Pensioni, novità della settimana. Tra i tagli, quota41, l’aumento delle pensioni di invalidità lo scivolo e tutte le altre ultime notizie sulle pensioni.
Il 2019 continua a confermarsi l’anno decisivo in tema di pensioni. Infatti, la Legge di Bilancio prima e il nuovo Decreto Crescita poi ha introdotto nuove misure previdenziali interessanti, che promettono di semplificare e accelerare il fatidico momento di collocamento a riposo dei lavoratori, oltreché incidere sulle pensioni già in essere.
All’interno delle novità pensioni troviamo, quindi, le principali: quota 41, tagli pensioni, nuovo incentivo all’esodo e invalidità . Scopriamo insieme le ultime notizie sulle pensioni.
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Taglio pensione 2019
A partire dal mese di giugno, infatti, l’INPS applicherà il doppio taglio alle pensioni. I tagli pensioni sono di due tipi: il taglio sulle rivalutazioni e quello sulle pensioni d’oro.
Ha suscitato polemica, in particolare, la ridotta rivalutazione per gli assegni più bassi, cioè quelli di importi da 3 a 4 volte il minimo, che ammontano ad un importo superiore ad euro 1.522,26 e fino ad euro 2.029.
I titolari si vedranno trattenuto quanto percepito in più da gennaio, in un conguaglio che andrà a considerare l’adeguamento all’inflazione pari al 97%. In realtà la parziale rivalutazione interessa tutte le pensioni, tranne quelle fino a 1.522, cioè i trattamenti fino a 3 volte il minimo, che avranno la rivalutazione piena.
Via via che l’assegno aumenta, incide maggiormente il taglio pensione 2019, secondo lo schema seguente:
- 97% per gli importi compresi tra 3 e 4 volte il trattamento minimo;
- 77% per gli importi compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 52% per gli importi compresi tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
- 47% per gli importi compresi tra 6 e 8 volte il trattamento minimo;
- 45% per gli importi compresi tra 8 e 9 volte il trattamento minimo;
- 40% per gli importi superiori a 9 volte il trattamento minimo.
Diverso discorso interessa, invece, le pensioni d’oro, cioè quelle che sono superiori ad euro 4.700. I pensionati d’oro subiranno aliquote crescenti dal 15% al 40% in ragione del reddito posseduto. In caso di reddito superiore a 100 mila e fino a 130 mila euro, il taglio applicato sarà del 15%.
Per chi incassa dai 130 mila a 200 mila euro il taglio sarà del 25%. Il 30% sarà applicato a partire dai redditi di 200 mila e fino a 350 mila euro. Per redditi superiori e fino a 500 mila euro l’aliquota sarà del 35%, per arrivare al 40% per redditi oltre i 500 mila euro.
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Quota 41
Il prossimo obiettivo del Governo è riformare profondamente la materia previdenziale, per consentire a tutti di poter andare in pensione dopo 41 anni di lavoro. Il Ministro Salvini ha, infatti, recentemente dichiarato che questo obiettivo è reale e consisterebbe in un’estensione delle regole attualmente in vigore. La preoccupazione è quella dei fondi da dover reperire, proprio ora che l’Italia è sotto la lente d’ingrandimento dell’UE.
L’intenzione rassicurante sarebbe quella di non aumentare ulteriormente il debito, perché i fondi saranno sufficienti e disponibili se gli italiano lavorano. In questa situazione la famosa quota 100 non si tocca, in quanto è stata istituita e confermata per i prossimi 3 anni, almeno. Inoltre, c’è anche da considerare che dai tagli delle pensioni, il Governo va a risparmiare 76 milioni di euro nel 2019, 80 milioni nel 2020 e 83 milioni nel 2021.
Vedi anche: A che età si va in pensione in Italia?
Aumento pensioni di invaliditÃ
L’altra novità pensioni ben gradita è l’imminente aumento di quelle d’invalidità , ad oggi bloccate ad euro 285,66 al mese. La pensione d’inabilità è una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei soggetti ai quali sia riconosciuta una inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali), e che si trovano in stato di bisogno economico.
Gli invalidi civili al 100%, pertanto, potrebbe ottenere presto il raddoppio della loro pensione. Secondo il Ministro Salvini, non è intenzione del Governo utilizzare i fondi europei per raggiungere questo obiettivo. L’aumento costerebbe allo Stato circa 3 miliardi di euro e il Ministro è dell’avviso di procedere utilizzando i soldi degli italiani per il benessere degli italiani.
Il nuovo scivolo per andare in pensione 5 anni prima
Tra le novità  in tema di pensioni, in arrivo con il Decreto Crescita, c’è il nuovo incentivo all’esodo che permette di fatto il pensionamento anticipato nella misura di 5 anni prima, secondo l’ultimo emendamento presentato da Lega e Movimento Cinque Stelle. La misura, studiata per incoraggiare le nuove assunzioni, permette di incentivare l’esodo dei dipendenti di quelle aziende con una forza lavoro superiore a mille unità , che si trovino in possesso dei requisiti previsti.
La nuova norma, dunque, permette il pensionamento anticipato di quei dipendenti che si trovino nelle seguenti condizioni: a non più di 60 mesi di distanza dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia e che abbiano maturato il requisito minimo contributivo. Gli anni di contributi mancanti potranno essere versati direttamente dal datore di lavoro che, in questo modo, ottiene un risparmio rispetto al mantenere in forza per altri 5 anni tali lavoratori. Di contro, i lavoratori potranno andare in pensione prima senza perdere nulla.
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