Crisi di governo ultimissime news oggi. Dal recovery plan al mes, fino alla gestione dell’emergenza covid. Ecco i 5 punti che potrebbero far cadere il governo.
Crisi di governo sempre più probabile, viste le ultimissime news che provengono dai palazzi della politica italiana. La maggioranza è sempre più divisa al suo interno e i problemi da risolvere aumentano quotidianamente.
La pandemia globale, di certo un problema di difficile gestione per chiunque, richiede unità e idee chiare. Cose che al momento non sembrano esserci, nemmeno su Recovery plan e Mes per esempio.
Per questo Italia Viva (e forse anche altri) pensa alla crisi, nonostante l’emergenza che stiamo vivendo. Analizziamo allora quali sono i 5 punti che rischiano di far saltare il governo Conte.
1. Recovery plan contenuto
Il recovery plan, determinante per accedere ai soldi europei destinati all’Italia (oltre 200 miliardi di euro), è uno dei principali motivi che agitano la maggioranza.
La bozza del recovery plan, documento presentato nelle ultime ore (dopo che anche gli organi europei ne avevano sollecitato la stesura) verrà discussa in un consiglio dei ministri. Al suo interno ci sono tutte le somme nei piani destinate a sanità , infrastrutture, digitalizzazione, cultura, scuola, turismo, lavoro, bonus eccetera.
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Tuttavia questa bozza ha già creato dissensi nella maggioranza. Nello specifico Matteo Renzi, leader di Italia Viva, accusa gli altri partiti di di scarsa trasparenza, proponendo modifiche. Queste le sue parole: “oggi abbiamo ricevuto il documento che avevano cercato di approvare di nascosto in un Consiglio dei ministri un mese fa. Concretamente, chiediamo più soldi per la sanità , che vuol dire prendere il Mes.”
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2. Mes sanitario
Collegato al recovery plan e alle risorse europee destinate all’Italia, c’è anche il Mes sanitario. Specifichiamo che in questo caso non si tratta del Mes fondo salva stati europeo, adottato ad esempio in Grecia con tanto di sacrifici pesanti imposti alla popolazione. Viceversa si tratta di un prestito a tasso agevolato, che l’Europa concede ai paesi richiedenti, per spenderli nel miglioramento della sanità .
Stiamo parlando di una cifra che ammonta 36 miliardi di euro. Parecchi soldi che viste le strutture ospedaliere italiane fatiscenti e la più volte sottolineata carenza di personale medico, farebbero comodo. Tuttavia tale strumento non viene preso in considerazione perché il Movimento 5 Stelle è contrario. I grillini preferiscono utilizzare parte del recovery found per destinare risorse alla sanità .
Questa scelta sembra rientrare in un discorso più che altro elettorale, visto che prendendo le risorse sanitarie dal Mes, quelle del recovery attualmente destinare alla sanità potrebbero andare altrove. Italia Viva lo fa notare e anche il PD, seppur con toni più morbidi, pare sia d’accordo. Ma per ora Conte non accoglie la proposta e su questo si rischia davvero la crisi in Parlamento, stando alle parole di Renzi.
3. Gestione della pandemia nella seconda ondata
Non sono però solo i fondi europei a generare dissidi. Infatti, un altro motivo per cui il governo rischia la crisi è la gestione della pandemia, specie quella degli ultimi mesi.
La comunicazione e le scelte del premier Conte non sono piaciuti a diversi esponenti della maggioranza. Tanti i decreti che hanno generato polemiche, per le restrizioni alla libertà degli italiani e per i problemi economici che hanno causato.
Ma soprattutto la divisione delle regioni per colori non è sembrata una risposta adeguata al contenimento dei contagi. Insomma, i dati Coronavirus parlano chiaro. Sono in crescita e nemmeno le festività  con forti restrizioni e divieti sembrano aver modificato questa tendenza. Forse un lockdown totale quando i contagi iniziavano a salire, come quello adottato in altri paesi, avrebbe garantito risultati migliori.
Ma anche in questo caso all’interno del governo ci sono diverse anime e la divisione per fasce sembra frutto di un compromesso.
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4. Eccessive mediazioni
Non solo per la pandemia, ma anche per ogni provvedimento Conte deve sempre mediare fra idee diverse. Ad esempio la Legge di bilancio è stata approvata praticamente a poche ore dalla scadenza. Il tutto dopo numerose modifiche e senza consentire al parlamento una discussione.
Per non parlare del decreto Natale, con giorni in zona rossa ed altri in arancione. Lo stesso si può dire per il periodo seguente con un calendario che pone l’Italia in una zona diversa praticamente ogni giorno.
Insomma Conte non è riuscito a decidere fra la linea del rigore voluta da ministri come quello della sanità Speranza e quella di altri che vorrebbero maggiore libertà per consenso politico.
Eppure di allarmi ne sono arrivati parecchi dagli esperti. Ma si sono sempre infranti contro “compromessi al ribasso che non riescono a gestire questa situazione“, come dichiarato da Ricciardi, consulente del ministro Speranza. Secondo quest’ultimo solo misure più dure potranno fermare la crescita della curva dei contagi. Lo conferma anche il virologo Crisanti, sostenendo che solo la zona rossa produce dei risultati concreti.
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5. Rimpasto di governo e sostituzione del premier
Veniamo ora all’ultimo punto, quello che non viene detto esplicitamente, ma che secondo i principali giornali che si occupano di politica spicca. Si tratta dell’intenzione di alcuni partiti di maggioranza di sostituire Conte o quantomeno fare un rimpasto. Ossia cambiare alcuni ministri, per dare nuovo slancio all’azione dell’esecutivo.
Un esempio su tutti? La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, che con le sue decisioni sembra aver scontentato tutti. Regioni, studenti e perfino altri ministri della sua stessa maggioranza.
In sintesi, alcuni commentatori politici sostengono che Renzi, il principale esponente che minaccia la crisi, sia solo in cerca di poltrone. Ma la realtà è che di problemi nel governo ce ne sono molti, come abbiamo visto.
Se per risolverli sia il caso di cambiare governo, anche in piena pandemia non lo sappiamo. Ma di certo è arrivato il momento di cambiar passo, altrimenti l’Italia rischia di non riuscire a reagire ai tanti problemi che la affliggono.
Questi i 5 punti principali su cui si rischia la crisi di governo. La lotta al coronavirus e una gestione adeguata delle risorse economiche europee sono imprescindibili. Ma anche la capacità decisionale è altrettanto importante e su questo l’esecutivo attuale lascia parecchi dubbi.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web