Luciano Spalletti carriera, successi e insuccessi, stile di gioco, squadre, stipendi e trofei dell’allenatore più ambito del momento
Luciano Spalletti. Una lunga carriera da giocatore, un buon centrocampista tattico con grande attitudine alla difesa del pallone e del campo. Certo non un fuoriclasse.
Oltre vent’anni tra settore giovanile e prima squadra di degna rappresentanza nelle serie minori. Castelfiorentino (in Serie D), Entella, Spezia, Viareggio ed Empoli sempre tra C2 e C1. Spalletti ha giocato quasi 300 partite da professionista segnando una ventina di gol.
Luciano Spalletti, da giocatore ad allenatore
Ma è in panchina che Luciano Spalletti è diventato quel fuoriclasse capace di cambiare completamente i destini di una squadra vincendo molto, maturando esperienze non sempre facili e a volte anche deludenti, fino a inseguire il grande successo… Il titolo del campionato italiano di Serie A.
Spalletti: un predestinato
Classe 1959, toscano di Certaldo, Luciano Spalletti è considerato in questo momento insieme a Stefano Pioli e Gian Piero Gasperini, il migliore allenatore italiano. Un uomo che avrà ancora tutto il tempo per poter competere ai massimi livelli nel tentativo di raggiungere i grandi successi di maestri come Carlo Ancelotti, il tecnico che ha vinto più di ogni altro in ambito europeo. Ma la gavetta di Spalletti è stata lunga e non priva di momenti di grande difficoltà.
Gli esordi con l’Empoli
Al suo esordio in panchina nelle giovanili dell’Empoli, dove aveva appena chiuso la sua carriera agonistica nel 1993, fanno seguito quattro stagioni ad alto livello, sempre con la squadra toscana, che prima riesce a salvare dalla retrocessione in C2. E poi, in due sole stagioni, porta addirittura al massimo campionato ottenendo una clamorosa salvezza in anticipo in Serie A nel 1998.
Il crack alla Samp
Il passaggio successivo all’ambiziosa Sampdoria è uno di quei corti circuiti che nella carriera di un allenatore, a volte, capitano. La società blucerchiata non è più quella dello scudetto vinto nel 1991. Il presidente Paolo Mantovani è deceduto, la squadra si riorganizza con un mercato non del tutto efficace e finisce nei bassifondi della classifica. Spalletti conosce il suo primo esonero, sostituito da David Platt. Verrà richiamato per risollevare le sorti di una squadra messa ancora peggio di come l’aveva lasciata. Non ci riuscirà. A fine stagione la squadra scende in Serie B e Spalletti lascerà Genova definendo la retrocessione con i blucerchiati “un lutto personale”.
Venezia, Ancona e Udinese
É da qui, passo dopo passo, che Luciano Spalletti ricostruisce la sua carriera tra alti e bassi. Ma sempre all’insegna di un percorso di crescita e di consapevolezza che è soprattutto personale. Ancora un esonero con il Venezia, una prima chiamata all’Udinese, una breve esperienza all’Ancona. Ma è quando torna all’Udinese – richiamato dalla famiglia Pozzo – che la carriera di Luciano Spalletti effettua un vero e proprio salto di qualità. Con lui i friulani nel 2005 ottengono la prima storica qualificazione alla Champions League. E Spalletti passa alla Roma per la prima vera scommessa della sua carriera di allenatore.
Spalletti e la Roma: successi e discussioni
Con i giallorossi Spalletti resta per ben quattro stagioni conquistando per due volte la Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Sono i suoi primi trofei nazionali nel nostro paese. All’alba della quinta stagione, dopo alcuni attriti che culminano in vere e proprie discussioni causate anche da una campagna di mercato che non aveva incontrato le esigenze e le richieste del tecnico, Spalletti si dimette.
Tornerà alla Roma quasi sette anni più tardi, dopo un lungo esilio in Russia, allo Zenit San Pietroburgo, dove vince tutto e guadagna un sacco di soldi imponendo un calcio piacevole, spettacolare che lo impone nuovamente all’attenzione generale. Esonerato nel 2014, dopo un anno di periodo sabbatico, Spalletti torna di nuovo alla Roma per sostituire Rudy Garcia. Sono gli anni del dualismo con un Francesco Totti a fine carriera e delle incomprensioni con la curva sud. Le grandi delusioni sono la mancata qualificazione in Champions League e l’eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio. Per contro la Roma ottiene un clamoroso secondo posto in campionato totalizzando il maggior numero di punti e di gol segnati in una sola stagione nella storia della società. Ma i rapporti con dirigenza e tifoseria sono ormai compromessi. E Spalletti lascia di nuovo il club giallorosso.
