Spagna e Inghilterra danno vita a una finale intensa ed equilibrata, con un lunghissimo recupero, decisivo il gol di Olga Carmona
La Spagna ha conquistato il Mondiale di calcio femminile battendo, con pieno merito, l’Inghilterra: un solo gol ma basta e avanza per concretizzare una superiorità che nel corso di questo Mondiale, e anche di questa finale, è stata sicuramente netta.
Il campo ha (quasi) sempre tutte le risposte. Se la Spagna ha vinto due Champions negli ultimi tre anni con il Barcellona, se sono arrivati anche due trofei giovanili in rapida successione, vuol dire che il paese ha costruito e fatto bene. E il primo trofeo major della nazionale maggiore è il logico e giusto coronamento di un percorso davvero perfetto. L’Inghilterra esce ridimensionata ma con la consapevolezza di avere ancora un percorso di crescita importante e con una base davvero solidissima.
Spagna vs Inghilterra 1-0
Indicative le scelte dei due tecnici che lasciano due talenti puri, come Putellas, in condizioni ancora non buone dopo il grave infortunio al ginocchio dello scorso anno, e James, reduce dalla doppia squalifica per l’assurda espulsione rimediata negli ottavi di finale, in panchina. Ma né Jorge Vilda né Sarina Wiegman decidono di stravolgere quello che è un assetto tattico che funziona ognuno con le proprie peculiarità e con differenze enormi punto da una parte la Spagna a fare possesso palla e tanto gioco. Dall’altra l’Inghilterra a cercare un approccio più fisico e atletico, ma non sempre lucidissimo.
Spagna vs Inghilterra, recupero interminabili
La partita offre moltissimo, fin dall’inizio. Perché anche se il primo pericolo costruito dall’Inghilterra fa tremare la porta spagnola, scossa dalla clamorosa traversa colpita da Hemp, a poco a poco le Rojas cominciano a macinare gioco e a prendere consapevolezza dei propri mezzi creando due pericoli importanti dalle parti di Earps, subito decisiva su una conclusione ravvicinata velenosissima di Alba Redondo ma anche molto fortunata su un pallone calciato malissimo da ottima posizione di Salma Paralluelo.
Il gol è una dimostrazione assoluta della qualità di gioco spagnola: l’Inghilterra perde palla a centrocampo, saranno molti e pesanti nel corso dell’intera partita, e con tre soli passaggi Olga Carmona si trova in diagonale in piena area per calciare con precisione chirurgica verso l’angolino del secondo palo. Per una giocatrice che era nata attaccante ma che di fatto ha sempre segnato relativamente poco anche nel Real Madrid, è il secondo gol pesantissimo di questo mondiale. Forse il più importante in assoluto della sua intera carriera.
Sterile la reazione inglese con Salma Parraluelo che allo scadere del primo tempo va vicinissimo al bis, colpendo la base del palo.
Gli inserimenti di James e Kelly fin dall’inizio della ripresa, spingono le Leonesse un po’ più avanti, ma non portano molte idee. Una sola palla gol vera, di Hemp, sul fondo. Poi una conclusione ravvicinata da posizione angolatissima di James, salvata da Coll. La Spagna con il passare dei minuti costruisce il suo successo sulla base della concretezza. Riconquista un gran numero di palloni che l’Inghilterra gestisce male e spesso perde, commettendo un gran numero di falli.
Ma al momento del KO fallisce il colpo decisivo: un calcio di rigore per un fallo di mano di Walsh controllato al lungo al VAR vale il penalty del raddoppio. Ma Jennifer Hermoso si fa bloccare il pallone da Earps. In un finale interminabile con quasi 15’ di recupero, l’Inghilterra produce poco e in modo confuso. La Spagna non rischia molto, controlla con ordine e porta a casa un trionfo di valore inestimabile che vale oro per tutto un movimento che si scopre dominante e in grado di aprire un ciclo.
Ha vinto la squadra migliore quella tecnicamente più forte, quella che ha attacco di più e mostrato il calcio più bello. Come detto il campo ha (quasi) sempre tutte le risposte. La Spagna è la quinta nazionale a fregiarsi del titolo mondiale femminile dopo USA (4 titoli), Germania (2), Giappone e Norvegia (1). Appuntamento alle Olimpiadi di Parigi per vedere se è un ciclo che potrà continuare.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.