La particolarità di questa biografia, non è solo la ricchezza del contenuto e delle testimonianze e il fatto che sia l’unica autorizzata ma, il fatto che Steve Jobs, notoriamente pignolo, perfezionista e maniaco del controllo, non abbia imposto nessun vincolo sul testo né preteso di leggerlo prima della pubblicazione. E non ha posto alcun filtro, incoraggiando anzi i suoi conoscenti, familiari e rivali a raccontare onestamente tutta la verità.
Nel libro scritto da Walter Isaacson, 59 anni, attuale direttore dell’Aspen Institute, ex presidente di Cnn e giornalista del Time, si leggono più di quaranta colloqui personali e più di cento interviste a familiari, amici, rivali e colleghi. Il tutto raccolto in 600 pagine.
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“Quando era in salute e si recava in ufficio, quasi ogni giorno Jobs pranzava insieme ad Ive, per poi passare il pomeriggio in giro per lo studio. Appena entrato dava un’occhiata ai tavoli, seguiva il flusso dei prodotti lungo il loro percorso, saggiava la loro consonanza con l’indirizzo strategico della Apple e toccava con mano l’evoluzione del design di ciascuno di essi. In genere i due erano soli”, questo è uno dei frammenti che si possono leggere nel libro, dove vien messa anche in luce la figura di Jonathan Ive, il motore creativo della Apple, che secondo molti raccoglie l’eredità visionaria di Steve Jobs. È lo stesso Ive che racconta nel libro: “A Steve non piace passare il tempo a esaminare disegni complessi. Vuole vedere i modelli, vuole ‘sentirli”. Nel libro Isaacson descrive anche la fucina delle idee Apple il luogo dove si è realizzata per 15 anni la sinergia tra Ive e Jobs e sono nate tante creature come l’iPod, l’iPhone e l’iPad: “Uno spoglio ambiente industriale, con un arredo grigio metallo. Dall’esterno le foglie degli alberi proiettano sulle finestre scure mutevoli giochi d’ombra e luce. In sottofondo musica techno e jazz”. Ovviamente, lo studio di design situato nel campus Apple “é protetto da vetri scuri e da una massiccia porta blindata ben serrata. L’accesso è proibito alla maggior parte dei dipendenti Apple”.
Jobs parla candidamente e talvolta in maniera brutale, dei colleghi, degli amici e dei nemici, che, a loro volta, ne svelano le passioni, il perfezionismo, la maestria, la magia diabolica e l’ossessione per il controllo che hanno caratterizzato il suo approccio al business e i geniali prodotti che ha creato.
Il libro è stato voluto dallo stesso Jobs, per lasciare un ricordo ai suoi figli. “Volevo che i miei ragazzi mi conoscessero – ha detto il fondatore della Apple -. Non sono stato sempre presente. Volevo che sapessero perché e che capissero cosa ho fatto”. Ed è un libro che va letto come il testamento intellettuale e spirituale che Steve Jobs lascia al mondo intero.
In Italia il libro è pubblicato da Mondadori e costa 20 euro. In copertina c’é una delle più celebri foto in bianco e nero di Steve Jobs, quella messa dal sito della Apple, il giorno della sua morte, il 5 ottobre 2011.