Tutto Juve oggi, dopo l’esonero di Sarri la Juventus punta su Pirlo e sul suo giocatore simbolo per costruire il futuro.
Juve ultime news – Così come dopo ogni sconfitta si guardano le macerie, si fa il conto dei danni. Ma si cerca immediatamente di capire da dove e come ricostruire. E la Juventus, a quanto pare, lo ha già chiarito. D’altronde una società con interessi finanziari importanti, quotata in borsa e con una grandissima credibilità internazionale, non poteva permettersi vuoti di potere che sarebbero stati rischiosi non solo per la gestione tecnica della squadra, ma anche per la programmazione del futuro.
Sono bastate 12 ore alla Juventus per capire che il ciclo di Sarri è finito, e non nel modo migliore. Fatti due conti le stagioni del tecnico hanno portato alla Juve solo trofei italiani ampiamente messi in preventivo. E un ennesimo fallimento internazionale in Champions League che brucia moltissimo, soprattutto perché arriva dopo l’oneroso acquisto di Cristiano Ronaldo. Ed è proprio da Cristiano Ronaldo, senza alcun dubbio, la Juventus vuole ripartire.
Lo ha detto con grande chiarezza Andrea Agnelli spiegando le motivazioni che hanno portato la Juventus a interrompere anzitempo – il tecnico aveva ancora una stagione di contratto -il suo rapporto con Sarri. Una scelta che sarà sicuramente onerosa perché l’allenatore, con tutto il suo staff, andrà pagato. E perché la Juventus, uscendo malamente dalla Champions League già dagli ottavi di finale contro il Lione rinuncia a tantissimi soldi in una stagione già drammaticamente povera di suo.
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Juventus champions, un progetto abortito
Si potrebbe parlare a lungo di quelle che sono stati i paradossi di una squadra che è uscita dall’Europa per mano di un Lione che l’anno prossimo non giocherà nemmeno le coppe a causa del suo pessimo piazzamento nel campionato francese e che sarà letteralmente demolita dal suo presidente, furioso per la pochezza della stagione del club.
La Juventus, in crisi, è stata spazzata via dall’Europa da una squadra che in Europa non giocherà nemmeno più. E questo fa ancora più male. Così come fa male riscontrare che i bianconeri si ritrovano a dover gestire il proprio futuro con un progetto ancora tutto da definire e molti nodi irrisolti. L’impressione, però, è che la dirigenza juventina non sia arrivata impreparata a quello che è stato il disastro dell’eliminazione.
Che potesse anche finir male forse la dirigenza della Juventus lo aveva non solo capito ma anche preventivato. Di qui la decisione lampo di esonerare Sarri. Molto più difficile era cercare di capire chi potesse arrivare al suo posto perché le opzioni erano davvero tante.
Pirlo, il dopo Sarri che non ti aspetti
Occorrono poche ore in più per sapere che il nuovo allenatore sarà Andrea Pirlo, alla sua primavera esperienza da tecnico. Il fatto che alla sua presentazione fosse stato presente anche Andrea Agnelli, prodigo di complimenti per l’ex giocatore, era stato indicativo. Perché evidenziare così tanto quello che doveva essere il tecnico della squadra giovanile? Perché evidentemente la società ha concretizzato in meno di 24 ore qello che aveva già in testa.
D’altronde alla Juventus, se si fa eccezione per il ritorno di Trapattoni diverse generazioni fa, i cavalli di rientro non sono mai piaciuti. La Juve non ama ammettere di avere sbagliato un ciclo, per quanto breve. E richiamare tecnici come Allegri o Conte avrebbe significato ammettere di aver commesso un errore.
L’opzione che in questo momento faceva sognare di più i tifosi bianconeri era quella di Zinedine Zidane. Il francese, reduce da una stagione certo non brillante con il Real Madrid, anch’esso eliminato dalla Champions League dal Manchester City, sembrava essere la soluzione più logica per tanti motivi. Perché è uno juventino vero; perché piace al pubblico bianconero; perché è adorato dagli Agnelli e dagli attuali dirigenti; perché dal punto di vista di personalità non è secondo a nessuno anche se la sua carriera di allenatore, fino a questo momento, non ha certo regalato le soddisfazioni che aveva ottenuto come giocatore.
Ma soprattutto Zidane sarebbe l’uomo perfetto per Cristiano Ronaldo. E se Agnelli ha dichiarato che il futuro della Juventus riparte da CR7 risultava facile pensare che il primo uomo da affiancare in campo al fuoriclasse portoghese fosse proprio un tecnico che lo stima e con il quale ha già lavorato con successo.
Conte e Allegri, i ritorni impossibili
Il ritorno di Conte per esempio, che non si è lasciato benissimo con la Juventus, era ancora impegnato con l’Inter che nel frattempo si è qualificata per il turno successivo di Europa League. Questo avrebbe dilatato ulteriormente i tempi in una pianificazione che per la squadra bianconera doveva essere lampo visti i tempi ridottissimi sia di mercato che di riorganizzazione. E poi ai tifosi bianconeri sembrava non piacere l’idea di un tecnico in arrivo dalla rivale più acerrima. Diverso invece il discorso che riguarda Allegri.
L’allenatore livornese dopo la Juventus si era preso un lungo periodo sabbatico; di fatto non ha più allenato. Dichiarazioni molto positive sulla sua esperienza alla Juventus, mai una polemica rispetto alle scelte della società di metterlo da parte. Resta il fatto che chi lo aveva messo da parte, in questo momento, è ancora alla guida della società : Nedved.
Ma anche sul management bianconero potrebbero esserci delle novità clamorose. Nedved infatti da diverso tempo è in predicato di lasciare la Juventus per un ruolo dirigenziale molto importante alla UEFA, in Svizzera, dove già da tempo vive la sua famiglia. Paratici, che le prime notizie ufficiose volevano rimosso, sarebbe ancora all’interno del consiglio dirigenziale della società ma il suo ruolo, per il futuro, è tutto da definire.
Un nome che piaceva molto era quello di Simone Inzaghi, reduce da una stagione straordinaria con la Lazio. Alle proposte più affascinanti e più costose la Juventus ha preferito quella più imprevedibile tanto da far dichiarare a Del Piero, uno che conosce molto bene le dinamiche della Juventus, che non avrebbe dato l’1% alla possibilità di Pirlo tecnico della prima squadra.
Un’ipotesi affascinante, come forse anche la più rischiosa in assoluto.
Cristiano Ronaldo, il perno
L’unica certezza, dunque, resta CR7 l’investimento più oneroso nella storia della Juventus dopo l’Allianz  Stadium, il giocatore più forte della Champions League, così come l’ha definito Andrea Agnelli che pure la Champions League non è riuscito a portarla. Forse perché intorno a lui non è stata costruita quella squadra che era comunque necessaria intorno un fuoriclasse che, per quanto forte, da solo non può bastare.
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Il modo in cui Ronaldo, ieri sera, ha lasciato il campo togliendosi la maglietta e tornando torvo negli spogliatoi senza salutare nessuno, la dice lunga sulla sua delusione. Era arrivato alla Juventus per vincere e dimostrare di essere davvero il più forte, perché in grado di vincere ovunque. Per ora non c’è riuscito. La Juventus, a quanto pare, vuole accontentarlo e forse lo farà con un allenatore la cui memoria di giocatore è molto fresca e che forse può davvero creare intorno a CR7 quell’ambiente vincente che Sarri non è riuscito a impostare.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.