Canzoni. I giardini di marzo, testo, video e significato del capolavoro di Lucio Battisti
Cosa ci vuole raccontare Lucio Battisti con la sua canzone I Giardini di marzo, una delle piĆ¹ famose della coppia Battisti e Mogol? Ecco il testo e il significato de I giardini di marzo di Lucio Battisti. Qua sotto video con testo, a seguire il testo completo e l’analisi della canzone.
Lucio Battisti – I giardini di Marzo
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Testo I Giardini di Marzo
Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati
Al ventuno del mese i nostri soldi erano giĆ finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il piĆ¹ bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
E alla sera al telefono tu mi chiedevi perchƩ non parli
Che anno ĆØ, che giorno ĆØ?
Questo ĆØ il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano piĆ¹
E ho nell’anima
In fondo all’anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’ĆØ
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti “Tu muori”
“Se mi aiuti, son certa che io ne verrĆ² fuori”
Ma non una parola chiarƬ i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno ĆØ, che giorno ĆØ?
Questo ĆØ il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano piĆ¹
E ho nell’anima
In fondo all’anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’ĆØ
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Significato de I giardini di marzo
Come molte altre canzoni firmate Battisti/Mogol, anche I giardini di marzo riesce ad incorniciare con grazie e profonditĆ uno stato dāanimo che ci riguarda tutti e tutte, emozioni e sentimenti che almeno una volta nella vita ognuno di noi ha provato.
Questa bellissima canzone racconta da un lato la forza dellāamore che ci fa sentire connessi con il cosmo, che costruisce un ponte tra cielo e terra, dove ālāuniverso trova spazioā dentro di noi, e dallāaltro perĆ² la paura che ci impedisce di afferrare la vita a piene mani, di fare scelte forti che ci permettano di cambiare la nostra situazione e di vivere, finalmente.
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“Al ventuno del mese i nostri soldi erano giĆ finiti”
La canzone inizia parlando di una scena di vita quotidiana piuttosto normale, Mogol decide di raccontare la tristezza di una storia di vita difficile, dove i soldi mancano, e la vita sembra essere sospesa, nellāeterna attesa che qualcosa possa migliorare.
I primi versi sembrano riecheggiare ad un passato lontano, con Battisti che richiama a sĆ© anche lāimmagine della madre āIo pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestitiā, a scene di vita dāinfanzia, dove forse persino andare a scuola era un problema, quando non cāerano i soldi per acquistare i libri. Dopo questo viaggio nel passato, il cantante sembra chiedersi ora in che momenti della vita si trovi. Dopo la confusione dei ricordi, arriva la chiarezza: lāamore.
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Solo lāamore infatti puĆ² portarci alla realtĆ , ricondurci a noi stessi, farci sentire connessi con il circostante, con lāuniverso che ci circonda. āQuesto ĆØ il tempo di vivere con te / Le mie mani come vedi non tremano piĆ¹ / E ho nell’anima / In fondo all’anima cieli immensi / E immenso amoreā.
Dopo le miserie passate, dopo il dolore, arriva il tempo della condivisione. Questo ci vogliono dire Battisti e Mogol, che saper vivere nellāamore ĆØ lāunico modo in cui ĆØ possibile vivere. Lāimmagine della natura che spesso ricorre allāinterno del testo serve proprio a dare questo respiro di immensitĆ che solo lāamore puĆ² consentire, quando il tremore che la paura della vita e della morte ci paralizza smette di essere, e una sensazione di gioia ci avvolge completamente.
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“Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’ĆØ”
Ma di fronte allāenormitĆ di questo sentimento, Mogol, con molta crudezza, ci ricorda che vivere con coraggio non ĆØ facile. Con una frase poetica che raccoglie tutta lāamarezza della vita, ci dice: āMa il coraggio di vivere quello ancora non c’ĆØā. Il protagonista non ha il coraggio di scegliere lāamore, la donna che ama diventa quindi āunāattrice di ieriā, la lascia imprigionata nel passato, invece di renderla la protagonista del suo presente.
Questa ĆØ la maledizione che troppe volte ci impedisce di vivere liberamente, che ci costringe ad una vita di prigionia dove lāamore, lāunica cosa che puĆ² donare senso e pienezza alla vita, viene trascurato, abbandonato, per paura. PerchĆ© rinunciare a tanta bellezza?
Questo vuole dirci Battisti con questa canzone, che la paura ĆØ la nostra peggiore nemica e che spesso ci impedisce di vivere come vorremmo. Bisogna ricordarsene ogni volta che ci si presenta lāopportunitĆ di tornare finalmente a noi stesse e a noi stessi.
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Battisti live canta i Giardini di Marzo, 1972, da vedere!
Documento video eccezionale, Lucio Battisti canta I giardini di Marzo, anno 1972. Imperdibile.Ā Eccolo:
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La musica de I giardini di marzo
Come sappiamo, lāaccoppiata Battisti/Mogol ĆØ stata una delle accoppiate piĆ¹ fruttuose e prolifiche della storia della musica italiana. I testi di Mogol erano infatti perfetti per essere musicati dal grande musicista Battisti, capace di coglierne perfettamente lāessenza e di illuminarne il significato.
CosƬ succede anche in questo brano, dove Battisti ĆØ bravissimo a creare i contrasti che servono a portare a galla questa sensazione di conflitto tra due strade possibili, quella di un amore davvero cosmico, e quella dellāamarezza e della paura che ci impedisce di fare una scelta coraggiosa.
Anche vocalmente, ad un canto piĆ¹ spianato ed aperto nella parte del ritornello, oppone invece un canto quasi sussurrato, quando dice āma il coraggio di vivere, quello ancora non cāĆØā, quasi a ben descrivere il senso di vergogna che ci prende quando non siamo capaci di vivere allineati con noi stessi, ma decidiamo di fare scelte comode, quelle che gli altri decidono per noi. I giardini di marzo ĆØ un vero capolavoro sia poetico sia musicale, che rimarrĆ una pietra miliare indiscussa della musica italiana.
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Alice Del Monaco ĆØ nata a Roma nel 1991 e vive a Londra ormai da molti anni. Laureata in psicologia ĆØ appassionata di scrittura, musica e cinema – con una predilezione per il rock, il rap e il cinema horror – e di questi temi si occupa per Donne sul Web.