La folla lo aspettava già dalla mattina presto nella sua piazza, piazza Maggiore, quella della canzone “Piazza Grande”, cullata dalle note delle sue canzoni, diffuse dagli autoparlanti di Palazzo D’Accursio che ha esposto una sua foto sulla facciata. Verso le nove e trenta, la bara di Lucio Dalla, stroncato da un infarto giovedì scorso a Montreaux, in Svizzera, è uscita da casa del cantautore, che si trova in via D’Azeglio, poco distante dal Comune. Il feretro è stato caricato sul carro funebre e, fra lacrime e applausi della folla, è arrivato nel Cortile d’onore dove è stata allestita la camera ardente. Ad aprire il corteo funebre i suoi più stretti collaboratori e gli amici, straziati dal dolore. Fra loro, anche il cantante Ron.
Sulla bara di Lucio tre oggetti: una rosa, un cornetto di corallo rosso e una sigaretta. E’ il consigliere comunale Pd Benedetto Zacchiroli, amico intimo dell’artista, a spiegare il perché del cornetto rosso: viene da una piccola bottega vicino a piazza del Plebiscito a Napoli, gestita da un signore che tutti chiamano “O’ Professore”. Proprio lì, Dalla aveva comprato la collana e il bracciale di turchesi che portava sempre. Ed stato proprio “O’ Professore”, stanotte, a mandare il cornetto all’amico Lucio.
Vicino alla bara, una grande corona di rose rosse mandata da Julio Iglesias e un cuscino spedito da Milly Carlucci e il marito Angelo. Dietro al feretro un quadro che raffigura una versione de “L’ultima cena” dipinto da Stefano Cantaroni, amico e scoperta di Dalla, che era un appassionato e un collezionista d’arte contemporanea.
In fila per rendere omaggio a Lucio, migliaia di bolognesi e non solo. Sono 1.500 circa quelli che ogni ora entrano nel Cortile d’onore. Aspettano senza lamentarsi, composti, qualcuno piange, altri cercano di dominare l’emozione. Per arrivare davanti alla bara aspettano almeno due ore, “ma ne vale la pena per Lucio” dicono. Quando arrivano davanti al feretro, chi si inchina, chi dà colpetti affettuosi alla bara, chi manda un bacio, chi depone dei fiori, una poesia o un’immaginetta sacra. Arrivano anche senza tetto, extra-comunitari, disabili, mamme con bambini, tanti anziani. Sì, perchè Lucio era amato da tutti a Bologna e aveva un saluto e una parola per tutti. Era considerato patrimonio della città. Domani avrebbe compiuto 69 anni.
E in mezzo alla gente comune ci sono anche loro: i volti famosi, che arrivano alla spicciolata. Compare prestissimo il cantautore Samuele Bersani che, in lacrime, abbraccia gli altri amici dell’artista. “Lucio Dalla – dice – deve essere ricordato per tutto quello che lascia in termini di musica e parole, ma soprattutto per l’umanità». Racconta poi dele tante persone che hanno ricevuto dal cantautore «magari qualche minuto soltanto, ma con un’intensità che, secondo me, altri non sono capaci di dare». Tra i primi a rendere omaggio al cantautore, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha atteso l’arrivo del feretro da via D’Azeglio. Arrivano poi Bobo Craxi e l’ex sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca. Dopo è la volta di Romano Prodi accompagnato dalla moglie Flavia. «Oggi il ricordo non lo fanno i singoli, c’è una manifestazione d’affetto impressionante» commenta l’ex premier. “Queste cose – aggiunge – accadono non quando c’è solo ammirazione, ma quando c’è un grande affetto”. “Ci incontravamo sempre qui – racconta – il mio ricordo è legato a piazza Maggiore, piazza dei Celestini, Santo Stefano e il portico».
