Infanzia –Bambini, angeli a scuola, scatenati in casa: come fare?

Bimbi_scatenatiA scuola è un angioletto, gli manca solo l’aureola, ma quando chiudete la porta di casa il vostro bambino si trasforma in un diavolo scatenato. Le maestre si congratulano con voi per come il vostro ‘ometto’ sia obbediente e ben educato, tanto che la prima volta che è successo vi siete chieste: “Ma non starà sbagliando bambino?” Invece no. Sta parlando proprio della vostra piccola peste che, a scuola, si trasforma. Ma come mai?

Questa situazione, in realtà, è comune a diversi genitori. La causa – dicono gli esperti – va ricercata nel fatto che questi bambini, evidentemente, non vengono guidati nel modo giusto dai genitori. Questi ultimi, infatti, senza volerlo gli trasmettono troppe regole confuse e contraddittorie, lasciando ampio margine a continue contrattazioni con i figli: (“Non lo faccio”, “Sì lo fai, “No”, “Sì” e così via) e trasformando, con imprudente rapidità, i divieti in permessi e, spesso, mostrandosi in disaccordo con l’altro genitore quando si tratta di prendere decisioni che riguardano il bambino. Tutto questo, invece, a scuola non succede. Le regole sono chiare e nette; semplici; ragionevoli e soprattutto inderogabili. In più, nessuno usa tante parole per spiegarle. Ci sono e vanno seguite: con i bambini funzionano meglio i diktat di mille discorsi. Per fare in modo che il vostro diavoletto a casa si comporti bene come a scuola (o almeno quasi), gli esperti suggeriscono tre regole base:
1. Imporre solo regole che si è sicuri di riuscire a far accettare: queste regole, che gli psicologi chiamano “paletti”, devono essere semplici, giuste e non troppo numerose.
2. Esigere senza mai tentennare o cedere che i paletti non vengano in nessun caso ignorati.
3. Mamma e papà devono dimostrarsi sempre in perfetto accordo sulle regole. Un “no” della mamma, magicamente trasformato in un “sì” dal papà, può produrre un danno educativo inimmaginabile. Per finire, i castighi ci vogliono ma devono essere lievi (no alle sberle) e solo “dimostrativi”. In generale, la punizione migliore può essere quella che priva il bambino, per un tempo limitato, di un piacere.

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