Spalletti Inter, un amore non consumato
Chiamato all’Inter in una fase di profonda trasformazione del club nerazzurro, che dopo il triplete di Mourinho e la cessione del club da parte della famiglia Moratti non era più riuscita a riemergere, Spalletti resta in nerazzurro per due intere stagioni. Un quarto posto nella prima; una partenza deludente nella seconda che vede la squadra retrocessa in Europa League e fuori dalla Coppa Italia ai quarti di finale. Il quarto posto conclusivo in campionato non basta a Spalletti per farsi confermare, e il tecnico viene sostituito.
Spalletti e il Napoli: un sogno che si realizza
É a Napoli che si concretizza la definitiva consacrazione di un tecnico che trova proprio con la società biancoazzurra di Aurelio De Laurentiis la formula magica per realizzare tutti i suoi sogni. Difeso a spada tratta dal suo presidente anche nei momenti di maggiore difficoltà, Spalletti inanella una serie di risultati in crescendo che lo vedono prima settimo, alle spalle della solita Juventus e di tutte le altre strafavorite del Nord. Poi il secondo, beffato dal Milan in un finale di stagione nel quale la squadra partenopea manca un paio di risultati decisivi che potevano fruttare lo scudetto.
Nell’estate del 2022, nonostante il Napoli perda alcuni dei suoi gioielli più importanti e amati, come il difensore Coulibaly e gli attaccanti Insigne e Mertens, Spalletti resta al suo posto. Al nigeriano Osimhen si aggiunge il georgiano Kvicha Kvaratskhelia straordinario talento grezzo poco conosciuto dal pubblico.
Il processo di trasformazione che Spalletti aveva iniziato due anni prima dà vita a una squadra impressionante che gioca un calcio travolgente e spettacolare in Italia e in Champions League ottenendo un larghissimo margine di vantaggio in Serie A per conquistare quel terzo scudetto che manca dai tempi di Diego Armando Maradona.
Lo stile di gioco di Spalletti
Luciano Spalletti è noto per il suo stile di gioco offensivo e veloce. Le squadre che ha allenato sono solite esercitare un pressing alto e costante sulla squadra avversaria, cercando di recuperare velocemente il pallone e di attaccare in modo diretto e incisivo. Una squadra capace di velocizzare enormemente l’azione dalla fase di non possesso a quella di possesso.
Spalletti ha sviluppato un’ampia varietà di sistemi di gioco nel corso della sua carriera. Ma è spesso associato al 4-2-3-1 o al 4-3-3. In questi schemi, gli attaccanti sono solitamente supportati da centrocampisti che si inseriscono soprattutto sulle linee esterne pre creare supriorità numerica in attacco.
Le squadre di Spalletti sono anche note per la loro disciplina tattica e la capacità di adattarsi rapidamente alle situazioni di gioco.
In generale, lo stile di gioco di Spalletti si concentra sulla creazione di opportunità da gol, sulla velocità di gioco e sulla fluidità del passaggio della palla. Il tecnico è un divulgatore: ama plasmare i suoi giocatori a volte investendo molto tempo nella realizzazione dei suoi pensieri.
Gli insuccessi e gli esoneri
Luciano Spalletti, come tutti gli allenatori di calcio, ha subito alcuni esoneri nel corso della sua carriera. In particolare, è stato esonerato sei volte, e in diverse occasioni:
Nel 1999 viene prima esonerato e poi richiamato dalla Sampdoria che con lui retrocede in Serie B.
L’anno dopo Spalletti è stato esonerato dal Venezia, dopo aver ottenuto soltanto due vittorie nelle prime otto partite di campionato.
Nel 2001, Spalletti è stato esonerato nel suo primo mandato all’Udinese, dopo aver ottenuto soltanto due punti nelle prime quattro partite di campionato. Si rifarà ampiamente pochi anni dopo raggiungendo la Champions League.
Nel 2009, Spalletti è stato esonerato dalla Roma, dopo una serie di risultati deludenti, tra cui la sconfitta contro il Manchester United nei quarti di finale della Champions League.
Anche allo Zenit San Pietroburgo, dove ha vinto tutto, Spalletti deve incassare un esonero. Fatale la mancata conferma nel campionato russo.
