Riduzione dei bonus nella manovra 2025: poche agevolazioni per le famiglie. Ecco perché, quali restano e quali finiscono.
L’approvazione della legge di bilancio 2025, attesa dagli italiani per conoscere le nuove agevolazioni finanziare, potrebbe deludere le aspettative. Il motivo è semplice: i bonus, in passato destinati a famiglie e imprese a pioggia, ora sono ridotti al minimo.
In questo articolo vediamo quali sono i motivi del taglio agli incentivi statali, quali rimangono nel 2025 e quali no. A seguire gli ultimi emendamenti alla manovra.
Cosa c’è dietro la riduzione dei bonus?
I motivi alla base della diminuzione del numero di agevolazioni nella finanziaria sono principalmente 4:
- riduzione della spesa pubblica: la volontà del governo è di destinare le poche risorse disponibili per interventi strutturali, più duraturi rispetto ai bonus temporanei
- la necessità di rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea
- il bisogno di bloccare l’aumento del debito pubblico (2.950 miliardi di euro circa stando agli ultimi dati aggiornati della Banca d’Italia) spendendo meno
- la presenza di un contesto economico generale incerto, che ancora non garantisce una ripresa solida.
Quali bonus rimangono nella manovra 2025?
Abbiamo visto perché gli incentivi si riducono l’anno prossimo. Ma per ora alcune agevolazioni sono confermate nella legge di bilancio 2025, salvo ripensamenti entro fine anno. In particolare quelle destinate a:
- efficienza energetica degli edifici
- ristrutturazioni di casa
- mobili ed elettrodomestici
- natalità (il cosiddetto assegno unico).
Tuttavia gli stanziamenti per finanziarie questi interventi dello stato sono ridotti. Un esempio? L’incentivo per le ristrutturazioni è confermato al 50% (fino a 95.000 euro) solo per gli interventi realizzati sulla prima casa. Mentre scende al 36% delle spese sostenute per i lavori effettuati sulle seconde case o altre abitazioni non adibite a prima casa. Ma la certezza dei requisiti per ricevere questi sussidi ci sarà solo dopo l’approvazione del testo finale.
Agevolazioni a rischio cancellazioni
Ora invece vediamo brevemente quali sono i bonus in scadenza o a rischio cancellazione nel 2025, secondo il primo testo della manovra economica:
- decoder tv
- mamme disoccupate
- bollette
- caldaie
- pellet e acqua potabile
- asilo nido
- carta cultura e del merito
- animali domestici
- sismabonus
- colonnine di ricarica
- carburante per lavoratori
- bonus verde.
In tutti questi casi al 31 dicembre 2024 gli incentivi scadono e il governo Meloni ha deciso di non rinnovarli. Alcuni però potrebbero rientrare nel testo tramite modifiche, magari con detrazioni fiscali o importi più bassi rispetto al passato. Per esempio nel caso degli asili nido oppure dell’ex bonus cultura per gli studenti.
Emendamenti nuovi bonus manovra 2025
Tra le novità in discussione per la legge di bilancio 2025 ci sono 2 emendamenti che potrebbero introdurre incentivi attualmente non previsti. Si tratta di proposte pensate per sostenere le famiglie e stimolare i consumi:
- bonus 500 euro per figli under 14: consiste in un contributo annuale di 500 euro per ogni figlio di età inferiore ai 14 anni, destinato a finanziare attività extrascolastiche, sportive o corsi di lingua.
- un nuovo bonus elettrodomestici, diverso dal precedente incentivo già in vigore, prevede una detrazione del 30% sulle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici, fino a 100 euro. Per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro annui, il contributo può arrivare fino a 200 euro.
Questi emendamenti, se approvati, rappresenterebbero un sostegno per le famiglie italiane, introducendo agevolazioni per specifiche esigenze. Resta da vedere se saranno davvero inclusi nel testo definitivo della manovra economica.
Bonus nella legge di bilancio 2025: considerazioni finali
Come visto la nuova finanziaria segna un cambiamento rispetto agli anni precedenti, con una netta riduzione delle agevolazioni. Questa scelta, dettata da vincoli economici e dalla necessità di ristrutturare la spesa pubblica, rischia di pesare sulle tasche degli italiani.
Secondo il governo italiano tagliare i bonus per spostare soldi su investimenti più mirati (per esempio innovazione tecnologica o sostenibilità ambientale) dovrebbe garantire una crescita economica sostenibile nel tempo. Di sicuro però nel breve periodo ci rimettono tutti i cittadini, che sulle agevolazioni fiscali facevano affidamento per alleggerire le spese sostenute. Vedremo se invece nei prossimi anni queste scelte governative influenzeranno positivamente l’economia del nostro paese oppure no.
Vedi anche: Perché approvano i bonus se non hanno i soldi per pagarli
Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web