Con la vittoria dello US Open la polacca Iga Swiatek entra nel novero delle grandissime protagoniste del tennis femminile
Non è un momento particolarmente facile per il tennis femminile che si trova al cospetto di un ricambio generazionale per certi versi traumatico.
Le tenniste che hanno fatto epoca hanno deciso di lasciare definitivamente la sfera agonistica. Serena Williams, protagonista di due decadi di trionfi, forse la più grande tennista di sempre anche se le manca un trofeo dello Slam per raggiungere il record di Margaret Court, ha annunciato il suo addio proprio in questi ultimi US Open. Ormai è una imprenditrice affermata, da tempo vuole allargare la famiglia con un secondo figlio. Il tennis le sta stretto.
Iga Swiatek, la speranza del tennis femminile
Come in qualsiasi sport i ricambi generazionali sono da una parte una necessità dall’altra un bel rischio. La possibilità di ritrovarsi di fronte a un periodo vuoto, povero di grandi personaggi o tecnicamente opaco, è notevole. Accade ciclicamente in qualsiasi competizione. Il tennis, sport individuale, ne risente forse anche più di altri. È per questo che un personaggio come Iga Swiatek, polacca, 21 anni, rappresenta una boccata d’ossigeno per uno sport alla disperata ricerca non solo di una protagonista ma di un personaggio.
Il 2022 per lei è stato un anno assolutamente trionfale. Considerando i quattro tornei dello Slam ha perso soltanto due partite, una all’Australian Open, non era in forma. L’altra sull’erba di Wimbledon, decisamente non il suo campo preferito. Per il resto ha dominato la scena.
Tre vittorie nei WTA Masters 1000 oltre ai successi di Roland Garros e US Open che le hanno fruttato una fortuna.
Chi è Iga Swiatek
A New York Iga Swiatek ha staccato un assegno da 2.6 milioni di dollari conquistando in poco meno di 8 mesi più della metà del montepremi che era riuscita ad accumulare nei suoi primi cinque anni di professionismo.
Un grande risultato. Anche dal punto di vista tecnico. Perché la polacca si sta dimostrando estremamente consistente su tutti i terreni di gioco, anche quelli più veloci che inizialmente sembravano vederla a disagio.
Netta la sua vittoria in finale a New York, 6-2 7-6 (5) contro la tunisina Ons Jabeur, un altro volto emergente della racchetta femminile. La prima tennista africana e musulmana capace di imporsi in un torneo major. La tennista più giovane dopo Maria Sharapova (a 20 anni, nel 2008) a conquistare due Slam.
Al momento sono anche le uniche due qualificate per le finali WTA in programma a ottobre a Fort Worth, in Texas. E su di loro poggia quasi tutta la speranza degli appassionati, che la generazione di Serena Williams, in qualche modo forse irripetibile, possa avere perlomeno delle eredi che abbiano intenzione di portare avanti la sfida ancora a lungo.
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Le eredi delle grandi campionesse fino a oggi hanno avuto vita breve. La stagione si era aperta con la clamorosa decisione della numero 1 del mondo, l’australiana Ash Barty, di ritirarsi dalle scene agonistiche a soli 24 anni. Un destino che anche Naomi Osaka, considerata potenzialmente una delle tenniste più forti del mondo, sembra ormai avere definitivamente intrapreso.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.