Il successo di Francesco “Pecco” Bagnaia nella MotoGP riporta l’Italia al vertice con un’impresa storica che non era riuscita nemmeno al grande Valentino Rossi
A inchinarsi di fronte a Francesco Bagnaia, per tutti “Pecco” – il suo soprannome da sempre – c’è anche il grande Valentino Rossi. É stato lui a trovarlo, spingerlo, motivarlo e allenarlo: e alla fine anche a lanciarlo attraverso la sua Academy. Ed è lui il primo a congratularsi per un’impresa storica per il motociclismo italiano.
La vittoria di Bagnaia e Ducati
Per trovare una Ducati al vertice del titolo mondiale di punta bisogna andare indietro di undici anni alla vittoria di Casey Stoner la rossa di Borgo Panigale. L’un pilota italiano sul gradino più alto del podio bisogna spostare la lancetta indietro di altre due stagioni: ultimo mondiale italiano era proprio quello di Valentino Rossi nel 2009, con la Yamaha.
Per ritrovare un’accoppiata tutta italiana al vertice del campionato mondiale di motociclismo nella massima categoria bisogna tornare alla MV Agusta di Giacomo Agostini. Si parla di almeno 50 anni fa. Era il campionato 1972. La MotoGP non esisteva ancora e Agostini, il pilota più vincente di tutti i tempi, correva in tutte e tre le categorie di allora: 125, 250 e 500.
Oggi le cose sono completamente cambiare. Ma quello di Pecco è un successo comunque storico.
Un successo storico, tutto italiano
Alla vigilia dell’ultimo gran premio stagionale di Valencia, a Bagnaia bastava un piazzamento da due punti per garantirsi il titolo. L’importante era arrivare alla fine, non cadere, tagliare il traguardo senza fare disastri. Un contatto nel primissimo giro con Quartararo quasi lo ha mandato a terra, facendogli perdere una delle alette della sua Ducati Desmosedici GP22. Poi tanta gestione, senza farsi prendere la mano dalla voglia di un piazzamento inutile.
Non facile per un pilota che spinge sempre al massimo. L’ottavo posto nella gara finale vinta da Rins basta e avanza. Quartararo, il grande rivale è quarto. Può scatenarsi la festa che vede l’Italia sul tetto del motomondiale: pilota italiano e moto tutta italiana (anche se la proprietà è Lamborghini, da qualche anno tedesca, del gruppo AUDI). Un dominio assoluto anche per la Ducati che aveva già vinto largamente sia il titolo costruttori che quello delle scuderie.
Chi è Francesco “Pecco” Bagnaia
Francesco Bagnaia, torinese di Chivasso, 25 anni, è il degno erede di Valentino Rossi. Anche se non si potrebbero immaginare due amici e colleghi più diversi. Dirompente il marchigiano, timido ed equilibrato il torinese. Figlio d’arte Valentino, talento naturale Francesco, accompagnato in pista da una famiglia grande, numerosa e molto unita. Che include la sorella minore Carola, cui è legatissimo, il nonno Antonio – divertentissimo – e una fidanzata bella e molto elegante, Domizia Castagnini. Che di professione fa la fashion buyer.
Un amore che non ha nulla di social. Si amano da anni e si conoscono da quando erano bambini. Una bella storia. Una bella immagine vederli piangere abbracciati con il casco di Valentino e la maglia ricordo di Marco Simoncelli, il pilota tragicamente scomparso in pista nel 2011 cui anche lui era legatissimo.
Il soprannome Pecco deriva da come la sorellina lo chiamava quando era piccola. Un ragazzo che per la moto ha lasciato tutto, trasferendosi al ranch di Valentino Rossi a Tavullia e crescendo a poco a poco nella Academy fino a diventare il più grande di tutti. Oggi Bagnaia riesce nell’impresa che a Rossi non è riuscita: vincere il mondiale con una moto italiana. In qualche modo l’allievo supera il maestro. O meglio… ne completa l’opera. Perché per eguagliare Valentino di mondiali ne devono arrivare ancora tanti. E sicuramente Bagnaia può vincerne molti.
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Una rincorsa senza fiato quella di Bagnaia dopo un inizio di stagione molto complicato che lo pone ora sul tetto del mondo. Con Valentino Rossi ad applaudire un’impresa che sembrava impossibile e che restituisce alla MotoGP una visibilità che senza “il Dottore” sembrava destinata a svanire. La MotoGP va in vacanza con un binomio italiano sul tetto del mondo. Per tornare nel marzo 2023 con altre 21 gare, tra le quali quelle di Mugello e Misano.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.