La moda corre troppo, è giusto così? Lo abbiamo chiesto agli esperti. Ecco quali sono i risultati tra chi compra e chi aspetta i saldi.
Come treni ad alta velocità i trends della moda sfrecciano ormai con grande anticipo e un’ampia raffica d’immagini sul web. Non più in attesa che la loro stagione di riferimento si avvicini, scoprono i riflettori della ribalta praticamente in tempo reale con le sfilate di moda di cui sono stati protagonisti.
«Assistiamo a una vera accelerazione, non solo nella moda, per esempio anche nella musica, in cui tutte le novità invecchiano rapidamente e quasi non riusciamo a godercele. – dichiara Leonardo Caligiuri, fashion stylist e fashion editor per A magazine – E mentre per gli addetti ai lavori del mondo della moda e le fashion victims la nuova frontiera da esplorare è sempre l’ultimo trend, per il consumatore normale l’abbondanza di tutti questi input può creare confusione o semplicemente non è seguita allo stesso modo.
Il paradosso è che, data la crisi, se va bene, la persona media riuscirà a comprare al momento dei saldi, quindi nella realtà , al di là di tutte le anteprime, deve piuttosto aspettare.» Più o meno disinteressati o sedotti dalle ultime news in fatto di moda sperimentiamo comunque un’epoca particolare.
«Caratterizzata da un iperaffollamento, un avvicendarsi di prodotti, una moltiplicazione orizzontale dell’offerta generata da Internet e dalla globalizzazione, in cui non c’è più un ordine, tutto coesiste sullo stesso piano, senza una concatenazione. – spiega Giulia Ceriani, semiologa e presidente di Baba, istituto di ricerche e scenari di mercato di Milano – Viviamo come sfasati, spostati rispetto al presente: o indietro o avanti.
E per ridurre il conseguente disorientamento può essere utile il supporto, delegato alla stampa o a strutture capaci di orientare, semplificare, selezionare le priorità .» Ma come cambia il comportamento del consumatore, provato da tanta esposizione mediatica, al momento di comprare?
«Troppa comunicazione in anticipo finisce con il creare molta perplessità e indecisione sull’acquisto e, infatti, la domanda che sempre più spesso ci sentiamo rivolgere dalle clienti è “ma è di quest’anno?”- dichiara Rosy Biffi, titolare delle boutique Biffi (c.so Genova 5) e Banner (via S. Andrea 8) a Milano e a Bergamo (via Tiraboschi 36), storici punti di riferimento per ricerca e qualità a livello internazionale.
Vedere e rivedere lo stesso capo d’abbigliamento più volte e molto prima del potenziale giorno di shopping fa perdere interesse. E da noi le clienti vogliono prodotti inediti, la sorpresa, qualcosa che non hanno visto in giro: da toccare e provare, per vedere come sta davvero addosso.»
Dunque il mettere troppo in mostra non è garanzia di desiderio a lungo termine, ma le novità sono subito intercettate dagli internauti.Abbiamo individuato due modalità strategiche di vendita: in negozio manteniamo desta l’attenzione della nostra clientela tirando fuori i nuovi prodotti un po’ alla volta durante la stagione o facendoci consegnare la merce in più tempi.
Spiega Federica Zambon, titolare insieme a Simona Citarella di Wok , store multibrand indipendente di Milano (via Col di lana 5A), che vende anche on line sulla piattaforma Farfetch.com, portale unico che riunisce 110 boutique in Italia, Europa e Nord America (46 milioni di euro di fatturato nel 2011, 60mila clienti in 150 paesi nel mondo).
On line, invece, esponiamo subito tutti i nostri capi e accessori: gli utenti, grandi appassionati di moda, captano subito gli ultimi arrivi, li comprano immediatamente e a prezzo pieno.»