Per quanto il calcolo del giorno della nascita tenda ad essere abbastanza preciso, calcolando 9 mesi dal giorno dopo l’ultima mestruazione, non sempre “i conti tornano“. La nascita è compresa tra la 37esima e la 41esima settimana di gestazione, senza grossi rischi per il piccolo e il travaglio può durare poche ore o interi giorni. I sintomi più comuni del travaglio sono le contrazioni ma sono diversi i segnali che si possono avvertire all’avvicinarsi del parto.
Contrazioni, i sintomi del travaglio
• Una fra tutte è la perdita del tappo mucoso, una sostanza gelatinosa che protegge il collo dell’utero e che isola la cavità uterina e a seguire c’è la rottura delle acque, ovvero la rottura delle membrane che contengono il liquido amniotico.
• Le contrazioni iniziano a divenire regolari, una ogni dieci minuti circa, quando si va in travaglio ed è il caso di chiamare immediatamente il proprio medico curante.
• Attenzione però! Esistono anche delle “false contrazioni” che non hanno la regolarità delle contrazioni vere e proprie e sono meno dolorose.
• Inoltre, quando siamo in presenza di false contrazioni, ci possono essere alcune ore di stasi prima di ricominciare a sentire queste “fitte” all’altezza dell’addome. Le contrazioni finte vengono chiamate contrazioni di Braxton Hicks e, a differenza delle contrazioni prodromiche, non preparano l’utero al momento della nascita.
• Quando si avvicina il momento del parto le contrazioni compaiono circa ogni 5 minuti e si susseguono per almeno un’ora aumentando, di volta in volta, di intensità e di dolore e determinando la dilatazione della cervice.
Si rompono le acque, diminuisce lo spazio
Quando si rompono le acque, invece, ogni donna può avere dei sintomi differenti e ci può essere una perdita piccola o grande, senza alcuna regola fissa. Il travaglio indica che il momento tanto atteso sta per arrivare e il bimbo è il primo ad avvertirlo poiché ha sempre minor spazio per muoversi.