Il Naspi 2017 non è altro che la vecchia indennità di disoccupazione. Ecco come si richiede e quali sono i requisiti per averla.
CHE COS’È IL NASPI?
ASPI è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, un contributo economico che sostituisce la vecchia indennità di disoccupazione.
CHI HA DIRITTO AL NASPI 2017 E CHI NO?
Questa prestazione economica può essere richiesta da tutti i lavoratori subordinati, dai dipendenti assunti a tempo determinato nella pubblica amministrazione, apprendisti, soci di cooperative con un rapporto di lavoro subordinato.
Non spetta a chi è assunto nella pubblica amministrazione a tempo indeterminato, agli operatori agricoli (a tempo determinato o indeterminato), ai lavoratori extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno per il lavoro stagionale (che sono soggetti ad altre tutele specifiche).
QUALI SONO I REQUISITI PER AVERE DIRITTO AL NASPI 2017?
• Primo requisito – disoccupazione involontaria: occorre essere senza lavoro e aver dichiarato al Centro per l’Impiego la disponibilità immediata a intraprendere un’attività lavorativa e a partecipare a misure di politica attiva del lavoro (per esempio attività di orientamento, formazione, tirocinio). In caso di dimissioni volontarie non è possibile richiedere la prestazione, a meno che le dimissioni siano avvenute durante il periodo tutelato di maternità oppure si tratti di “dimissioni per giusta causa”.
In caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non è possibile accedere al NASPI (eccetto casi particolari).
• Secondo requisito – contribuzione: è necessario aver versato almeno 13 settimane di contributi per la disoccupazione, non inferiori ai minimali settimanali, nei quattro anni precedenti la fine del rapporto di lavoro. Sono esclusi da questo prerequisito gli addetti ai servizi domestici e familiari, gli operai agricoli (per i quali vigono norme particolari di categoria) e gli apprendisti.
Valgono anche i contributi accreditati per maternità obbligatoria, congedo parentale, malattia dei figli entro gli 8 anni, i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati, i periodi disponibilità o dedicati alle procedure di riqualificazione professionale (per i lavoratori in somministrazione, con contratto di lavoro a tempo indeterminato con indennità di disponibilità).
• Terzo requisito – lavoro: per poter accedere alla domanda del NASPI bisogna aver lavorato per almeno 30 giornate effettive (indipendentemente dall’orario) nei 12 mesi precedenti la condizione di disoccupazione. Condizioni particolari, anche in questo caso, per i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, i lavoratori agricoli e altre categorie di lavoratori per i quali non è possibile risalire al dato delle giornate lavorate (lavoratori a domicilio, lavoratori con dati contributivi derivanti da formulari esteri).
COME SI PRESENTA LA DOMANDA
Va presentata all’INPS solo in va telematica usando il sito dell’INPS con il relativo PIN, oppure avvalendosi del supporto del Contact Center integrato INPS–INAIL (n. 803164 gratuito da rete fissa oppure n. 06164164 da rete mobile) o degli Enti di Patronato. Va fatta entro 68 giorni a partire dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro oppure dopo 30 giorni dal licenziamento per giusta causa.
DA QUANDO VIENE EROGATA L’INDENNITÀ?
L’indennità viene versata a partire dal giorno successivo alla presentazione della domanda, oppure dopo 8 giorni dalla fine del rapporto di lavoro (se la domanda è stata inoltrata entro 8 giorni da quella data), dalla fine del periodo di maternità infortunio, malattia, mancato preavviso, licenziamento per giusta causa.
QUANTO DURA?
Viene versata ogni mese per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Quindi la durata massima del Naspi è di 2 anni.
A QUANTO AMMONTA L’INDENNITÀ DEL 2017? COME SI CALCOLA?
Il calcolo non è semplice. L’ammontare dell’assegno mensile si calcola sommando tutte le retribuzioni imponibili ai fini previdenziali ricevute negli ultimi 4 anni e dividendo il risultato per il numero di settimane di contribuzione. La cifra ottenuta va infine moltiplicata per 4,33. Fatto questo calcolo, se la retribuzione mensile è di 1195 euro mensili o meno, l’importo dell’assegno è pari al 75% della retribuzione, mentre se è di importo superiore a 1195 viene aggiunto, al 75%, un importo pari al 25% della differenza tra la retribuzione mensile e 1195. In ogni caso, l’importo massimo dell’indennità non può superare i 1300 euro al mese. A partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione dell’indennità, l’assegno si riduce progressivamente del 3% al mese.
Cosa succede se trovo un altro lavoro?
Se si trova un nuovo lavoro con contratto subordinato di massimo sei mesi, l’indennità è sospesa fino alla fine del rapporto lavorativo e riprende in seguito. Se il contratto di lavoro è superiore a sei mesi, non si ha più diritto al NASPI e l’erogazione viene interrotta.
Se lo stipendio è inferiore ai minimi stabiliti per l’erogazione della prestazione, oppure si è lavorato tramite i Voucher per un guadagno entro i 7000 euro annui, essa viene corrisposta in forma ridotta. In caso di lavoro tramite voucher entro i 3000 euro di guadagno, non si perde il diritto all’assegno.
Cosa succede se voglio avviare un’attività imprenditoriale?
In questo caso è possibile chiedere che l’importo complessivo del NASPI venga erogato tutto in una volta ai fini di avviare un’attività lavorativa autonoma, un’impresa individuale o sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa. Se però nel frattempo si trova un lavoro con contratto subordinato, la cifra deve essere restituita all’INPS.
Vedi anche: Sia cosa è e come richiedere il sostegno per inclusione attiva