Il campo ha detto che l’Italia non vale il Belgio, l’Islanda e tantomeno la Francia. Dall’Europeo di calcio femminile le Azzurre escono deluse, ma anche con qualche consapevolezza importante
Nazionale Donne – Una squadra fragile, che in difesa ha avuto momenti di incertezza che si sono sempre rivelati decisivi e pesanti: sia contro la Francia, in avvio, che contro l’Islanda e il Belgio.
Ma anche una formazione generosa e tenace, coraggiosa, a tratti capace di esprimere un calcio piacevole. Ma inferiore per mentalità e forse anche da un punto di vista fisico non all’altezza degli standard imposti da questo Europeo che si sono rivelati estremamente alti.
Perché l’Italia calcio donne non è un fallimento
Sarebbe facile bollare la missione italiana in Inghilterra come un fallimento e chiudere in un archivio buio tutti i dettagli che queste tre partite hanno fornito. Ma non sarebbe né giusto né produttivo. L’Italia in realtà ha pagato, forse troppo, le proprie ingenuità : che sono state indubbiamente gravi, soprattutto nell’esordio contro la Francia. Incontrando anche una discreta dose di sfortuna che si è trasformata in pali, traverse e miracoli del portiere anche quando in campo la squadra dimostrava di poter giocare e segnare.
Le partite sono fatte da episodi: la Nazionale femminile ha attaccato tanto, e segnato troppo poco, due soli gol, uno dei quali davvero decisivo. In difesa forse ha subito troppo. Ma parlare di colpe e di fallimenti sarebbe ingiusto e sbagliato. Questa squadra ha semplicemente scritto l’ennesimo capitolo, purtroppo senza alcun lieto fine, di un percorso di crescita che è evidentemente ancora lungo.
Che cosa manca all’Italia del calcio femminile
Brucia, perché un’occasione del genere in un momento di grande visibilità con la diretta televisiva su RAIUno in prima serata forse avrebbe meritato una squadra in condizioni globalmente migliori. Ma anche questo deve essere un momento di riflessione. Se è vero che il campionato di Serie A femminile si avvicina sempre di più al professionismo, è anche vero che nei campionati cui dobbiamo fare riferimento (Germania, Spagna, Inghilterra e Francia, ma anche Olanda) si gioca molto di più.
Il nostro invece diventerà un torneo per dieci sole squadre: diciotto partite in tutto. E la Coppa Italia offre poche gare in più e solo alle migliori. Occorre alzare il livello: come ha ben dimostrato la Juventus Women in Champions League. É solo alzando il livello che puoi migliorarti: le squadre italiane devono fare di più, in un sistema che non guardi più al calcio femminile come a un parente povero, a un corpo estraneo.
Nazionale Donne Prossima tappa: qualificazione al Mondiale
L’Italia esce dall’Europeo del calcio femminile come tante squadre ben più blasonate delle Azzurre o con un ranking nettamente superiore al nostro. Escono con un bilancio certo non migliore del nostro la Danimarca (quarta nel ranking Europeo), la Norvegia (quinta), l’Islanda e la Finlandia: tutte superiori a noi. All’Italia resta la magra consolazione di avere fatto piccoli progressi in un mondo che sta evolvendosi a passo velocissimo e che non ci aspetta. Occorrono iniziative globali, pensate e volute solo per lo sviluppo del calcio femminile. E forse, tra un po’ di tempo, e sempre con la spinta di chi sta rincorrendo, si potrà davvero pensare di far parte di un sistema europeo di gran lunga più avanti di quello italiano per mezzi, strutture, investimenti e progetti.
Italia eliminata. Ma non bocciata. Si va avanti con tante giovani interessanti in vista del prossimo obiettivo, la qualificazione al Mondiale. All’Italia mancano due sole partite, in Moldavia (2 settembre) e in casa con la Romania (6 settembre, Ferrara). Per allora sarebbe bello vedere uno stadio davvero pieno, pronto a fare festa: per una squadra che non è e non può essere la copia del calcio maschile ma che rappresenta con pari dignità il calcio femminile del nostro paese.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.