I disoccupati da più di 12 mesi in Italia sono il 56,4%, mentre la media europea è del 35,3%. Questo vuol dire che, da noi, chi perde il lavoro non lo trova più.
I dati diffusi dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sono poco entusiasmanti per molti paesi europei. Un disoccupato su tre, in Europa, ha perso il lavoro da più di un anno. Questo significa che, in un periodo di crisi, il mercato del lavoro non è così dinamico come si pensa. E chi il lavoro l’ha perso, non lo ritrova. La percentuale attuale di disoccupati da almeno un anno – in Europa – è del 35,3%: la più alta dall’inizio della crisi.
E l’Italia?
Il nostro paese, da questo punto di vista, è tra quelli che se la passano peggio. Nel terzo trimestre del 2013 i disoccupati di lungo periodo in Italia sono il 56,4% del totale (cioè del totale di tutti i disoccupati), ovvero più della metà.
Non si tratta quindi di persone che hanno appena perso un lavoro e probabilmente stanno per trovarne un altro. Sono persone che hanno perso il lavoro e sono ferme, senza un presente e un futuro. Nel 2007, anno di inizio della crisi, è disoccupati di lungo periodo erano 717mila, mentre ora sono un milione in più: 1 milione e 740mila.
Il mercato dinamico
Questi dati dimostrano che cambiare lavoro non è così semplice da noi come in altri paesi. Un anno fa il prof. Monti consigliava ai giovani di abituarsi all’idea di cambiare spesso, come capita in altre realtà. Ma i dati dimostrano che nel nostro paese se si perde il lavoro si resta a casa. E non potendosene permettere una propria, spesso la casa è quella dei genitori.
Vedi anche: Draghi: “Per l’Eurozona la ripresa sarà lenta“