Elsa Schiaparelli, stilista di carattere e fantasia che inventò il rosa shocking e i pullover trompe l’oeil. La maison Schiaparelli ieri e oggi
Elsa Schiaparelli è uno dei nomi della moda italiana e internazionale più noti. Probabilmente a livello di capacità creativa e di influenza su tutto il Novecento della sartoria di alto livello (ma non solo) è paragonabile solo a Coco Chanel.
Elsa Schiaparelli: storia di un mito
Elsa Schiaparelli è nata a Roma nel 1890: la famiglia da parte materna aveva antichi natali nobili e vantava una discendenza dai Medici, signori di Firenze e di tutta la Toscana. Il padre fu un intellettuale di riferimento tra fine Ottocento e inizio Novecento arrivando a dirigere la biblioteca dell’Accademia dei Lincei ed era nipote di Giovanni Schiaparelli, uno degli astronomi più noti e influenti della scienza italiana.
Elsa mostrò da subito una forte vena artistica che voleva declinare nella drammaturgia, che non poté seguire per ostacoli familiari, e che invece iniziò a far intravedere nella scrittura, di poesie, anch’essa ampiamente osteggiata dalla famiglia che la inviò ad un convento in Svizzera.
Elsa Schiaparelli: vita privata e incontri eccezionali
Il momento di vera svolta fu il 1913 con il trasferimento a Londra e il matrimonio, poi naufragato, con il Conte de Kerlor. Ci fu un passaggio a New York, un’annata 1920 segnata dalla poliomielite della figlia, e un trasferimento a Parigi che fu essenziale per entrare a contatto con la frizzante vita culturale e artistica della capitale francese. A Parigi Elsa fu ospite nella casa di Francis Picabia, grande artista del movimento dadaista, conobbe le creazioni dell’atelier Poiret e iniziò a disegnare i propri abiti con aiuto di una sarta armena, aprendo poi un atelier in Rue de la Paix.
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Fantasia al potere
Ispirazioni cubiste, suggestioni africane o dal mondo del circo e della giocoleria, inserti di motivi e disegni surrealisti, grandi animali sui capi: insomma la fantasia è sempre stata la protagonista nelle produzioni degli abiti Schiaparelli. Alcuni di essi sono diventati iconici come il pullover con motivo trompe l’oeil in bianco e nero brillanti e che la rivista Vogue definì un capolavoro assoluto e divenne uno dei primi best-seller della maison.
Nel 1928 arrivarono i completi rigati e i costumi da spiaggia ma anche il lancio del profumo S. Nel 1929 la Schiaparelli rivoluzionò ancora il settore introducendo per la prima volta, in capi di alta moda, le zip, sia con funzioni classiche di chiusura che semplicemente decorative.
Negli anni Trenta arrivarono le prime gonne separate al centro che furono considerate scandalose in molti paesi: il successo non accennò a diminuire e la Schiaparelli, a metà del decennio, poteva già annoverare 400 dipendenti. Arriveranno altri vestiti Schiaparelli iconici come il “mad cap“, il cappello matto, che prende forme diverse in base alla volontà di chi lo porta. Nel 1934 Time le concesse l’onore della copertina, prima volta in assoluto per una donna stilista.
A fine degli anni Trenta cominciò la collaborazione con Salvador Dalì che disegnerà un barattolo per trucco a forma di quadrante telefonico, la partnership proseguirà anche per la creazione di cappotti e tailleur. Numerose furono le collaborazioni con artisti come Giacometti, Man Ray, Picasso. Wharol, Cocteau.
Il 1937 fu l’anno della creazione del colore rosa shocking che diventerà un marchio di fabbrica della Maison Schiaparelli noto universalmente.
Dagli anni Quaranta al ritiro dalle sfilate
Negli anni Quaranta ci saranno altre creazioni iconiche: il primo abito con silhouette a sirena, giacche di ispirazione militare con grandi tasche ricamate, il profumo Le Roy Soleil con boccetta artistica progettata ancora una volta da Dalì.
Da Schiaparelli lavorerà anche Givenchy che poi darà vita a una fortunata carriera personale. Ci sarà però anche la guerra cona la chiusura temporanea a Parigi, il trasferimento in America e il rientro alla fine del conflitto.
Negli anni Cinquanta Schiaparelli confezionò il primo abito smoking per l’Haute Couture, si inizieranno a produrre anche cravatte da uomo, lingerie e bambole, occhiali da sole e accessori e spille di grandi dimensioni con animali.
Di chi è la maison Schiaparelli oggi?
Nel 1954 il ritiro dalle scene per dedicarsi alla scrittura della sua biografia (Elsa morirà nel 1973) e oltre un cinquantennio di oblio per il marchio fino al 2006 in cui licenze, catalogo, abiti storici vennero acquistati da Diego Della Valle, patron di Tod’s, Hogan e molti altri marchi del lusso. Nel 2012 la riapertura della storica sede produttiva in Place Vendome, nel cuore di Parigi, dove la stessa Elsa aveva lanciato il brand quasi un secolo prima.
Dal 2015 il direttore del design è Bertrand Guyon e nel 2017 Schiaparelli ha ricevuto dal Ministero dell’Industria francese e dalla Federazione francese di alta moda il riconoscimento di Haute Couture.
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Foto credits: sito web Maison Schiaparelli.