Il 70% degli edifici in Italia non resisterebbero ad un sisma. Cosa possiamo fare per proteggerci? Adeguamenti edilizi e assicurazioni sono due buoni punti di partenza.
Il recente terremoto che ha colpito il centro Italia ha portato quasi 300 morti al confine appenninico di Lazio e Marche. Purtroppo abbiamo assistito a sismi devastanti nel raggio di pochissimi anni, con un ritmo di un evento importante ogni 3-5 anni (2009 terremoto dell’Aquila, 2012 terremoto in Emilia). Tutti questi sismi si sono mossi tra una magnitudine del 6 e del 6,3 della scala Richter, importante ma non devastante (per capirsi il terremoto di Messina e Reggio del 1908 ebbe una magnitudo del 7,2).
L’Italia ha un tessuto geologico complesso per cui la convivenza con i sismi è necessaria: si calcola che quasi la metà dei 1300 terremoti distruttivi che hanno colpito nel secondo millennio l’area del Mediterraneo abbiano interessato l’Italia.
La mappa del territorio italiano mostra una crescente pericolosità sismica man mano che si va verso l’interno: le zone più problematiche sono quelle dell’Appennino fino ad arrivare alla Sicilia e le Alpi orientali. Unica area non sismica è la Sardegna.
La cartina soprastante dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rende anche graficamente l’idea della particolare e praticamente unica in Europa situazione del territorio italiano.
Alta sismicità e tessuto storico fragilissimo
L’elevato grado di pericolosità sismica di alcune parti d’Italia si unisce ad un tessuto urbano spesso fatto di antichi borghi, magari costruiti in pietra (materiale poco adatto a resistere a scosse anche deboli), sottoposto a vincoli architettonici, su cui è difficile intervenire sia per banali ragioni di costi economici che di particolari attenzioni che vanno riservate a un territorio che ha 51 siti Patrimonio Unesco, metà dei quali in un raggio di 100 km dai tre principali sismi degli ultimi anni. Roma, Pisa, Firenze, la stessa Verona, per non parlare della zona attorno al Vesuvio, tutti territori pregevoli e “a rischio”, sui quali è difficile intervenire in modo “radicale”, con costruzioni fatte da 0 o interventi di adattamento sismico significativo.
Quanto ci sono costati i terremoti?
Una stima di Bloomerg.com ha quantificato il costo del recente terremoto in almeno 5 miliardi di euro; il precedente dell’Emilia-Romagna, che aveva colpito un’area più densamente produttiva era costato 13,3 miliardi di Euro, quello del 2009 in Abruzzo 10,2 miliardi di Euro.
Come si vede sono cifre notevolissime se si tiene conto che la Legge di Stabilità, in sostanza il costo annuale dello stato, ammonta a circa 30 miliardi di €.
Quanto costerebbe rendere l’Italia “sicura”?
Fare questo genere di calcolo è molto complicato: in primis perché il concetto di “sicurezza” rispetto a un terremoto parte prima di tutto dalla necessità di evitare danni alle persone: una casa con una buona resistenza sismica è quella da cui le persone escono vive ma che poi magari diventa inagibile o deve essere egualmente ristrutturata. In Italia si stima che tra il 60 e il 70% degli edifici siano non a prova di sisma e anche terremoti di scarsa entità possono fare grandi danni.
Quanto costerebbe mettere in sicurezza tutto il territorio? Le cifre stimate sono molto variabili, si parla di una forchetta che viaggia tra i 25 e i 40 miliardi di euro, se aggiungiamo che anche quasi 30.000 km2 di territorio sono a rischio idrogeologico possiamo capire quanto questa stima possa anche crescere ulteriormente.
Quanto costa l’adeguamento sismico ai privati?
Se state pensando ad un intervento di adeguamento sismico dovete calcolare, oltre al costo di una consulenza qualificata, una cifra che indicativamente può muoversi tra i 100 e i 300 € a metro quadrato. Non sono somme inavvicinabili e ci sono anche bonus per la ristrutturazione (si recupera – però nell’arco di 10 anni – il 65% di quanto si è speso, la stessa cifra prevista per gli adeguamenti finalizzati al risparmio energetico).
Fare un’assicurazione può essere una buona idea
Esistono già svariate polizze per coprire la propria abitazione o la propria azienda anche dai rischi di terremoti (e più in generale da quelli derivanti da ogni evento naturale catastrofico). I costi dipendono dalla località dove si vive o dove si ha la propria azienda, dalla metratura, dalle caratteristiche dell’edificio e dall’anno di costruzione. Non sono cifre enormi comunque, si parte da una sessantina di Euro all’anno per un appartamento di 80 metri quadrati.