Cinque proposte di legge per sostenere l’occupazione femminile.
E un impegno bipartisan che coalizza trasversalmente le parlamentari di entrambi gli schieramenti. In prima fila c’è Alessia Mosca, 35 anni, deputata di Monza alla prima legislatura, arruolata nei ranghi del Pd. Che dice: “Il vero problema in Italia è che una donna su tre è obbligata a lasciare il posto di lavoro dopo la nascita di un figlio”. Ecco allora le proposte di legge, di cui è prima firmataria, e “sulla quali sto portando avanti un lavoro congiunto con colleghe del Pdl”.
Si va dall’obbligo per le società quotate in Borsa di assicurare nei Cda e nei collegi sindacali una percentuale di almeno il 30% del genere meno rappresentato all’introduzione dell’obbligatorietà di 4 giorni di congedi di paternità contestualmente alla nascita di un figlio. “Perchè in Italia – dice Mosca – c’è ancora molta strada da fare”.
Cinque proposte di legge per favorire l’occupazione femminile. Il nostro Paese è ancora così indietro sul terreno delle pari opportunità di accesso al mercato del lavoro?
L’Italia è insieme a Malta all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile. Ci confrontiamo con il problema di un basso numero di occupate ma anche con un forte divario di genere nel livello delle retribuzioni. Intervenire sul mercato del lavoro, tema centrale per l’economia, significa anche intervenire sull’organizzazione della società .
Sulle sue proposte di legge c’è un consenso bipartisan…
Su due è già iniziata la discussione: sono state abbinate ad altre proposte di legge, molto simili, presentate da colleghe del Pdl. In Parlamento su questi temi c’è una sensibilità trasversale a prescindere dal colore politico. Anche se rilevo più interesse tra le donne e tra gli uomini più giovani.
C’è un modello in Europa al quale si ispira?
Non c’è un modello unico, sto cercando di raccogliere le migliori esperienze realizzate e tra queste cerco di individuare quelle meglio si adattano al nostro sistema culturale, economico e sociale. Sui congedi di paternità sono rimasta molto colpita dal modello legislativo del Portogallo, che anche sotto il profilo culturale presenta molte similitudini con il nostro Paese.
A proposito di congedi di paternità obbligatori: lei ha puntato molto su questa proposta di legge…
Ritengo che possa essere la più innovativa per il nostro Paese. E’ una misura molto semplice, che prevede quattro giorni di congedi di paternità obbligatori entro i primi dieci giorni dalla nascita di un figlio e che richiede una copertura finanziaria molto limitata. Ha molte possibilità di essere approvata, cosa che rappresenterebbe una rivoluzione culturale. In Portogallo, dove è stata introdotta, in otto anni ha portato il ricorso ai congedi dall’1 al 22%: nei padri è scattata la consapevolezza che la nascita di un figlio riguarda tutta la famiglia. C’è poi un altro aspetto importante: i congedi possono preparare e stimolare la condivisione successiva dei carichi di lavoro, condivisione che consente alle donne di continuare a lavorare. E’ molto importante intervenire laddove non c’è libertà di scelta, per esempio a causa della mancanza di servizi. Oggi molte donne, anche realizzate professionalmente, si ritrovano a un certo punto obbligate, con la maternità , a compiere la scelta di abbandonare il posto di lavoro. La sfida è quella di dare a tutti l’opportunità di realizzare il proprio progetto di vita.
Natascia Ronchetti
Gioralista economica, e scrittrice. Collabora da anni con il Sole 24ore