“Lo voglio, lo voglio un figlio, a tutti i costi…”. Sono in tante a pronunciare con enfasi questa frase. Giovani donne e mamme mancate che alla soglia dei quaranta si accorgono, o forse se ne erano già accorte, ma per lungo tempo hanno forzatamente accantonato l’idea, di desiderare un figlio. E non solo. Di essere disposte a tutto pur di averlo. Il figlio diviene così un obiettivo da perseguire con determinazione e con volontà ferrea, a tutti costi. Anche alla condizione di crescerlo, quel figlio tanto agognato e desiderato, senza un papà . Le statistiche parlano chiaro. A Milano, capitale indubbia di questa nuova tendenza, 1 mamma su 5 al momento del parto non dichiara il nome del partner. Il 23% delle donne ricoverate alla Mangiagalli di Milano, nota come la “fabbrica dei bambini” del nord Italia, si dichiara “sola”, cioè senza un marito o un compagno stabile.
E la percentuale delle mamme-single è destinata a crescere sempre più, esponenzialmente nel corso degli anni. “E’ una vera e propria rivoluzione epocale – spiega Anna Dell’Isola, psicanalista milanese – Per la prima volta nella storia, molte donne stanno negando la paternità agli uomini. La ragione? Ovvia: preferiscono cavarsela da sole, piuttosto che avere a che fare con compagni che ritengono inadeguati come partner o come padri. La scelta non è certo semplice, nè scevra di controindicazioni. Un buon padre è sicuramente il meglio che una donna si possa augurare, ma piuttosto che avere al proprio fianco un uomo mediocre, si opta per la solitudine”. Condizioni irrinunciabili e imprescindibili per la mamma-single: un lavoro fisso e un buon reddito.
L’identikit della mamma sola “per scelta” è quindi, spesso, quello di una donna laureata e in carriera, una sorta di funambola equilibrista che deve fare i salti mortali per crescere un figlio e mantenerlo. “Le donne che consapevolmente fanno questa scelta – prosegue Dell’Isola – sono, però, senza dubbio più equilibrate e consapevoli di quelle che, per legittimare il proprio desiderio di maternità , sono disposte ad accettare relazioni sentimentali poco soddisfacenti o a sposarsi perchè sta per scadere l’orologio biologico”. Dal punto di vista maschile, una scelta di questo tipo, non è difficile intuirlo, è ritenuta egoistica, da femministe fuori moda e quindi incomprensibile. I sociologi, dal canto loro, la leggono a due livelli: da una parte, uomini sempre più spaventati dalla paternità e dalle responsabilità che ne conseguono, dall’altra, donne sempre più autonome e indipendenti.
Vedi anche Il secondo figlio non arriva che fare
Paola Scaccabarozzi
14 gennaio 2011
Io starei solo attenta a confondere la voglia di diventare mamma a tutti i costi all’egoismo di una donna di avere un figlio solo per lasciare una sorta di eredità al mondo!!!
Io non sono molto a favore della maternità “adulta” anche se mi rendo conto che oggi è difficile avere un figlio…