La crisi del Cagliari Calcio secondo il parere di Albertosi, Tomasini, Cera e Domenghini, quattro Campioni d’Italia con la maglia rossoblù nel 1970.
Cagliari in crisi – Un enigma difficile da sciogliere. Una squadra indecifrabile, afflitta da un male oscuro che ne frena continuamente le ambizioni.
Il Cagliari , ormai da un paio d’anni, è un “rompicapo calcistico” che sta facendo impazzire tifosi e addetti ai lavori. A fronte di un organico apparentemente attrezzato, che comprende diversi giocatori di esperienza e levatura internazionale, ottiene risultati estremamente modesti sul campo. Godin, Nandez, Joao Pedro, Cragno, Marin, Keità Balde, Strootman (e fino all’anno scorso Radja Nainggolan) sono titolarissimi che dovrebbero garantire, perlomeno, una permanenza stabile a ridosso del centroclassifica.
Eppure, dopo una salvezza ottenuta quasi per miracolo nello scorso campionato, quest’anno la squadra è partita in maniera disastrosa. Nelle prime sette partite della stagione 2021 -22 ha raccolto solo tre pareggi, piazzandosi malinconicamente all’ultimo posto della classifica. Oltre a creare poco in fase offensiva i rossoblù subiscono anche tantissime reti, e non riescono mai a mantenere la propria porta inviolata.
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Quali, allora, le ragioni di un avvio così catastrofico? Provano a rispondere – e a suggerire possibili soluzioni – quattro colonne portanti della storia del club isolano. Enrico Albertosi, Giuseppe Tomasini, Pierluigi Cera e Angelo Domenghini, storici protagonisti del leggendario scudetto vinto dal Cagliari di Gigi Riva nel 1970, passano ai raggi X la squadra attuale, evidenziandone pregi, difetti e (reali) potenzialità.
Enrico Albertosi: “Sbagliata la preparazione”
Enrico Albertosi, ex portiere del Cagliari scudettato e della Nazionale vicecampione del mondo a Messico ’70, riconosce che “quest’anno la squadra è partita malissimo. Il motivo? A mio parere una condizione atletica assolutamente deficitaria. Io penso che lo staff abbia sbagliato la preparazione estiva. Osserviamo le partite dei rossoblù: nel primo tempo giocano bene, reggono i ritmi degli avversari, rientrano e attaccano tutti. Poi, dalla mezz’ora in avanti, accusano un calo vistoso e progressivo, che alla lunga ovviamente li penalizza. Ed è un peccato perché la squadra, tecnicamente, mi sembra valida”.
Secondo Albertosi “la sosta della serie A arriva al momento giusto. Il nuovo mister, Mazzarri, avrà modo di correggere qualcosa soprattutto per quanto riguarda la parte fisico-atletica. Vedremo alla ripresa del campionato se la squadra avrà maggior fiato e autonomia per tutti i novanta minuti”.
Giuseppe Tomasini: “Manca un mediano interditore”
Giuseppe Tomasini, che nel Cagliari di Manlio Scopigno giocava come libero, non ha dubbi: “La rosa, quest’anno, andava rinforzata. Non è stato così, anche per ragioni economiche legate al particolare periodo storico che viviamo. Sta di fatto che i nuovi arrivati, da Caceres a Keità Balde, non sono ancora al top della condizione. Così come Strootman. Ne consegue che le altre squadre attualmente sono più preparate dal punto di vista agonistico: corrono di più.
A Mazzarri spetta il compito di sistemare tatticamente i rossoblù e di migliorare la resistenza e la forma fisica dei singoli giocatori. Una volta fatto questo, il Cagliari potrà disputare un discreto campionato: ha tutte le carte in regola per farlo”.
Dal punto di vista tattico, Tomasini individua un problema ben preciso: l’assenza di Marko Rog. “Dopo l’infortunio il croato non è stato mai sostituito. Ed era una pedina fondamentale: contrastava l’azione avversaria e sapeva anche ribaltare il fronte del gioco. Oggi Mazzarri non ha un incontrista a centrocampo. Strootman è uno che prende il pallone e si limita ad appoggiarlo: gioca in due o tre metri di campo. E poi mi chiedo: chi giostra in cabina di regia? Deiola non può certo fare il regista. Uno che potrebbe farlo è Marin, che però rende meglio come mezzala. Come dovrà muoversi la società nel mercato di gennaio? Sarà imprescindibile l’acquisto di un mediano. Un mastino alla Medel, tanto per fare un esempio”.
Pierluigi Cera: “Prima di tutto bisogna sistemare la difesa”
Pierluigi Cera, capitano di mille battaglie e faro del centrocampo del Cagliari Campione d’Italia, conferma che “Mazzarri ha a disposizione sia giocatori di esperienza che gente giovane e promettente: una formazione con questi valori non può permettersi di annaspare in fondo alla graduatoria. Non riesco poi proprio a spiegarmi questa fragilità difensiva che accompagna il Cagliari fin dall’inizio del campionato. In serie A ci sono tante altre difese che, a mio parere, sono di gran lunga inferiori”.
Sull’annosa questione della retroguardia a tre o a quattro, che da diversi mesi fa discutere animatamente la tifoseria rossoblù (lo schieramento a tre – proposto prima da Leonardo Semplici e poi, in certi momenti, anche da Mazzarri – non ha mai del tutto convinto), Cera si esprime così: “Ai miei tempi non si giocava coi numeri come si fa oggi. Queste alchimie tattiche sono una caratteristica del calcio del Duemila. Tuttavia, quando ci si trova in fondo alla classifica è meglio pensare prima di tutto a coprirsi e a non subire gol. Mazzarri deve assolutamente sistemare la fase difensiva, indipendentemente dal fatto che scelga lo schieramento a tre o quello a quattro. Poi davanti qualcuno penserà a trovare la via del gol, perché a centrocampo e in attacco ci sono elementi validi e di sicuro affidamento”.
Angelo Domeghini: “La squadra non è competitiva”
Molto più severo e tranchant il parere di Angelo Domenghini, ex ala destra del Cagliari di Scopigno. “Non sono per niente d’accordo con chi sostiene che la rosa attuale valga almeno una posizione di centroclassifica. Per me la squadra non è competitiva in nessun reparto. I risultati parlano chiaro. Del resto che i rossoblù abbiano enormi lacune, a livello tecnico e tattico, si vede benissimo da come giocano. Dalle prestazioni individuali e dal rendimento del collettivo. Dispiace dirlo, ma il calcio, francamente, è un’altra cosa”.
Cosa manca alla compagine isolana per ottenere risultati apprezzabili? “Mancano qualità e spessore tecnico”, sentenzia Domingo. “E anche fisicamente vedo la squadra in difficoltà. Ma voglio precisare che non concordo con chi sostiene che sia stata sbagliata la preparazione atletica in estate: troppo comodo appellarsi a simili scuse. Il vero problema, devo ripetermi, è costituito dalla scarsa competitività dell’organico”.
Domenghini chiude con un’osservazione che fa riflettere: “Va anche detto che il Cagliari, quando gioca, sembra una squadra priva di entusiasmo e di convinzione. Mancano quell’unità di intenti e quella leggerezza che aiutano a scendere in campo con lo spirito giusto. Il calcio è innanzitutto divertimento; certo, bisogna anche soffrire, correre e sudare, ma prima di ogni altra cosa per giocare bene bisogna divertirsi”.
Chissà se qualcuno, all’interno della società isolana, raccoglierà gli spunti offerti dagli ex Campioni d’Italia e proverà a mettere in pratica i loro consigli. Di certo c’è che il Cagliari Calcio non può più permettersi passi falsi ed è chiamato a rialzare la testa già dalla prossima partita di serie A, in programma alla Unipol Domus domenica 17 ottobre contro la Sampdoria.
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Nato a Cagliari nel 1980, è giornalista pubblicista dal 2009. Si è occupato soprattutto di cultura, cronaca e sport. Il calcio, assieme alla scrittura, è la sua più grande passione. Ha pubblicato due libri dedicati al Cagliari Calcio e altri due volumi – arricchiti da interviste esclusive ai calciatori protagonisti – sulle imprese della Nazionale italiana ai Mondiali di Italia ’90 e di Germania 2006.