Cosa vuole veramente Trump per l’America, ma soprattutto per se.
Donald Trump non è un conservatore classico. Non è nemmeno un populista autentico. Trump è, prima di tutto, un CEO: un uomo d’affari che tratta la politica come un’azienda privata. La sua visione dell’America non passa per il bene comune o per un progetto collettivo, ma per la costruzione di un potere personale, trasversale, fuori dalle regole tradizionali.
E quindi cosa vuole veramente Trump? Comandare senza vincoli, riscrivere la narrazione americana, e rientrare nella storia come unico protagonista. In questo articolo cerchiamo di capire meglio come e perché tramite cinque mosse.
1) Smontare gli USA e riscrivere il potere
Nel suo secondo mandato, il disegno è ormai evidente. Trump non vuole solo governare: vuole smontare l’America, ridefinire il sistema a sua immagine. Le istituzioni sono viste come ostacoli, non come garanzie.
I dazi non sono strumenti economici, ma armi politiche. Le alleanze internazionali? Una zavorra inutile se non servono ai suoi fini immediati. Il tycoon non ha una visione per il mondo: ha una visione per sé stesso.
2) America Spa: lo stato come azienda personale
Per Trump, gli Stati Uniti non sono una democrazia rappresentativa, ma una holding personale. America S.p.A. non ha bilanci pubblici, solo fedeltà interna. Gli alleati diventano fornitori, i cittadini clienti, e le istituzioni semplici ostacoli alla scalata.
Lo dimostra il caos attuale. L’escalation sui dazi con la Cina ha fatto crollare il dollaro e aumentare i prezzi dei beni di consumo. Secondo il New York Times, prodotti di uso quotidiano costano dal 10 al 25% in più. I fondi pensione sono sotto pressione. L’incertezza è alle stelle. Eppure, la Casa Bianca insiste. Perché per DonaldTrump il danno collaterale è irrilevante, se serve a rafforzare il controllo.
3) Sfidare la Cina (che in silenzio conquista)
Intanto, la Cina osserva. Non reagisce con forza: incassa, pianifica, si rafforza. Se gli Stati Uniti chiudono ambasciate e consolati, Pechino di contro rafforza la sua presenza globale.
Mentre Trump indebolisce l’istruzione superiore americana con tagli a università simbolo come Harvard o altre, la Cina investe in ricerca e diplomazia scientifica. In due parole la situazione si può riassumere così: l’America si ritira, la Cina avanza.
4) Il consenso nel caos
Eppure, Trump gode ancora di un consenso politico solido nella sua base. Anche se i sondaggi registrano un calo di diversi punti percentuali rispetto a qualche mese fa, il suo zoccolo duro regge.
La sua fiction continua. Una fiction horror, certo, dove la trama cambia a colpi di tweet, decreti e vendette istituzionali. Ma è proprio questa serialità instabile a tenere alta l’attenzione e di questo il 47esimo presidente USA è consapevole.
5) Restare un enigma
La verità è che il mondo ancora non ha capito cosa vuole veramente Trump. E ha ragione. Perché Trump non vuole essere capito. Vuole solo essere seguito, temuto o imitato. Questo è il suo modo di fare: tendere sorta di trappola, in cui rischiano di cadere Italia e Europa, che di fronte alle tariffe USA reagisce in modo blando promettendo contro dazi su articoli come carta igienica, trucco per gli occhi e sigari. Un elenco di prodotti che non rappresenta esattamente un ritorsione o una mossa in grado di intimorire il presidente degli Stati Uniti d’America.
In sintesi, Donald Trump è il CEO dell’America S.p.A. Non rappresenta un’ideologia: rappresenta sé stesso. E il suo progetto è uno solo: comandare senza vincoli, riscrivere la narrazione, e rientrare da protagonista nella storia, senza badare troppo alle conseguenze delle sue azioni. Il mondo è avvertito.
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Responsabile editoriale presso Donne sul Web, è laureata in Economia. In precedenza ha ricoperto il ruolo di Vice Direttore presso Octagon, società di eventi e marketing sportivo controllata dal Gruppo Interpublic. Tra le sue esperienze si annoverano premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, ottenuti per aver ideato il primo salone internazionale dedicato all’Economia e al Lavoro Femminile. Vive e lavora a Milano.