Con un comunicato pubblicato sui social e parecchie parole di risentimento, Milena Bertolini si è dimessa dal suo ruolo di CT della Nazionale femminile di calcio
Anticipando di 24 giorni quella che sarebbe stata la scadenza naturale del suo mandato, Milena Bertolini si è dimessa dal ruolo di commissario tecnico della nazionale femminile di calcio.
Una decisione che era nell’aria, ma non era nemmeno così scontata vista la conclusione estremamente traumatica dell’avventura azzurra ai mondiali di calcio femminile di Australia e Nuova Zelanda.
Nazionale donne, le dimissioni di Milena Bertolini
Vediamo tanto per cominciare come sono andate le cose. Milena Bertolini ha comunicato in via ufficiale, con una PEC indirizzata alla segreteria della Federcalcio, la sua decisione di lasciare la Nazionale femminile di calcio. Un atto formale e necessario che segue di un paio di giorni la notizia del ‘chiarimenti’ tra il presidente della Federazione Gabriele Gravina e Cristiana Girelli, portavoce della squadra che subito dopo l’eliminazione aveva a sua volta pubblicato un comunicato dal quale traspariva malumore e fastidio. Sia nei confronti della CT che della federazione.
Le parole di Gravina (“abbiamo chiarito tutto, siamo pronti a iniziare un nuovo percorso insieme”) devono essere suonate come una sentenza anche per Bertolini. Che ha maturato la sua decisione e che poche ore dopo l’ha ufficializzata in un comunicato personale pubblicato sui suoi social.
A distanza di 14 ore non ci sono comunicazioni ufficiali da parte di Federcalcio. Anche se tutto ovviamente fa pensare che la federazione non potrà che prendere atto della decisione di Milena Bertolini e anticipare i temi per la nomina di un successore. Che dovrà iniziare a lavorare immediatamente visto che a settembre l’Italia avrà subito due impegni ufficiali molto importanti. Il 21 settembre a St.Gallen contro la Svizzera e il 26 settembre a Castel di Sangro contro la Spagna, ai quarti di finale del Mondiale dopo la netta vittoria proprio sulla Svizzera.
Bertolini contro le giocatrici e la Federcalcio
Le dimissioni di Milena Bertolini non sono un atto dovuto. Volendo la CT avrebbe potuto tranquillamente aspettare la scadenza del suo mandato. Un gesto di coerenza e di dignità personale che segue le polemiche legate alle prestazioni non entusiasmanti della squadra, sicuramente anche per qualche errore di valutazione del tecnico tra convocazioni e strategie di gioco. Che si incastra tuttavia in un momento non particolarmente brillante: che segue l’eliminazione dell’Europeo e che dimostra una grande sofferenza del calcio femminile italiano nel perseguire obiettivi evidentemente ancora troppo ambiziosi rispetto al valore e al livello che esprimono i paesi leader.
Le parole di Milena Bertolini sono molto chiare e mirate. Da una parte un attacco alle senatrici (che pensavano di avere un trono acquisito per sempre), alle istituzioni, sempre assenti quando gioca la nazionale femminile (lascio con la consapevolezza e l’umiltà di saper lasciare il proprio posto) aprendo anche a riflessioni diverse. Ad esempio sulla capacità del calcio femminile di crescere: “Al di là della facilità di trovare un capro espiatorio”.
Un pensiero lungo e articolato che esprime rammarico, ma anche un certo risentimento sia nei confronti delle giocatrici che della federazione che a quanto pare l’ha abbandonata senza grande appoggio né solidarietà.
Le parole di Milena Bertolini
Un messaggio molto lungo, postato in sei slide su Instagram. Questo il suo testo integrale…
L’uscita dal Mondiale e la sconfitta sportiva che abbiamo vissuto mi hanno portato a riflessioni che ritengo importante condividere con tutte e tutti voi proprio partendo da quella posizione di ripiegamento su se stessi che cerca di fare luce nelle ombre che rischiano di insinuarsi dentro di noi, imbruttendo la bellezza dell’esperienza vissuta.
Mi sono data il giusto tempo per osservare e ascoltare, non tanto i movimenti esterni e le critiche sommarie che vengono fatte in queste “sventurate” circostanze calcistiche, ma la complessità che sempre accompagna ogni criticità in una squadra. Il calcio è una straordinaria metafora di vita, perché se visto a doppio senso di marcia sa creare ponti. Ponte anche nel passaggio tra vecchie e nuove generazioni, sul quale lasciare preziose eredità, con la consapevolezza e l’umiltà di saper lasciare il proprio posto, che non ci appartiene mai completamente, ma che ci vede passeggeri protagonisti solo se ci consideriamo di passaggio e non su troni acquisiti per sempre.
Troppo ingenua e scontata la ricerca di un capro espiatorio: non scordiamoci che quando si punta il dito verso qualcuno, le altre tre dita della nostra mano guardano verso di noi. Il rischio altrimenti è di giocare la partita contro noi stessi e non con noi stessi e con delle avversarie. Pertanto non sento nessun risentimento e non ho nessun motivo che mi spinga a sentirmi o cercare un colpevole. Ripenso alla mia storia sportiva lunga più di quarant’anni, densa di esperienze a più livelli, ricca di vissuti, di legami, di condivisioni e di competenze maturate non solo all’interno della scuola di Coverciano, ma all’interno soprattutto di tantissime relazioni. Quell’ancoraggio necessario, quando fuori imperversa la tempesta e tu hai bisogno di afferrarti saldamente.
Per concludere sento di ringraziare tutte e tutti, dalle ragazze a tutti i componenti dello staff presenti in ogni area specifica, ai dirigenti che ci sono stati vicini, perché ognuno di loro hanno sempre dato il massimo punto non sempre i tempi di crescita personale coincidono e non è sempre possibile raggiungere risultati positivi, ma non ho dubbi sull’impegno e le buone intenzioni di tutti. Lascio la Nazionale dopo tanti anni e sento di dover ringraziare la Federcalcio e Renzo Ulivieri per la grande opportunità che mi hanno concesso. Sono stati anni bellissimi e molto intensi che porterò sempre con me. Auguro alla nazionale e a tutto il calcio femminile di crescere e che tutto il movimento torni a muoversi con vigore ed energia.
Il bilancio dell’Era Bertolini
Milena Bertolini ha avuto il grande merito di accompagnare l’Italia a tutti i grandi eventi internazionali da quando ha assunto il ruolo di CT. Le Azzurre non andavano ai Mondiali da venti anni, quattro edizioni di buio prima di qualificarsi a Francia 2019 (quarti di finale) e a questa sfortunata edizione che si è chiusa con la fase a gironi. Le ultime prove però sono state deludenti: una doppia eliminazione al primo turno sia ai Mondiali che all’Europeo dello scorso anno.
Milena Bertolini lascia dopo sei anni di guida tecnica con un bilancio di 63 partite, 43 vittorie, 7 pareggi e 13 sconfitte.
La scelta di un nuovo CT intanto sembra tutt’altro che scontata. Il budget, molto limitato non consente l’arrivo di un tecnico esperto o di grande importanza internazionale. E il ruolo in un contesto così difficile, alla vigilia della Womens’ Nation League che serve anche da qualificazioni alle imminenti Olimpiadi di Parigi, è difficile: perché dopo un momento così difficile bisogna ricostruire un ambiente davvero allo sbando, tecnicamente ed emotivamente parlando.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.