Come sta andando l’economia in Italia nella prima parte del 2015? Alcuni dati sono incoraggianti altri molto meno. La sensazione è quella di essere ancora a metà del guado.
Economia Italia 2015: come vanno le cose a metà aprile? Cerchiamo di dare un quadro della situazione economica italiana analizzando i principali indicatori.
Petrolio meno caro, Euro debole: la “benzina” per l’economia non manca
Partiamo da due premesse fondamentali. Il costo dell’energia, per una nazione come la nostra estremamente povera di materie prime, è un costo fisso essenziale, e gravoso, di cui è impossibile non tenere conto.
Se l’instabilità di alcune zone storicamente importanti per il nostro fabbisogno (nord Africa, Libia in primis) è un elemento di preoccupazione, però il calo significativo che ha avuto il prezzo del petrolio (passato dai 115 dollari al barile di metà 2014 ai 55-60 di queste ultime settimane, vedasi grafico qui a fianco, fonte Istat) è certamente essenziale per ridurre i costi delle nostre aziende (ma anche, seppure in maniera minore, dei consumatori finali, su cui però pesa la quota molto elevata di tassazione statale sui carburanti).
Altra spinta all’economia è arrivata dal deprezzamento della moneta unica continentale. L’Euro è passato in un anno dalla soglia di 1,40 rispetto al dollaro alla quasi parità attuale. Questo diventa molto importante per le nostre esportazioni e, vista la perdurante fiacchezza della domanda interna, le aziende che riescono a massimizzare la quota destinata ai mercati extra-Ue sono quelle che hanno le migliori performance (vedasi ad es. il settore vinicolo, uno dei pochi a subire meno la crisi degli anni passati).
Produzione industriale ancora stagnante, costruzioni in leggera ripresa
I dati Istat, compresi quelli di inizio 2015, mostrano qualche segnale positivo in alcuni settori produttivi. Se la produzione industriale è ancora stagnante, ci sono indizi di ripresa per le costruzioni (+1% a febbraio, secondo dato positivo in crescita).
Sicuramente l’Expo ha avuto un fattore di traino importante, sia per le commesse ad esso direttamente legate, sia per i vari interventi accessori (metropolitane milanesi, opere di viabilità come Pedemontana ecc.), anche con i notevoli ritardi e i pesanti tagli ai progetti originari (ad esempio il progetto delle vie d’acqua milanesi, he doveva essere caratterizzante di Expo ed è stato sostanzialmente tagliato).
Nel trimestre novembre 2014-gennaio 2015, rispetto al trimestre precedente, tutti i comparti industriali hanno fatto comunque segnare un miglioramento, eccetto quello energetico. L’andamento migliore è stato quello dei beni strumentali, con un +1,6%.
A febbraio aumenta ancora la disoccupazione e restiamo in deflazione
Le note negative non mancano: febbraio 2015 è stato ancora un mese di passione per il lavoro con una diminuzione degli occupati dello 0,2%.
La disoccupazione è salita dello 0,1% rispetto a gennaio 2015. Se guardiamo al dato trimestrale, tra dicembre e febbraio però la disoccupazione mostra un calo dello 0,4% con il dato degli occupati pressoché stabile.
Sono diminuite le ore di cassa integrazione (79,4 ogni mille lavorate, 10,9 ore in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) ma è anche cresciuto il dato delle persone che non cercano più lavoro (+ 1,5%).  Anche l’indice dell’inflazione continua a restare sulla variante negativa. A marzo, per il terzo mese di seguito, l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,1%.
Pil, debito, tasse
Nel quarto trimestre 2014 il Pil era ancora significativamente diminuito (-0,5%) rispetto all’eguale periodo del 2013. Il Pil dovrebbe tornare positivo nel 2015 ed avere dei piccoli aiuti anche da Expo e dall’anno giubilare nei comparti turistico-ricettivo e dei servizi (se la commissione U.E. prevede una crescita del Pil italiano dello 0,6% ci sono stime ancora più favorevoli, come quella del centro sudi di Confocommercio che prevede addirittura un +1,1% nel 2015).
L’ultimo dato del debito pubblico (gennaio 2015) italiano è da record: si sono toccati i 2165,9 miliardi, vicinissimi al massimo storico di luglio 2014 (2167,7 miliardi). La U.E. prevede che nel 2015 il rapporto debito-Pil sarà al 133% mentre le stime sul rapporto deficit-Pil sono migliorative per il 2015 (dovrebbe non superare il 3% nel 2014 ed attestarsi al 2,6% nel 2015).
Infine, capitola tasse. Nel 2014 la pressione fiscale (dato Istat) è ancora aumentata, seppure di poco (+0,1%, attestandosi al 43,5%). E questo nonostante bonus da 80 euro ecc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA