Si conclude con una vittoria nella finalina di consolazione l’avventura dell’Italia ai Mondiali femminili di Pallavolo | Battuti gli USA in tre set
Nonostante l’amarezza per la sconfitta nella semifinale contro il Brasile, l’unica squadra che nel corso dell’ultimo anno è riuscita a battere la nazionale azzurra femminile di pallavolo, l’Italia conquista il terzo posto e la medaglia di bronzo ai Mondiali.
Un grande risultato. Considerando il fatto che le Azzurre in poco più di un anno hanno conquistato un Europeo, la Volleyball Nations League che l’Italia non aveva mai vinto e il terzo podio assoluto a un Mondiale. Risultati sulla carta straordinari che, tuttavia, lasciano l’amaro in bocca soprattutto per qualche strascico polemico che ha reso ancora più pesante il bilancio di un torneo non fortunatissimo.
Pallavolo femminile, Italia: critiche immeritate
L’Italia ha avuto un unico torto, quello di non riuscire a giocare tutto il torneo con quella serenità d’animo che ha sempre trasformato le prestazioni delle Azzurre in autentici monologhi. L’Italia si conferma una squadra che quando è nella miglior condizione emotiva possibile, è semplicemente imbattibile. Colpa forse della pressione, di una squadra che sostanzialmente è ancora giovane e deve crescere, di una fase evolutiva che deve passare anche attraverso le delusioni e non può vivere solo di vittorie.
La sconfitta contro il Brasile in semifinale pesa come un macigno. Anche se la partita in sé stessa non è stata poi molto peggiore di altre gare che hanno visto l’Italia andare a corrente alternata rischiando forse un po’ troppo. Solo che stavolta, purtroppo, le Azzurre non sono riuscite a saltare fuori dalla buca in tempo.
Un ottimo terzo posto
É anche per questo che il terzo posto conquistato nella finale di consolazione contro gli Stati Uniti in tre set (25-20, 25-15, 27-25) deve essere salutato con entusiasmo. Si tratta del terzo podio assoluto dell’Italia ai Mondiali dopo la vittoria del 2002 e l’amarissimo argento di quattro anni fa. Si fa presto a dire che il bilancio non è positivo e che poteva andare meglio. L’Italia ha perso da una squadra probabilmente non più forte, ma sicuramente più solida ed esperta. Che ha saputo sfruttare a proprio vantaggio quei momenti di transizione nei quali l’emotività delle ragazze di Davide Mazzanti è venuta fuori esprimendo qualche debolezza di fondo.
Dominata invece la finale contro gli Stati Uniti. Senza storia i primi due set, in particolare il secondo. Clamorosa la rimonta delle azzurre nel terzo quando annullano uno dopo l’altro quattro set ball. Poi addirittura anche un quinto prima di andarsi a prendere la vittoria con le cattive e festeggiare per conto proprio. In gruppo.
Mazzanti: “Noi festeggiamo, poi ci penseremo”
Commovente l’atteggiamento di Davide Mazzanti, sempre più uomo simbolo e protettivo di una squadra che ha ancora dei margini di miglioramento ma che lui ha plasmato praticamente da zero consentendole di vincere quasi tutto. Alla fine della gara il CT ha risposto trattenendo a stento le lacrime ad alcune critiche che avevano colpito la nazionale, e in modo particolare Paola Egonu, dopo la semifinale persa con il Brasile.
Le sue parole fanno riflettere: “Io so che le mie ragazze hanno fatto un lavoro straordinario. E che sono orgoglioso di loro, di quello che hanno dimostrato e del gruppo che sono. Questo è un risultato splendido. Anche se siamo amareggiati perché sicuramente noi per primi avremmo voluto esprimere il massimo e ci dispiace di non essere stati nella miglior condizione possibile per esprimere la pallavolo che sappiamo giocare”.
Qualche ora prima il presidente della Federazione Manfredi aveva rinnovato la fiducia a Mazzanti. Che per altro ha un contratto valido fino alla prossima edizione delle Olimpiadi, alla fine del 2024: “Avremo modo di parlarne, ora festeggiamo quello che per noi è comunque un grande risultato. Una medaglia di bronzo che non ci ripaga di tutti gli sforzi che abbiamo sostenuto ma che ci siamo guadagnati e che deve essere onorata se non altro da noi, con la massima intensità e con grande soddisfazione. Poi del futuro avremo modo di parlare. Ci penseremo…”
La delusione di Paola Egonu
Molto scalpore ha suscitato lo sfogo di Paola Egonu, in lacrime dopo la vittoria contro gli Stati Uniti. Rivolgendosi al suo procuratore ha lasciato intendere che la finalina con gli USA è stata la sua ultima partita in Nazionale. É bastata una serata stora a cancellare tutto quello che Paola ha saputo dimostrare nel corso degli ultimi anni diventando probabilmente il migliore opposto del mondo. “Ci sarà modo di parlare e di vedere se c’è spazio per poter continuare in Azzurro – ha detto la Egonu senza nascondere un certo fastidio per alcune critiche che le sono piovute addosso – sono contenta del mio percorso e soprattutto di tutto quello che abbiamo creato insieme in squadra. Ora è troppo presto per parlare, la sconfitta col Brasile brucia troppo e c’è tanta delusione. Del futuro parleremo più avanti.”
Ma l’impressione è che sia lei che Mazzanti, se non altro per una questione di dignità personale, potrebbero anche decidere di lasciare. E sarebbe un peccato imperdonabile. Perché questa squadra merita una riconferma e tanta fiducia per crescere ancora.
Paola Egonu si appresta a lasciare per la prima volta il campionato nazionale italiano per vestire la maglia del Vakifbank Istanbul di Giovanni Guidetti.
Battendo il Brasile 3-0 (26-4, 25-22, 25-17) la Serbia si è riconfermata campione del mondo per la seconda edizione consecutiva. Miriam Sylla, schiacciatrice, e Anna Danesi, centrale, sono state inserite nel miglior sestetto di questa edizione della rassegna.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.