All’Inter nel 2019 il contratto di Spalletti non viene riconfermato, e il tecnico resta fermo per quasi due anni. Stipendiato ma senza allenare.
Cosa ha vinto Spalletti
Tuttavia, va sottolineato che Spalletti ha ottenuto otto trofei.
- 2 Coppe Italia con la AS Roma (2006-2007, 2007-2008)
- 1 Supercoppa italiana con la AS Roma (2007)
- 2 Coppe di Russia con lo Zenit San Pietroburgo (2010, 2011)
- 1 Campionato russo con lo Zenit San Pietroburgo (2010)
Il suo primo trionfo è il titolo del Campionato di Serie C1 italiana con l’Empoli (1995-1996) che gli vale la sua prima promozione in carriera.
Spalletti ha inoltre portato la Roma a raggiungere la finale della Coppa Italia e delle Coppe europee, come la Coppa UEFA (2005-2006) e la Champions League (2006-2007). Ha inoltre portato lo Zenit San Pietroburgo a vincere la Supercoppa di Russia e ad arrivare in semifinale della Champions League nel 2011-2012.
I riconoscimenti personali
Luciano Spalletti ha ottenuto diversi riconoscimenti in carriera per il suo lavoro come allenatore di calcio. Alcuni dei principali riconoscimenti includono:
- Premio Panchina d’oro: Spalletti ha vinto il premio Panchina d’oro come miglior allenatore italiano per tre volte, nel 2006, nel 2007 e nel 2008.
- Allenatore dell’anno in Russia: Spalletti è stato eletto allenatore dell’anno in Russia per due volte, nel 2010 e nel 2012, in seguito ai suoi successi con lo Zenit San Pietroburgo.
- Nel 2019, Spalletti è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, in riconoscimento del suo lavoro come allenatore.
- Miglior allenatore del mese: Spalletti ha vinto il premio di miglior allenatore del mese in Serie A italiana numerose volte durante la sua carriera, in seguito alle sue prestazioni con la Roma, Inter e ora con il Napoli.
I suoi maestri
Spalletti ha spesso espresso la sua ammirazione per diversi allenatori che ha incontrato nel corso della sua carriera nel mondo del calcio. In particolare, Spalletti ha elogiato allenatori come Arrigo Sacchi, Marcello Lippi e Carlo Ancelotti per il loro successo e la loro abilità nel gestire le squadre.
Inoltre, Spalletti ha spesso elogiato il tecnico argentino Marcelo Bielsa, definendolo un “maestro” per la sua capacità di sviluppare una filosofia di gioco unica e di saper comunicare ai suoi giocatori in modo chiaro e diretto.
Spalletti ha anche elogiato spesso pubblicamente l’allenatore tedesco Jurgen Klopp, riconoscendo il suo successo nel gestire squadre di alto livello come il Borussia Dortmund e il Liverpool. Un affetto e una ammirazione che Klopp ha ricambiato, soprattutto dopo che Napoli e Liverpool si sono affrontate in Champions League.
In generale, Spalletti ha dichiarato di apprezzare gli allenatori che hanno una visione chiara e unica del calcio, e che sanno come comunicare questa visione ai loro giocatori in modo efficace e convincente.
Quanto guadagna Luciano Spalletti, il suo contratto
Non ci sono dichiarazioni ufficiali o riscontri diretti da parte di Spalletti o del Napoli circa il contratto che lega il tecnico toscano alla società partenopea. Tuttavia, secondo alcune fonti giornalistiche, il primo contratto di Spalletti, che aveva sostituito sulla panchina del Napoli Rino Gattuso, è già stato rinnovato e attualmente sarebbe in scadenza alla fine di questa stagione (30 giugno 2023) pur con un’opzione anche per la prossima stagione. Si parla di un ingaggio che prevede, premi inclusi, un investimento vicino ai 4 milioni di euro all’anno.
Le prestazioni del Napoli rendono in questo momento Luciano Spalletti uno degli allenatori più contesi in Europa con molti superclub pronti a metterlo subito sotto contratto. Chelsea, Tottenham, Liverpool e Paris Saint Germain.
Spalletti e De Laurentiis hanno sempre espresso reciproca stima e fiducia: e se la squadra dovesse davvero vincere, tutto fa pensare che le parti si potrebbero incontrare allontanando i rischi di una partenza dell’allenatore. Che sarebbe un peccato non solo per il Napoli ma per tutto il calcio italiano.
© copyright (27/02/2023)
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.