L’aumento della quota destinata alla cosiddetta “copia privata” potrebbe riservare spiacevoli aumenti di prezzo per gli oggetti hi-tech dal Pc al tablet al cellulare e non solo
Tra poche settimane acquistare supporti Cd, Dvd, chiavette Usb, schede di memoria ma anche cellulari, tablet, Tv e Pc potrebbe costare di più. Fino al 2003, non si poteva fare alcuna copia personale di un Cd, di un film che si erano acquistati o scaricati (legalmente, s’intende). Una copia masterizzata di un Cd originale comprato, da tenere in macchina ad esempio, era considerata violazione al diritto d’autore.
Copia personale: di cosa si tratta
Dal 2003 è stata introdotta la possibilità di fare una copia rigorosamente personale (e non utilizzabile per fini di lucro, né ovviamente cedibile ad altri) di musica e video. A fronte di questa possibilità però è stato introdotto un compenso forfettario per gli autori. Il principio è che se ti fai una copia di un oggetto con diritti d’autore devi comunque pagare un pochino di diritto d’autore stesso. Uno direbbe: ma l’ho già pagato nel primo acquisto. Ebbene non funziona così: ogni singola oggetto che contiene opere con diritto d’autore deve pagare il corrispettivo diritto, anche se si tratta di una copia personale. E in questo ultimo caso come avviene il pagamento?
L’equo compenso per la copia personale
Lo stato applica un’imposta (non la troverete sotto questo nome, è chiamata “compenso per copia privata”) a chi produce, importa o distribuisce un supporto per riprodurre musica e video o sistemi di memoria che li possano contenere (Usb, Cd, schede di memoria, hard disk ecc.). Ed è l’entità di questa che è aumentata rispetto al passato e che rischia di finire nel prezzo finale dei prodotti.
Vediamo nel concreto: tablet e smartphone che prima subivano una quota per copia privata di 0,90 cent di Euro ora fino a 8 Gb subiranno una quota di 3 €, di 4 € fino a 16 giga, di 4.80 € fino a 32 giga e di 5,20 € e oltre i 32.
Una Tv senza hard disk (prima non presente nei prodotti sottoposti) dovrà contenere una quota di 4 € (e qui ci chiediamo il senso visto che se la Tv non può registrare nulla ma solo ritrasmettere un segnale e non può essere usata per copie private).
Tv con hard disk da 40 giga dovrà aggiungere 6,44 € arrivando progressivamente a 32.20 € per una tv con hard disk oltre i 400 giga. In questo caso nessun cambio rispetto alla tariffazione precedente.
Un Pc fisso o portatile sottostarà ad una quota di 5.2 € (prima era da 1,9 a 2,4 € a seconda se avesse o meno un masterizzatore incluso).
Un hard disk dovrà includere 0,01 centesimi per Gb (come prima) fin od un massimo di 20 €, ma sappiamo che la capienza di questi dispositivi è molto cresciuta nel tempo (per fare un esempio un hard disk da 2 tera dovrà includere 20 € di quota e se cerchiamo ora su Amazon ne troviamo a costi che partono da 70-75 €, fatevi un’idea di quanto potrebbe incidere la quota.
Le schede di memoria che prima dovevano inserire una quota di 0,05 € a giga ora dovranno comprendere una quota di 0,09 a giga fino a un massimo di 5 €.
Riassumendo, i possibili aumenti
Il ministro Franceschini ha sostenuto che incrementi di prezzo non ci saranno. In qualche caso però pare inevitabile che si verificheranno aumenti viste le variazioni sopra riportate.
Per altro il consumatore italiano si sta dirigendo verso forme moderne di “utilizzo” dell’opera d’ingegno. Per esempio ascolta musica in streaming, guarda video e film su YouTube, copia il proprio materiale acquistato in rete nel suo cloud. Dunque se uso lo smartphone per ascoltare la musica su spotify o quella presente sul mio cloud perché devo pagare un’imposta su una presunta “copia” che non farò mai?