Max Verstappen e la Red Bull ricalcano nel GP del Giappone quel copione che in Australia era rimasto una clamorosa opera in compiuta non solo per le prodezze della Ferrari e di Carlos Sainz ma anche per un imprevedibile cedimento meccanico della vettura campione del mondo.
Un dominio che su una pista apparentemente molto favorevole alla casa anglo austriaca non offre alcuna sorpresa ma il solito dominio di un pilota olandese ancora una volta irraggiungibile.
F1 Giappone, Verstappen davanti a Perez
Teneva moltissimo alla vittoria nipponica la Red Bull. Non solo per una questione di prestigio da recuperare e di immagine da riconquistare dopo la (mezza) brutta figura di Melbourne. Andavano in qualche modo ribaditi anche i valori della vigilia su un mercato fondamentale per la Red Bull (in termini di energy drink). Ma, soprattutto, doveva essere ridimensionata una Ferrari che nel corso delle ultime settimane aveva avuto anche troppa buona stampa, soprattutto dopo l’annuncio dell’arrivo di Lewis Hamilton in vista della stagione 2025 che ha offerto alla scuderia italiana una straordinaria chiusura di borsa che sta proseguendo anche a distanza di giorni e di settimane dall’annuncio.
Max Verstappen ha impiegato pochissimo tempo a prendersi il centro della scena, forte delle prove cronometrate nel corso delle quali la Red Bull si era dimostrata notevolmente superiore e di qualifiche che avevano visto il fuoriclasse olandese ancora una volta più veloce di tutto e di tutti, pronto a scattare dalla pole position.
Il vero problema di Verstappen, semmai, considerando l’affidabilità dell’auto e la consistenza di un pilota che a Suzuka si trova sempre particolarmente a suo agio, era quello di tenere a bada il suo compagno di scuderia Perez. Un compito al quale Verstappen si dedica fin dalla prima curva rischiando pochissimo e lasciando al pilota messicano solo gli avanzi.
Doppietta Red Bull
La Red Bull conquista così la sua terza vittoria ma anche la terza doppietta nelle prime quattro prove del Mondiale 2024 al termine di una prestazione dove persino un terzo e un quarto posto, alle spalle di un tale dominio, possono essere considerati il miglior risultato possibile. Ed è esattamente quello che porta a casa la Ferrari che vede normalmente ridimensionato il proprio posizionamento nelle classifiche i piloti e costruttori del mondiale dove la casa italiana, per quanto qualsiasi punto tolto alla Red Bull grondi oro, sarà soprattutto impegnata a tenersi alle spalle tutte le altre avversarie. Mercedes in testa.
Gara tanto scontata quanto noiosa con Max Verstappen che prende il comando dalla prima curva senza mai abbandonarlo, gestendo un vantaggio subito destinato a diventare molto ampio. Nonostante una bandiera rossa in avvio a causa dell’unico vero momento di incertezza di tutta la gara: un incidente tra Albon e Ricciardo, usciti incolumi dopo una brutta carambola.
Alla ripresa della corsa dopo circa mezz’ora Verstappen riprende il discorso senza nessuna incertezza.
Gli highlights offrono davvero poco, limitatamente a qualche scelta strategica diversa tra le varie scuderie in una corsa che, oltretutto, offre pochissimi spunti e quasi nessun sorpasso.
Tra le poche emozioni un’escursione sulla ghiaia di Leclerc, pressato da Perez, al ventiseiesimo giro, il duello tra Norris e Sainz per il terzo posto che finirà per favorire anche il rientro di Leclerc a ridosso del podio e il sorpasso in extremis di George Russell ai danni di Oscar Piastri. Nient’altro.
Ordine di arrivo
Se da una parte il duello interno vede Verstappen sbriciolare Perez, l’altro duello da seguire era proprio quello in casa Ferrari nel corso del quale Carlos Sainz, ormai in rampa d’uscita e sempre più vicino a un accordo proprio con la Mercedes al posto di Hamilton, si toglie la soddisfazione di lasciare dietro le proprie ruote posteriori il compagno di squadra Leclerc. Una prestazione da sottolineare tuttavia quella del pilota monegasco, bravo sia nella gestione delle gomme che del motore ma soprattutto molto lucido all’inseguimento di un podio sembrava impossibile e che invece lo vede rimontare numerose posizioni rispetto a una opaca partenza dall’ottava casella della griglia.
Un buon segnale di continuità e di conferma per la Ferrari che dimostra ancora una volta progressi evidenti nel passo gara, l’anello debole dello scorso anno rispetto al quale, anche solo dopo quattro gran premi, la casa di Maranello sembra di gran lunga molto più competitiva.
Con Verstappen che chiude in scioltezza e 12 secondi di vantaggio, la Ferrari si dimostra superiore sia alla McLaren, quinta con Norris, che alla Aston Martin, sesta con Alonso così come alla prima delle due Mercedes che George Russell piazza al settimo posto davanti a piastri, Hamilton e Tsunoda decimo davanti al suo pubblico con la prima delle Racing Bulls.
Tra una Mercedes rivedibile sia per gestione che per strategia e una Aston Martin sorretta dal solito indomabile ed eterno talento di Alonso, la Ferrari si dimostra l’unica vera alternativa alla Red Bull. Ammesso che, proprio come è accaduto a Melbourne, di tanto in tanto Verstappen si dimentichi di essere il più forte e la vettura, magari virgola in campi in qualche altra disavventura tecnica.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.