Secondo l’analista economico di Le Monde, Faugias, la ripresa sarebbe alle porte. Questa previsione che, tutto il mondo si augura, sarebbe dovuta al rapporto tra ferro e oro. Infatti mentre l’oro cala, il ferro sale: del 56% da settembre ad oggi, mentre l’oro solo del 7%.
Senza grandi clamori mediatici il ferro super di gran lunga – in percentuale – il costo del metallo giallo. l prezzo dell’umile minerale infatti, รจ cresciuto, come si puรฒ vedere dal grafico, del 56% dal 5 settembre a oggi, mentre l’oro รจ salito solo del 7,3%. Queste curve antagoniste significano alcuni fatti importanti, secondo l’analisti di Le Monde: “gli investitori sono fiduciosi, anche se con allarmi persistenti e intermittenti perchรฉ la volatilitร dei prezzi rimane forte; che la locomotiva cinese รจ risorta e sta divorando il 60% del ferro globale; che gli USA potranno decollare a bassa velocitร se hanno la saggezza di sistemare le loro situazioni legate al debito pubblico interno entro la fine del mese e l’Europa ha salvato, grazie soprattutto a Mario Draghi, l’euro, attraverso misure di austeritร ”.
Le curve del grafico dicono anche che l’avversione al rischio รจ diminuita e c’รจ meno bisogno di copertura contro l’inflazione, meno necessitร di accumulare oro che Faugias, definisce “barbara reliquia”.
A supporto della sua tesi l’analista evidenzia il continuo aumento dei mercati azionari. Conferma del rinnovato coraggio che in pochi mesi dovrebbe annunciare la ripresa degli investimenti.
E’ molto probabile perรฒ, prosegue l’articolo, che, questa ripresa si verificherร in modo non uniforme nel tempo e nello spazio. Iniziando nei paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Turchia), essa continuerร nelle economie avanzate dell’OCSE, e alla fine conquisterร le economie europee e, in primo luogo, la Germania.
Questa differenza provoca esitazione sui mercati. Metalli non ferrosi e prodotti petroliferi promettono di esitare ancora prima di riprendere il cammino verso l’alto. I mercati sono combattuti tra la Cina che cammina e un’Europa col freno a mano tirato, con una potente Germania e gli altri paesi in crisi d’anemia.
I prezzi del rame tradiscono queste esitazioni. Il prezzo del metallo rosso, che equipaggia i nostri tubi e i nostri cavi, le nostre alte velocitร e le nostre costruzioni, continuano a diminuire. L’alluminio senza il quale nessun aereo o auto esisterebbero, rimane depresso.
All’inizio del 2013, conclude Faugias in modo bene augurante, anche se a breve termine le previsioni rimangono negative, la ripresa รจ in vista. E con essa, anche la ripresa dell’inflazione, che causerร altri allarmi. Non si รจ mai soli!
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