Lucio Battisti – Sì, viaggiare. Testo e significato

Qual è il significato di “Sì, viaggiare” di Lucio Battisti? E chi è il famoso amico genio citato nella canzone? Un testo bellissimo e metaforico che parla del viaggio della vita.

TESTI CANZONI. “Sì, viaggiare” uscì nel 1977 con l’album “Io tu noi tutti”, uno degli ultimi che Battisti scrisse insieme a Mogol. Si tratta di un brano sicuramente molto interessante anche sul piano musicale, come spesso sono quelli di Battisti, ma qui approfondiamo il significato del testo, che ci parla del cammino della vita e delle sue possibili difficoltà usando come metafora un viaggio in auto.

Sono tante le canzoni di Battisti entrate nella storia, e “Sì, viaggiare” è decisamente tra queste. Un brano solo in apparenza semplice, che nasconde un significato bello e profondo. Ma chi era il geniale amico di cui si parla nel testo? La risposta non è una sola. Prima di tutto, però, ascoltiamo la canzone.

Lucio Battisti – Sì, viaggiare. Video canzone

Lucio Battisti – Sì, viaggiare. Testo della canzone

Quel gran genio del mio amico
Lui saprebbe cosa fare
Lui saprebbe come aggiustare
Con un cacciavite in mano fa miracoli

Ti regolerebbe il minimo
Alzandolo un po’
E non picchieresti in testa
Così forte no
E potresti ripartire
Certamente non volare
Ma viaggiare

Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure
Gentilmente senza fumo con amore
Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore

E tornare a viaggiare
E di notte con i fari illuminare
Chiaramente la strada per saper dove andare
Con coraggio gentilmente, gentilmente
Dolcemente viaggiare

Quel gran genio del mio amico
Con le mani sporche d’olio
Capirebbe molto meglio
Meglio certo di buttare
Riparare

Pulirebbe forse il filtro
Soffiandoci un po’
Scinderesti poi la gente
Quella chiara dalla no,
E potresti ripartire
Certamente non volare ma viaggiare

Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure
Gentilmente senza fumo con amore
Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore

E tornare a viaggiare
E di notte con i fari illuminare
Chiaramente la strada per saper dove andare
Con coraggio gentilmente, gentilmente, gentilmente
Dolcemente viaggiare

Sì, viaggiare

Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore

Vedi anche: Canzoni sui viaggi e sul viaggiare

Lucio Battisti – Sì, viaggiare: significato del testo

Come abbiamo visto, il testo di “Sì, viaggiare” è metaforico. Il viaggio di cui sì parla è quello della vita, e l’auto, con il suo motore da mettere a punto, è una persona a cui la vita ha dato qualche batosta. Tanti sono i riferimenti specifici al funzionamento e all’aggiustatura del motore: regolare il minimo, picchiare in testa, pulire il filtro, ma si tratta appunto di metafore.

Il brano parte con i famosi versi “Quel gran genio del mio amico / Lui saprebbe cosa fare / Lui saprebbe come aggiustare / Con un cacciavite in mano fa miracoli”. Fuor di metafora, si parla di un amico capace con il suo aiuto, i suoi consigli e la sua sensibilità di far “ripartire” una persona che si è abbattuta per una qualche difficoltà della vita.

Viaggiare = Vivere

Grazie all’aiuto di questo amico, la persona può quindi risollevarsi e tornare a “viaggiare” – cioè appunto a vivere – anche più forte di prima, con una nuova consapevolezza, senza paura e “con un ritmo fluente di vita nel cuore”, comprendendo quali scelte fare e sapendo di chi fidarsi e di chi no.

E una volta chiaro che si tratta di un parallelismo, la questione è: chi è il geniale amico di cui si parla, quello che sa aggiustare il motore in un secondo per farlo ripartire e viaggiare al meglio? Le possibili interpretazioni in realtà sono molte. C’è chi, fermandosi a un’interpretazione più letterale del testo, vede in quel “gran genio del mio amico” appunto un amico, il tipico vero amico che si riconosce nel momento del bisogno.

Sì viaggiare, una metafora religiosa?

Ma alcuni ipotizzano invece che in “Sì, viaggiare” si nasconda in realtà una metafora religiosa: ecco allora che “quel gran genio del mio amico” – capace di fare miracoli – assume un senso più mistico. Altri ancora vedono in questo amico-meccanico in grado di aggiustarci e farci ripartire la figura dello psicoterapeuta, che grazie al suo aiuto mirato sa rimetterci in sesto.

In un’intervista Mogol rivelò chi era la persona a cui si era ispirato per scrivere il testo di “Sì, viaggiare”. L’identità di “quel gran genio del mio amico” non sarebbe quindi più un mistero: «Era un meccanico che avevo chiamato per riparare la mia barca dove mi trovavo insieme con Lucio». Deludente? Forse, ma si sa che spesso i grandi autori prendono spunto da piccole storie o vicende apparentemente insignificanti, e ne fanno arte.

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