Contributo affitto: come si ottiene, a chi spetta, quali sono i requisiti e come si regolano comuni e regioni.
Per aiutare le famiglie economicamente in difficoltà , nel pagamento dell’affitto dell’immobile in cui vivono, lo Stato ha previsto un apposito contributo. La denominazione di questo sussidio è contributo affitto, la cui erogazione spetta poi ai singoli comuni.
I requisiti da rispettare per ottenerlo sono stabiliti da ogni comune, che realizza bandi diversi e poi si occupa anche del pagamento.
Tuttavia di base l’assegnazione di tali incentivi avviene in relazione al reddito ISEE di ogni singolo nucleo familiare, che fa richiesta del contributo. Nello specifico la famiglia deve possedere un reddito ISEE inferiore a 26.000 euro annui.
Il sostegno per chi è in difficoltà nel pagamento del canone di locazione è stanziato nel cosiddetto fondo per morosità incolpevole. Esso presenta un contributo di 8.000 euro all’anno in favore di queste famiglie, che hanno già ricevuto una notifica di sfratto, non riuscendo a pagare quanto dovuto.
Per attivare tale fondo di morosità è necessario che si verifichino una delle condizioni che giustificano l’incolpevolezza del soggetto in affitto. In particolare le cause possono essere:
- La perdita del lavoro a causa di un licenziamento.
- La messa in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, che comporta la diminuzione della capacità reddituale.
- Una forte riduzione dell’orario di lavoro a seguito di accordi aziendali.
- La cessazione di attività per i liberi professionisti o per un’impresa, a causa di significative perdite.
- Un infortunio, una malattia grave o un decesso di un componente del nucleo familiare, da cui consegue una forte riduzione del reddito totale della famiglia.
Vedi anche: Bonus affitto 2023 regione Campania domanda online
Contributo affitto: i requisiti per ottenerlo
Come detto in precedenza, l’inquilino in difficoltà per poter beneficiare del contributo affitto deve possedere dei requisiti. Eccoli nel dettaglio uno per uno:
- Il possesso di un reddito ISEE minore di 26.000 €.
- Il contratto di affitto dell’immobile deve essere registrato regolarmente.
- Nessun membro del nucleo familiare deve possedere un immobile abitabile nella medesima provincia della casa in affitto.
- Il possesso della cittadinanza italiana o UE.
- L’abitazione non deve essere un immobile di lusso o pregio.
- Il ricevimento dell’atto di convalida di sfratto per morosità , in relazione al locale ad uso abitativo (non vale lo stesso per quelli ad uso commerciale).
Oltre a quelli elencati rappresenta un criterio preferenziale, per il conseguimento del contributo, la presenza nel nucleo familiare di un minorenne, di un ultrasettantenne o di una persona invalida quantomeno al 74%.
Contributo affitto: il ruolo dei comuni
Come accennato in precedenza, la domanda per ricevere il sussidio deve essere effettuata al proprio comune di residenza. Il quale, una volta verificata l’esistenza dei requisiti e le risorse a disposizione, comunica la Ministero delle infrastrutture il diritto o meno del richiedente a ricevere il contributo affitto.
Dunque i comuni hanno un ruolo determinante per ricevere il sussidio. Questo vale ad esempio per chi vive in grandi città come Bologna, Roma, Firenze, Milano e via dicendo, ma anche nei centri più piccoli di regioni come la Lombardia, la Toscana e tutte le altre.
Proprio perché ogni comune predispone un bando specifico per il sussidio vi consigliamo di verificarne il contenuto direttamente al vostro municipio. In alternativa, per le località più grandi vi forniremo noi le specifiche fornite dai singoli comuni, quindi vi invitiamo a restare aggiornati su questo sito.
Stesso discorso per il bonus affitto che verrà attivato in futuro, come dichiarato dal Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web