martinez che l’Inter può mettere sulla bilancia della trattativa. Ci sono poi aspetti non secondari. Più personali. Messi ama l’Italia e adora Milano.
Ha comprato due appartamenti, uno per sé e uno per i genitori, in pieno centro, nel Bosco Verticale a due passi da corso Como. A Milano, tra l’altro, la sua società personale ha diversi investimenti in corso: negozi di abbigliamento, una concessionaria automobilistica, una partecipazione in un’agenzia di eventi e di moda. Un modo come un altro per diversificare un patrimonio immenso che il fisco spagnolo sta stringendo da tempo in una morsa dalla quale Messi vuole a tutti i costi liberarsi.
Perché Messi può arrivare
Il paradosso è che Messi, all’inter, poteva arrivare addirittura 12 anni fa quando Moratti era pronto a sborsare l’impossibile pur di averlo. Ma l’affare non andò in porto. Ci fu un’altra occasione in cui Messi fu vicinissimo alla società nerazzurra. Quando il giocatore argentino era poco più di un ragazzino molto promettente fece due provini in Italia. Uno a Como, e venne scartato, quando il presidente della società era l’attuale proprietario del Genoa Enrico Preziosi, perché ritenuto troppo leggero per il campionato italiano. I tecnici dell’Inter, invece, pare gli avessero preferito Martins, più vecchio di lui di un anno e un po’ più strutturato. Ma si tratta di aneddotica calcistica, vicina alla leggenda.
La realtà è che l’Inter, ancora una volta, si trova sull’orlo di una crisi di nervi ma sulla strada che può portare comunque un trofeo. O si centra l’Europa League, o è il nulla assoluto. E in questo secondo caso non ci sarebbero molte alternative se non l’addio definitivo di Conte e forse l’arrivo di un Messi atteso inutilmente per oltre 12 anni. Unico sedativo ufficiale al cospetto dell’ennesima crisi di nervi.
Un repertorio dell’infinito numero di qualità tecniche di Leo Messi fin dai suoi 19 anni
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.