Pensioni: per 6 milioni di italiani buone notizie, ci sarĆ un rimborso delle rivalutazioni non effettuate tra il 2012 e il 2013 e un ricalcolo dell’assegno. Ma lo stato dovrĆ trovare 10 miliardi. E si temono patrimoniali, aumenti dell’Iva e nuove tasse.
Pensioni, una sentenza della Corte Costituzionale ha portato molto scompiglio e qualche tremore dalle parti del governo e della commissione U.E. Fino a qualche settimana fa addirittura si parlava di un tesoretto per poter allargare il bonus da 80 euro anche alle categorie che attualmente non ne beneficiano. Poi ĆØ arrivata questa sentenza…
Pensioni non rivalutate per 2 anni
Facciamo un passo indietro: il governo Monti e l’allora ministro Fornero avevano applicato un blocco alla rivalutazione delle pensioni piĆ¹ “corpose”, quelle tre volte superiori al minimo Inps (in pratica quelle sopra i 1500 Euro al mese circa). In sostanza l’ammontare degli assegni previdenziali per quelle due annualitĆ restava fermo. Una misura, ovviamente, volta al risparmio, come il blocco degli stipendi degli statali, lo stop al turnover e tante altre.
Gli anni in cui questi assegni sono restati uguali sono il 2012 e 2013 e la rivalutazione ĆØ ripartita dal 2014.
Se nel 2012 prendevate 1501 Euro di pensione al mese, tale mensilitĆ ĆØ rimasta inalterata fino al 2014; nel 2014, inoltre, la rivalutazione ĆØ stata eseguita facendo il calcolo a partire da quei 1501 Euro “congelati” senza tenere conto delle due annualitĆ di blocco.
Per la Corte di Cassazione il blocco ĆØ stato incostituzionale
Incostituzionale non prevedere una rivalutazione in base al potere d’acquisto della moneta. Detto con le parole della Consulta le pensioni “non devono sussistere soltanto al momento del collocamento a riposo, ma vanno costantemente assicurate anche nel prosieguo, in relazione ai mutamenti del potere dāacquisto della moneta”.
Che succede a questo punto? Con tutta probabilitĆ lo Stato dovrĆ restituire non solo l’importo delle rivalutazioni non effettuate ma anche ricalcolare gli assegni attuali a partire dagli importi rivalutati (quindi, restando all’esempio di cui sopra, non a partire dai 1501 Euro “congelati” ma da una cifra nuova corrispondente a quella che tiene conto anche delle rivalutazioni anno per anno).
5-10 miliardi da trovare, e in fretta
Molti potranno gioire: i beneficiari del rimborso e della rimodulazione degli assegni saranno quasi 6 milioni (un terzo dei pensionati). Ma da questi numeri si puĆ² immaginare anche quanto lo stato sarĆ costretto a trovare per ripianare un debito imprevisto.
Proviamo a fare 2 conti. L’avvocatura dello stato aveva giĆ stimato in 1,8 miliardi il risparmio per l’annata 2012 e in 3 miliardi quella per il 2013. Quindi arriviamo giĆ ad un totale di quasi 5 miliardi.
Ma poi andranno considerati anche i costi delle rivalutazioni annuali e dei nuovi assegni futuri rimodulati a partire dalle cifre rivalutate. Qui le previsioni arrivano a parlare di altri 4-5 miliardi. In totale lo stato potrebbe anche essere costretto a mettere in bilancio 10 miliardi di euro di spesa imprevista.
Patrimoniale? Nuovo aumento dell’Iva?
A questo punto lo spettro che echeggia ĆØ quello di un aumento della tassazione. Si sono giĆ lette espressioni che metteranno molti in agitazione: Patrimoniale, aumento Iva ecc. Teniamo ovviamente conto che qualsiasi intervento sulla tassazione in un momento di stagnazione economica, spesa delle famiglie in continua contrazione, deflazione, diventerebbe l’ennesimo colpo difficilissimo da assorbire.
Reperire questi soldi sarĆ anche un preciso obbligo rispetto ai parametri di bilancio da garantire all’Europa. Il rebus ĆØ difficile da risolvere: staremo a vedere se la prudenza e la tranquillitĆ che appare dalle dichiarazioni dei membri del Governo non ĆØ solo a fini elettorali (il 31 maggio si vota per le regionali e per le comunali di molte localitĆ importanti).
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