E in mezzo alla gente comune ci sono anche loro: i volti famosi, che arrivano alla spicciolata. Compare prestissimo il cantautore Samuele Bersani che, in lacrime, abbraccia gli altri amici dell’artista. “Lucio Dalla – dice – deve essere ricordato per tutto quello che lascia in termini di musica e parole, ma soprattutto per l’umanità». Racconta poi dele tante persone che hanno ricevuto dal cantautore «magari qualche minuto soltanto, ma con un’intensità che, secondo me, altri non sono capaci di dare». Tra i primi a rendere omaggio al cantautore, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha atteso l’arrivo del feretro da via D’Azeglio. Arrivano poi Bobo Craxi e l’ex sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca. Dopo è la volta di Romano Prodi accompagnato dalla moglie Flavia. «Oggi il ricordo non lo fanno i singoli, c’è una manifestazione d’affetto impressionante» commenta l’ex premier. “Queste cose – aggiunge – accadono non quando c’è solo ammirazione, ma quando c’è un grande affetto”. “Ci incontravamo sempre qui – racconta – il mio ricordo è legato a piazza Maggiore, piazza dei Celestini, Santo Stefano e il portico».
Lucio Dalla «ha rappresentato l’Italia all’estero» ha sottolineato Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti, portando un saluto alla camera ardente. “E’ stato un amico veramente sincero. Amava la sua gente, la città e i suoi amici».
Nel primo pomeriggio è arrivato anche l’amico di sempre, Gianni Morandi. “Con la sua morte Lucio Dalla ci ha fatto un brutto scherzo. Lui ne faceva tanti di scherzi, ma questo era veramente inaspettato» ha commentato amareggiato. «Stiamo vivendo delle giornate molto tristi – ha aggiunto – non solo noi che amiamo la musica e amiamo Lucio: mi sembra tutta la città di Bologna e tutta l’Italia. C’è un ondata di affetto meravigliosa – ha proseguito Morandi – per un uomo che ci ha lasciato tante cose belle, tante canzoni, tante suggestioni, tante emozioni».
La processione di vip è andata avanti per tutta la giornata che ha visto una folla sempre costante di visitatori per la camera ardente, a testimonianza del grande affetto della città. A porgere l’ultimo saluto all’artista, sono arrivati anche Claudio Sabatini, il presidente della squadra di basket Virtus Bologna, una delle grandi passioni del cantante scomparso, Andrea Mingardi, Bobo Craxi, Marco Travaglio, Corrado Augias e Milena Gabanelli. A salutare Lucio anche il produttore Bibi Ballandi, gli attori Isabella Ferrari e Giorgio Comaschi, il rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi, il presidente della Fondazione Cariplo di Bologna Fabio Roversi Monaco e del Museo di Arte Moderna, Gianfranco Maraniello.
Paola Benedetta Manca
Nel primo pomeriggio è arrivato anche l’amico di sempre, Gianni Morandi. “Con la sua morte Lucio Dalla ci ha fatto un brutto scherzo. Lui ne faceva tanti di scherzi, ma questo era veramente inaspettato» ha commentato amareggiato. «Stiamo vivendo delle giornate molto tristi – ha aggiunto – non solo noi che amiamo la musica e amiamo Lucio: mi sembra tutta la città di Bologna e tutta l’Italia. C’è un ondata di affetto meravigliosa – ha proseguito Morandi – per un uomo che ci ha lasciato tante cose belle, tante canzoni, tante suggestioni, tante emozioni».
La processione di vip è andata avanti per tutta la giornata che ha visto una folla sempre costante di visitatori per la camera ardente, a testimonianza del grande affetto della città. A porgere l’ultimo saluto all’artista, sono arrivati anche Claudio Sabatini, il presidente della squadra di basket Virtus Bologna, una delle grandi passioni del cantante scomparso, Andrea Mingardi, Bobo Craxi, Marco Travaglio, Corrado Augias e Milena Gabanelli. A salutare Lucio anche il produttore Bibi Ballandi, gli attori Isabella Ferrari e Giorgio Comaschi, il rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi, il presidente della Fondazione Cariplo di Bologna Fabio Roversi Monaco e del Museo di Arte Moderna, Gianfranco Maraniello.
Paola Benedetta Manca