Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Child Psychology and Psychiatry, bambini sempre più ansiosi soffrono all’idea di tornare in classe per il nuovo anno scolastico
(25 ottobre 2009) – Non dev’essere una di quelle notizie destinate a cambiare la storia, quella sulla percentuale (15%, per la cronaca) di bambini in età prescolare che soffrono di depressione e ansia quando si riaprono le scuole. Anche nei nostri ricordi personali le aule sono popolate da bimbi neghittosi e renitenti a giochi e filastrocche, soprattutto nei primi giorni di materna. Magari questi compagni (o noi stessi, quando girava male) avevano trovato definizioni alternative, benché meno affascinanti, ad “ansia” e “depressione”, ma senza dubbio ugualmente incisive.
Lo studio, che se non altro ha rinnovato la terminologia, è stato pubblicato sull’autorevole Journal of Child Psychology and Psychiatry ed è stato condotto da un gruppo internazionale di ricercatori. Hanno partecipato le università canadesi di Montréal, di Laval e McGill, l’Istituto francese Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale), la Carnegie Mellon University (Stati Uniti) e la University College di Dublino (Irlanda). Probabilmente negli anni è cambiata l’identità della società e della famiglia: ai bimbi di oggi è richiesta una responsabilità che talvolta non è commisurata alle loro forze. Potrebbe essere questa una fonte suppletiva di stress e di ansia, per cui la percentuale odierna di bimbi in difficoltà sarebbe più elevata di quella del passato. La ricerca ha evidenziato inoltre due fattori predittivi dello sviluppo di ansia e depressione nei bambini: «Il nostro studio», precisa Sylvana Côté, dell’Université de Montréal «dimostra che il temperamento del bambino a cinque mesi e la durata della depressione materna nei primi anni di vita del bimbo indicano se il bambino svilupperà ansia e depressione».
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