Pinuccia Cossu Martinelli, un libro a 92 anni: “Dedico i miei ricordi a chi non ha memoria”

Una donna milanese racconta in un libro splendido la Milano della seconda guerra mondiale, tra rastrellamenti, fucilazioni e bombe. Intervista

Pinuccia Cossu Martinelli è una signora molto distinta che ha due pregi straordinari. Ha una memoria di ferro a dispetto dei 92 anni che porta con molta disinvoltura. E sa raccontare le cose, anche le più drammatiche, con l’autorevolezza di chi ha visto le cose personalmente.

Pinuccia Cossu Martinelli
Pinuccia Cossu Martinelli, 92 anni, autrice di un libro storico di grande rilievo – Credits Stefano Benzi DSW

In un mondo di fiction e di immagini sparate sui social solo per far parlare la gente, il suo racconto atroce dei giorni di guerra tra fascismo e liberazione, riduce tutti al silenzio.

Pinuccia Cossu Martinelli, ricordi di guerra

Il clamore è solo nelle cose che racconta. Gli arresti, le persecuzioni, gli omicidi per strada, le violenze da una parte e dall’altra di un paese spaccato e in preda alla confusione più assoluta: “Ricordo la fame, la sensazione di paura quando si doveva scendere per strada per recuperare qualcosa da mangiare, l’ansia per i vicini di casa e gli amici che ogni tanto sparivano, e nessuno ne sapeva più niente, pensando che prima o poi sarebbe toccato a mio padre. Ricordo i morti per strada. Anche se alla lunga ci ho fatto l’abitudine. Perché era normale vedere qualcuno morto per strada. Succedeva tutti i giorni”.

Autobiografia, in una storia di cronaca

La signora Cossu Martinelli ha perfettamente colto il senso di scrivere un libro che, e chi scrive parla per esperienza, è faticoso, e a volte doloroso. Perché mette di fronte ai propri limiti ed evidenzia infinite insicurezze.

La prima domanda che si fa una persona che decide di scrivere è, perché. Perché scrivere, e per chi scrivere… La risposta di Pinuccia Cossu Martinelli è tanto sensata quanto sferzante: “Perché i giovani non hanno memoria, non sanno e non si interessano. E ho la sensazione che tutto il dramma che ha vissuto la gente della mia generazione sia stato inutile se non trasferiamo loro l’orrore della guerra, la devastazione morale e materiale che un conflitto porta. Ero ottimista. Pensavo che non sarebbe mai più accaduto niente del genere. E invece arrivo alla mia età e scopro che non solo accade di peggio, ma a sconcertarmi è l’indifferenza generale”.

Pinuccia Cossu Martinelli
L’autrice durante un momento della presentazione del suo libro – Credits Stefano Benzi DSW

Un libro è una delle testimonianze più vere e concrete di chi decide di lasciare qualcosa di sé. Il racconto di quei giorni di violenza e di incertezza è lucido ed evocativo nella sua drammaticità: “Il crollo della scuola di Gorla, decine di bambini dilaniati da una bomba, non sapevamo mai ad un allarme che cosa sarebbe successo, e dove avrebbero colpito e chi sarebbe rimasto sotto le macerie. Ricordo tutto, come non lo so. Ma ricordo tutto: e l’unica cosa che potevo fare era scrivere quello che ho osservato e che ancora oggi fatico a capire”.

Le memorie di una bimba spaventata

Il libro è la storia di una cronista di dodici anni arrivata a Milano dalla Sardegna, che affronta una Milano che cambia completamente e che un po’ l’ha adottata e un po’ l’ha profondamente cambiata: “Vivo da tanti anni al Gratosoglio. Milano mi piace? No che non mi piace, se potessi vivrei in montagna, tra i boschi. Ma qui ci sono i miei figli, mi sono sposata e ho raccolto tutti i miei amici e le mie relazioni di un quartiere che ho vissuto con passione e con dedizione”.

Un po’ autobiografia, un po’ lavoro di una cronista attenta e informata Chi dimenticherà quei giorni? è il classico esempio di un libro che dovrebbe far parte delle letture di tutte le scuole e biblioteche.

Quella narrativa che sta scomparendo e che tra dieci anni sarà sepolta sugli scaffali dietro i photobook degli influencer di cui francamente non si sente nessuna urgenza né necessità. Mentre nessuno sarà qui a raccontarci chi siamo, da dove veniamo, che cosa abbiamo attraversato e quali incubi di giorno in giorno rischiamo se la passività e la pigrizia mentale diventano la compagnia di una vita dedicata al vuoto pneumatico proposto dai media.

Non troverete Chi dimenticherà quei giorni? nelle migliori librerie. E nemmeno nelle edicole che stanno scomparendo. Non è in versione digitale, in e-book e nemmeno su Amazon.

É autoprodotto e autofinanziato. E anche questo dovrebbe dire molto. Edito da Il Sud Milano è disponibile in vendita in un’unica libreria milanese, in via Feraboli. Ma si può richiedere via mail alla società editrice. Se avete un nipote e non avete ricordo o memoria dei ricordi di vostro nonno, regalateglielo.

Vedi anche: Le ottantenni che volevano vedere il mare per la prima volta

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