Economia italiana 2017: aumento dell’Iva, Alitalia, banche, terremotati, dissesto degli enti locali. Le cinque situazioni critiche per l’autunno
Economia italiana 2017: il nostro Paese dovrà affrontare una serie di elementi di potenziale pericolo e instabilità a partire dal prossimo autunno, questo nonostante i dati incoraggianti degli ultimi giorni (Pil aumentato di 1,5 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2016, una buona crescita, seppur inferiore a quella di molti partner europei).
La situazione pesante di Alitalia
Una situazione pesante che prosegue da molto tempo con lo spettro del fallimento sempre dietro l’angolo: Alitalia dopo l’ultimo prestito ponte da 600 milioni di Euro è ancora alla disperata ricerca di investitori. I commissari devono far durare il più possibile quei 600 milioni e stanno mettendo in piedi una serie di misure per il risparmio e l’aumento dei ricavi: aerei più frequentemente in volo, taglio delle rotte meno redditizie, aumento delle destinazioni a lungo raggio in particolare su Sud e Nord America, sul’Africa, ma anche su località di richiamo turistico come le Maldive. E sul versante acquirenti: i nomi restano sempre gli stessi Lufthansa, Ryanair, Easyjet, Fondo Elliott. Le offerte dovranno arrivare entro il 2 ottobre. E si spera arrivino…
Vedi anche: Alitalia news: biglietti e Millemiglia, ecco i rischi se fallisce.
Un pesante aumento dell’Iva?
L’aumento dell’Iva è un meccanismo automatico in caso di sforamento dei conti. In sostanza l’Iva, che è una delle forme di imposizione fiscale più facile da ritoccare per garantire nuovo gettito immediato, deve aumentare se si superano i parametri concordati a livello europeo.
Negli ultimi anni gli aumenti Iva sono sempre stati evitati ma con la manovrina primaverile si è prospettato una nuova crescita dell’Iva: nel 2018 quella al 10% dovrebbe passare all’11,5, quella del 22% al 25%. Si tratta di aumenti molto corposi, staremo a vedere se si riuscirà ad evitarli o meno.
Le amministrazioni locali in dissesto
Oltre ai problemi del bilancio centrale una delle fonti di rischio enorme per l’economia italiana nel 2017 è il pesante dissesto finanziario di tante amministrazioni locali, spesso aggravato dagli ulteriori dissesti di molte aziende partecipate o controllate. Il caso di Roma è emblematico. Con un debito già commissariato otto anni fa ora siamo di nuovo a un disavanzo di quasi 1 miliardo di euro.
La situazione è molto grave soprattutto al sud, in particolare in Calabria (dove il caso di Reggio Calabria è il più spinoso) e Campania. In molti casi gli enti locali devono far fronte a mutui dagli interessi elevati con difficile possibilità di rinegoziazione. Rateizzare e nel contempo tagliare servizi, aumentandone il costo, è la strada che tanti comuni e province stanno attuando. A scapito chiaramente di cittadini e utenti.
Economia italiana, le banche a rischio crack
Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Monte dei Paschi di Siena, Carige, Veneto Banca… La lista è sicuramente incompleta e rappresenta una parte dell’enorme problema bancario italiano, alle prese con crediti insoluti e deteriorati in percentuale alta rispetto al patrimonio e con bilanci in enorme sofferenza, puntellati spesso dal sostegno statale.
Se alcune situazioni sono “risolte” ne restano altre aperte che potranno dare problemi nel prossimo autunno e il punto problematico è sempre lo stesso e si chiama, appunto, crediti deteriorati, crediti che le banche difficilmente riusciranno a farsi restituire da debitori a loro volta in affanno. Tra gli istituti esposti in questi termini troviamo ad esempio Banca di Teramo (crediti deteriorati pari a poco meno di otto volte in patrimonio netto).
La precarietà dell’Italia terremotata
Il premier Gentiloni ha passato la vigilia di ferragosto ad Arquata del Tronto. Una parte di Italia che ancora soffre enormemente il post-terremoto. Le zone critiche con danni da sisma d’Italia sono tante: L’Aquila e la sua zona rossa con la difficilissima ricostruzione, Amatrice, Arquata del Tronto, Norcia…
Se le casette provvisorie sono arrivate in buon numero in Umbria e Lazio, più difficile è la situazione nelle Marche, anche a causa dell’estensione del territorio colpito. Il recupero dei detriti continua e si prospetta anche la possibilità di un intervento di sgombero dalle aree private (oltre che da quelle pubbliche) effettuato dagli enti pubblici in presenza di un progetto di ricostruzione.